“Devo solo ringraziare il presidente e la famiglia Noto, la città di Catanzaro, i tifosi del Catanzaro. Auguro a qualsiasi collega di poter aver la fortuna che ho avuto io, ossia di allenare il Catanzaro. Solo vivendolo e lavorandoci puoi capire la grandezza di questa piazza, di questi tifosi e di questa presidenza che ha pochi eguali”. E’ un Fabio Caserta emozionato, con la voce tremante, quello che si concede ai microfoni di “Passione Catanzaro” in esclusiva, dopo la rescissione contrattuale. Nessuna polemica, nessuna parola fuori posto, solo tanta riconoscenza verso Catanzaro e verso i catanzaresi. Una persona per bene e di valori, un uomo di altri tempi Fabio Caserta. Non ne avevamo dubbi. Si può discutere sull’aspetto tecnico, avere visioni diverse, ma umanamente, l’ex mister giallorosso, ha dimostrato di essere un vero uomo. Tanti i temi toccati, tante le parole dette con una eleganza ed una cura tipiche di un matrimonio duraturo e non interrotto.
Ritorniamo ad un’intervista vecchio stampo, quella con domanda e risposta, che ormai non è d’uso, ma che ha comunque il suo fascino.
Mister, qual è il tuo stato d’animo dopo la decisione di rescindere il tuo contratto con il Catanzaro calcio?
“Ci sono tanti stati d’animo in me in questo momento. Dispiacere per non aver continuato un progetto che ci fatto sognare. Ho la consapevolezza che, tutti insieme, abbiamo fatto un gran lavoro andando oltre le aspettative. C’è poi la realtà nella quale i matrimoni posso finire. Tutto nella vita ha un inizio ed una fine. Di comune accordo con la società, tra persone per bene, ci siamo lasciati con una grande stretta di mano ed un abbraccio. Ci siamo confrontati, avevamo delle visioni diverse sulla prossima stagione e ripeto e lo ribadisco, con grande lealtà e sincerità, abbiamo deciso di non proseguire il rapporto”.
I pregiudizi e le critiche ricevute nel corso della stagione, possono avere influito sulla tua scelta?
“Assolutamente no. Mi reputo una persona schietta e sincera da buon calabrese e non ho peli sulla lingua. Le critiche all’inizio non mi hanno fatto bene, ma quando ho accettato di allenare Catanzaro sapevo benissimo che non sarei stato ben visto perché provenivo dal Cosenza e da un esonero. In più venivo dopo un mister che aveva fatto benissimo. Ho sempre cercato di mettere in campo tutta la professionalità e la serietà che mi contraddistinguono. Ci ho messo l’anima per questa maglia. A prescindere dalle critiche, mi ha fatto veramente piacere l’apprezzamento che ha avuto, la maggior parte della piazza di Catanzaro nei miei confronti, come uomo. Poi le critiche ci stanno e se costruttive fanno crescere. Non è stato facile, ma porto via da Catanzaro solo ricordi belli”.
Mister, la scelta di non proseguire con il Catanzaro, è stata condizionata da richieste di altre squadre?
“Su questo mi sento di essere chiaro. Posso sbagliare come tecnico ma non come uomo. Ho troppo rispetto verso questa città ed i suoi colori. Ho aspettato che finisse il campionato, ho aspettato che la società si riunisse per decidere cosa fare nel prosieguo. Una volta comunicatomi il tutto, ho preso un giorno di tempo per decidere ed ho comunicato la mia volontà. E’ giusto che la società valuti il tutto e decida come voler organizzare la nuova stagione. Al tempo stesso, io ho fatto delle scelte. Dopo due anni di semifinali play off, le rispettive valutazioni erano diverse. Posso dire con dignità di non aver parlato con nessuna squadra, prima di aver chiuso il rapporto con il Catanzaro, perché ho troppo rispetto per questa piazza. Se successivamente qualcuno mi ha cercato è solo perché io sono libero. Sono sincero, al momento si tratta di un pour parler che nel calcio conta ben poco. Nulla di concreto al momento”.
Cosa ti senti dire alla piazza ed ai tifosi, ora che non sei più l’allenatore del Catanzaro?
“Dico che sono un tecnico fortunato. Ho avuto la fortuna di lavorare in unica piazza unica come Catanzaro, ho avuto la fortuna di lavorare per una famiglia importante, ringrazierò sempre la famiglia Noto per avermi dato questa possibilità. Ringrazio la gente, perché l’affetto che mi hanno dato questi tifosi è impareggiabile. Il calore che mi hanno dato i ragazzi della “Curva Massimo Capraro” è qualcosa che nella mia vita calcistica non ho mai visto. Chapeau agli ultras Catanzaro. Inizialmente, sono sincero, pensavo che lo zoccolo duro del tifo potesse avere qualche pregiudizio nei miei confronti, visto il passato. Ed invece mi hanno sostenuto dal primo minuto. Nella partita più importante dell’anno, mi hanno regalato la loro sciarpa che ho indossato con orgoglio e che porterò sempre con me. Un gesto favoloso di stima. Spero di aver regalato loro, insieme ai ragazzi, una grande gioia vincendo il derby in quel modo. Ci ha sostenuto sempre, meritano un applauso per quello che fanno ogni settimana sugli spalti di tutta Italia. Vi parlo davvero con il cuore in mano. Non potrò mai avere pensieri negativi su Catanzaro. Qui si vive il calcio, qui ti senti importante. Solo chi gioca ed allena questa squadra può capirlo”.
Il rapporto con Pietro Iemmello come lo hai vissuto?
“All’inizio non ci conoscevamo e ci è voluto del tempo per comprenderci. Cose normali da campo. Cambia tanto dall’affrontare un calciatore ad allenarlo. Quando, però, si trovano davanti due persone per bene, schiette e sincere, tutto diventa più facile. Ci siamo confrontati sempre. Lui è un giocatore di un livello tecnico incredibile, ha un’intelligenza tattica sopra la media. E’ un lusso per questa categoria e dà l’anima per questi colori”.
L’abbraccio con Floriano Noto e gli occhi lucidi dopo La Spezia. Quanto ci credevi a raggiungere quel sogno?
“Abbiamo ottenuto il massimo di quello che potevamo fare. Una volta arrivati ai play off, sono sincero, ci ho sperato di poter arrivare in finale e poi giocarcela. C’era tensione in quel momento dopo un’annata difficile per me. Ho cercato di ottenere risultati e di farmi volere bene. Ho scaricato la tensione in quel modo sincero. Ci credevo ed ho dato tutto me stesso. L’abbraccio con il presidente è stato sincero. Ripeto, i rapporti di lavoro possono finire, ma l’aspetto umano e la stima rimangono. Non finirò mai di ringraziarlo per avermi fatto allenare qui. Grazie davvero a tutti, a Catanzaro mi sono sentito come a casa. Vi porterò sempre nel cuore”.
Grazie Mister.