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martedì 26 Agosto 2025

Binda punge i tifosi del Catanzaro: “Contestazione da viziati”

Nicola Binda, firma storica de La Gazzetta dello Sport e tra i massimi esperti di Serie B, ha fatto discutere per le dichiarazioni rilasciate durante l’ultima puntata di 11 in Campo, programma in onda su LaC News24. Il noto giornalista ha offerto una panoramica schietta e articolata sul momento di CatanzaroCosenza e altre protagoniste del torneo cadetto.

La riflessione sulla classifica: salvezza più avvincente della promozione

Secondo Binda, la lotta salvezza in Serie B si sta rivelando ben più appassionante rispetto a quella per la promozione: «Un solo pareggio nel turno infrasettimanale, la classifica si è mossa tanto. In fondo è tutto incerto, mentre in alto le prime sono intoccabili».

Una fotografia realistica, che alimenta il fermento in vista delle ultime giornate.

Il Catanzaro nel mirino: tra risultati e contestazione – Il pensiero di Binda

Tra i temi più discussi, l’analisi del momento del Catanzaro. I giallorossi non vincono da cinque partite e, dopo il ko contro la Juve Stabia, si sono ritrovati al centro di una contestazione da parte della tifoseria.

“Ero molto sorpreso quando ho saputo della contestazione e non ci volevo credere” ha ammesso Binda.

Secondo il giornalista, la scelta del ritiro in vista del match contro la Sampdoria è comprensibile, ma l’attacco dei tifosi non trova giustificazione: «Invece di contestare, dovrebbero essere contenti del lavoro fatto in questi due anni. Il Catanzaro merita solo applausi».

“Un atteggiamento da viziati”

Il passaggio più forte dell’intervento è arrivato proprio sul rapporto tra piazza e squadra. «Non sono d’accordo con la contestazione, è un atteggiamento da viziati. Si dimentica troppo in fretta il percorso fatto. I playoff sono ancora alla portata».

Un giudizio che ha acceso subito il dibattito, dividendo anche parte della tifoseria.

La stoccata al Cosenza: errori e rammarico

Oltre al Catanzaro, Binda ha commentato anche la difficile stagione del Cosenza«Il Cosenza ci ha abituato a imprese, ma questa sarebbe stratosferica. Purtroppo si pagano errori societari e gestionali».

Ha poi individuato tre cause principali della crisi rossoblù: la penalizzazione legata a errori societari, il cambio tecnico inefficace, e l’assenza del sostegno dei tifosi.

Penalizzazione, panchina e stadio: la ricetta dell’insuccesso

“Il primo errore è la penalizzazione, poi la scelta interna in panchina che ha peggiorato le cose. Infine, giocare senza il tifo è un handicap enorme”, ha dichiarato il giornalista, puntando il dito sulle scelte strategiche della società calabrese.

Un mix di fattori che, secondo lui, ha trasformato una stagione difficile in una rincorsa disperata.

Il giudizio sulle big: Spezia, Cremonese e Palermo

Binda ha esteso la sua analisi anche al vertice della classifica, parlando di SpeziaCremonese e Palermo.

“Lo Spezia ha sempre oscillato tra secondo e terzo posto, e si è meritato la posizione attuale. Però, coi playoff tutto può cambiare. La Cremonese ha perso un’occasione con la Sampdoria, il Palermo non ha mai fatto il salto di qualità”.

Un commento che mette in evidenza l’equilibrio e la competitività del campionato.

Binda sul ritiro del Catanzaro: scelta giusta?

La società giallorossa ha deciso per il ritiro in vista del match contro la Sampdoria. Una mossa che, secondo Binda, ha senso nel momento attuale:

“Serve concentrazione. La classifica è ancora favorevole, ma bisogna ritrovare fiducia e identità”.

Un’opinione che, pur difendendo la squadra, invita a non sottovalutare l’importanza dell’equilibrio mentale.

Il peso delle aspettative

Binda ha infine lanciato una riflessione sulle pressioni che gravano sulle squadre del Sud: “Spesso si pretende troppo, troppo in fretta. Ma la costruzione richiede tempo e pazienza”.

Un invito implicito alla tifoseria del Catanzaro a ritrovare la fiducia nel gruppo.

Le parole di Nicola Binda hanno lasciato il segno. Il suo intervento ha acceso il dibattito non solo su Catanzaro e Cosenza, ma sull’intero panorama della Serie B.

E mentre il campionato entra nella sua fase decisiva, il confronto tra aspettative e realtà torna al centro della scena. Con una certezza: la passione del Sud, nel bene e nel male, resta uno degli ingredienti più intensi del calcio italiano.

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