La solidità e le conferme nella zona nevralgica del campo rappresentano un punto di forza del Catanzaro attuale ma per l’immediato futuro serve potenziare il reparto
E’ risaputo che nel calcio il lavoro svolto a centrocampo, zona nevralgica de terreno di gioco, è uno dei più importanti e redditizi per il rendimento generale della squadra.
Da coloro che una volta venivano chiamati registi, ora si usa un più elegante “play”, termine importato dal basket, agli incursori, dagli interditori (i mediani di una volta) alle mezzale di spinta, dai quinti esterni ai trequartisti alle spalle degli attaccanti il ruolo del centrocampista si è molto evoluto nel corso dei decenni ma nel calcio moderno, proprio per la diversità dei compiti da svolgere, assume ancor più importanza di un tempo.
Nel 3-5-2 di Caserta risulta evidente che il cosiddetto fattore “P” del centrocampo n termini di disposizione tattica e di movimenti di gioco dei singoli è risultato essere spesso determinate per gli equilibri di gioco richiesti dal tecnico.
Rilevante è il lavoro di Petriccione sia come play basso posizionato davanti la difesa a supporto del reparto arretrato sia quello consueto di svolgere i compiti di smistare la palla.
Non meno importante quello di Pompetti sia come alter ego di Petriccione nel ruolo di play ma essenzialmente come incursore pronto a liberarsi per il tiro che è una delle sue specialità – come dimostra quello del gol vittoria di Palermo -. L’ex Inter che l’anno scorso aveva trovato poco spazio rientra nei meccanismi di gioco voluti da mister Caserta in modo irrinunciabile e la sua presenza in campo non passa certo inosservata.
Pontisso è ormai una certezza e rappresenta una piacevole conferma. Al fianco di Petriccione ma spesso anche da incursore ha contribuito fin qui in modo pressoché decisivo con le sue buone prestazioni rendendosi autore anche di 3 reti.
Sugli altri ruoli di centrocampo però si avverte la maggiore carenza in quanto Koutsoupias e soprattutto Pagano e Coulibaly non danno dato le garanzie richieste né come interditori né appunto come mezzale di spinta.
E’ probabilmente proprio in questi ruoli che la società potrebbe intervenire se uno degli ultimi due dovesse lasciare la città dei tre colli.
In questo Catanzaro manca infatti un interditore veloce in grado di “spezzare” il gioco avversario e recuperare i palloni da offrire ai compagni di reparto per proporre la fase offensiva.
Siamo certi che la società saprà come muoversi, soprattutto alla ricerca dei quinti di centrocampo in grado di poter svolgere indistintamente le due fasi di gioco.
Ha senz’altro le idee chiare, il DS Polito in primis, su ciò che necessita a questo organico per diventare più competitivo in base al tipo di gioco che il Catanzaro sta proponendo ormai da tempo.