“Toglietemi tutto ma non Petriccione”. Così come il capitano Pietro Iemmello, il biondo centrocampista del Catanzaro è davvero insostituibile per la squadra di Caserta. La partita con la Carrarese ne è la testimonianza. Fuori Petriccione per l’oggetto misterioso Coulibaly e la musica cambia.
Le Aquile perdono di personalità e geometrie. Coulibaly si fa saltare come un birillo scivolando a terra, imbucata senza movimento a chiudere la traiettoria, palla che arriva facile a Spendi che la stoppa indisturbato, punta la porta e fa gol senza che, Scognamillo e Brighenti, oppongano nessuna resistenza. L’importanza di Petriccione non si vede solo nel palleggio ma anche nei movimenti senza palla a chiudere e proteggere i due centrali. Un’intelligenza tattica sopra le righe.
Jacopo sa sempre dove stare in campo e probabilmente quell’ imbucata sul pivot di casa (per usare un gergo calcettistico) non sarebbe mai passata. Con il senno di poi, probabilmente è facile parlare, ma quante volte il dieci giallorosso fa’ da schermo alla difesa davanti ai centrali. Uno dei difetti del Catanzaro in queste ultime due gare con Bari e Carrese, è quello di non sapere gestire le partite. Un caso che questi momenti non fosse in campo Petriccione? Può darsi, ma è un po’ strano.
In questo momento non ce ne voglia Coulibaly ma, l’ex Salernitana, continua a deludere. Deludere in termine di fame agonistica, sull’aspetto tecnico-tattico non vogliamo entrare perché queste scelte spettano solo a Caserta. Ed allora siamo sicuri che un Petriccione stanco non valga più di venti minuti di un Coulibaly fresco ed appena entrato in campo? In questo momento il Catanzaro, soprattutto nei minuti finali, ha bisogno di personalità e carisma.
Con il Bari erano fuori Iemmello e Petriccione, con la Carrese il numero dieci. In entrambi i casi le Aquile si sono fatti rimontare sul finale. Sarà un caso ma questo potrebbe essere anche un aspetto su cui, Caserta ed il suo staff tecnico, potrebbero trarre le giuste conclusioni.