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mercoledì 27 Agosto 2025

Catanzaro, sanità sotto accusa: “Pronto soccorso inferno, case di comunità fantasma”

La denuncia arriva da una voce insospettabile, di certo non appartenente alle fila dell’opposizione politica. A lanciare un durissimo j’accuse contro lo stato della sanità a Catanzaro è il giornalista Mario Giordano, volto noto di Rete 4 e da sempre considerato vicino all’area politica di centrodestra. Lo ha fatto nella sua trasmissione “Fuori dal coro” con un servizio che ha scosso profondamente l’opinione pubblica e acceso i riflettori sullo stato critico del sistema sanitario locale. Il titolo del reportage, “Ladri di salute”, non lascia spazio a interpretazioni: una fotografia impietosa di un settore in crisi, che lascia sgomenti cittadini e addetti ai lavori.

Il pronto soccorso come un inferno, case di comunità mai nate

Nel servizio, l’inviata del programma ha documentato condizioni allarmanti nel pronto soccorso del capoluogo calabrese, descritto come un vero e proprio inferno, dove pazienti e operatori si muovono tra disorganizzazione, carenze strutturali e ritardi cronici. Ma non è tutto. Il focus si è poi spostato su due delle cosiddette “case di comunità”, strutture territoriali previste dal PNRR con l’obiettivo di alleggerire il carico sugli ospedali e rendere più capillare la rete dei servizi sanitari. A Catanzaro, secondo quanto riportato nel servizio, queste strutture sono poco più che miraggi.

In particolare, quella prevista all’“Umberto I” avrebbe beneficiato solo di una mano di vernice, con meno dell’1% dei fondi spesi. Peggio ancora la situazione a viale Crotone, dove la sede destinata alla nuova struttura è descritta come una discarica di materiali pericolosi, senza traccia di un vero cantiere. Parliamo, complessivamente, di oltre tre milioni di euro di fondi pubblici stanziati e praticamente inutilizzati.

Le parole di Capellupo: “Una vergogna senza colore politico”

A commentare il servizio è stato anche il consigliere comunale Vincenzo Capellupo, che ha affidato a una nota ufficiale il suo duro sfogo: «Non lo dice Tele Kabul ma il berlusconiano di ferro Mario Giordano. E allora mi rivolgo agli avvocati difensori del presidente-commissario Occhiuto, che parlano di svolta epocale nella sanità catanzarese: guardatevi il servizio di Fuori dal Coro. Quello che ne emerge è l’immagine di un sistema sanitario al collasso, che umilia le professionalità del comparto e ferisce ogni giorno i cittadini».

Capellupo ha sottolineato come il commissario dell’Asp, Vincenzo Battistini, sia apparso in evidente imbarazzo di fronte alle telecamere, ammettendo ritardi di almeno due anni nella realizzazione delle case di comunità. Ritardi che, secondo il consigliere, si aggiungono a una lunga lista di mancanze: dallo scippo dei fondi per il nuovo ospedale alla perdita della facoltà di medicina, fino alla chiusura della cardiochirurgia.

Sanità in emergenza: la politica ha ancora alibi?

La denuncia di Giordano, trasmessa su un’emittente storicamente vicina al centrodestra, rimuove il velo della propaganda politica e impone un confronto serrato sui fatti. Non si tratta più di schermaglie tra maggioranza e opposizione, ma della voce cruda di un giornalismo che ha scelto di raccontare le ferite reali di un sistema in sofferenza. La domanda che sorge spontanea è: può ancora parlarsi di percezione o è tempo di riconoscere il fallimento delle promesse?

E se a denunciare lo stato della sanità calabrese non è un nemico politico ma un alleato, la risposta non può essere il silenzio. Anzi, sarebbe auspicabile una reazione concreta e tempestiva, capace di trasformare l’imbarazzo istituzionale in un’opportunità di cambiamento. Perché in ballo non c’è solo la reputazione di chi governa, ma la salute e la dignità di un’intera comunità.

Il tempo delle dichiarazioni sembra finito. Quello delle risposte, forse, è appena iniziato.

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