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lunedì 25 Agosto 2025

Catanzaro, il coraggio di Aquilani: giovani alla prova del Ceravolo strapieno e un pareggio che vale esperienza

La prima notte di Serie B del nuovo corso giallorosso non è stata soltanto un esordio: è sembrata una dichiarazione d’intenti. Davanti a un “Ceravolo” esaurito in ogni settore, più di 12 mila voci a spingere, Alberto Aquilani ha scelto la via più scomoda e più formativa: ha affidato l’avvio del campionato a un blocco di giovani — VerrengiaFrosininiNuamah e soprattutto Rispoli — rinunciando dall’inizio a riferimenti esperti come BrighentiPetriccione e Di Chiara. Il pari in rimonta contro il Südtirol (1-1), aggrappato al gioiello di Pietro Iemmello, racconta una partita complicata; il quadro complessivo, però, parla anche di scelte tecniche forti, di un allenatore che preferisce accelerare la curva d’apprendimento del suo gruppo invece di cercare scorciatoie.

Catanzaro, un esordio controcorrente: la lezione che vale più di tre punti

In un torneo che non perdona e dove l’errore si paga a tariffa piena, buttare dentro quattro under alla prima in B è una decisione che pesa. Ma Aquilani l’aveva annunciato: principi prima dei moduli, identità prima dei numeri. «È una squadra giovane, con tanti ragazzi alla prima volta in Serie B: questa gara ci dice che dobbiamo fare di più e capire in fretta che campionato è», ha spiegato dopo il match. Dentro questa frase c’è la logica delle sue scelte: esporre i ragazzi alla verità del campo — pressing, duelli, tempi di gioco, gestione dell’errore — davanti a uno stadio pieno, quindi nel contesto più “vero” possibile. Non un lancio morbido, ma un battesimo.

Il primo tempo ha mostrato il lato ruvido del piano: il Südtirol di Castori ha alzato la linea, ha forzato il ritmo e ha impedito al Catanzaro di risalire pulito. È in questi frangenti che la B svela la sua natura: contrasti sporchi, seconde palle, cattiveria sulle transizioni. I giovani giallorossi hanno sofferto, sì, ma sono rimasti in carreggiata. E il secondo tempo, più coraggioso e meglio indirizzato sulle uscite palla e sulla riaggressione immediata, ha rimesso la gara sui binari giusti fino alla scintilla del capitano.

Rispoli, il più giovane e il migliore: doppio registro e personalità

Tra i volti nuovi, il classe 2006 Fabio Rispoli — arrivato in prestito dal Como, reduce da un campionato da protagonista alla Virtus Verona e da convocazioni con l’Italia U19 — è stato il migliore in campo per continuità e personalità. Aquilani lo ha premiato dal via e lui ha restituito fiducia con una partita “da grande”: ordine col pallone, letture “dentro-fuori” tra mezzala e fascia, una naturalezza nel cambiare registro (esterno di raccordo e mezzala ombra nelle tasche centrali) che ha permesso al Catanzaro di accorciare linee e respirare nei momenti più complicati.

Vicino a lui, Frosinini ha messo gamba e coraggio, accettando duelli a campo aperto; Verrengia — altra scelta controcorrente — ha alternato inevitabili scosse d’esordio a interventi puliti; Nuamah ha vissuto una gara intermittente, ma le sue accelerazioni hanno tenuto onesta la linea avversaria. Sono tasselli che oggi paiono grezzi: con la ripetizione del contesto (partite vere, pubblico, ritmi) possono diventare materiali da costruzione.

Scelte forti, spogliatoio forte: perché rinunciare ai senatori (all’inizio) può pagare

L’aspetto più interessante non è solo chi ha giocato, ma quando e perché. In uno stadio pieno, alla prima, Aquilani ha tolto il paracadute ai più giovani e, parallelamente, ha mandato un messaggio ai grandi: il posto si guadagna nella settimana, nel rispetto dei principi di squadra. Non è uno strappo al filo della continuità, semmai un modo per allargarele responsabilità interne e, in prospettiva, avere più soluzioni quando il calendario si farà feroce. Il Catanzaro viene da due semifinali playoff consecutive e sta entrando nel terzo anno di B con l’ambizione di “alzare l’asticella”, concetto che Iemmello ha scolpito nelle sue parole dopo la partita. Per alzarla davvero non bastano i colpi dei soliti: serve che nuove energie imparino presto a reggere il peso delle serate importanti.

C’è anche una chiave tecnico-tattica. L’idea di Aquilani — 4-2-3-1 di partenza, trasformazioni dinamiche in costruzione a tre, esterni che stringono — vive di tempiprecisionecoraggio nel palleggio. È un calcio che chiede personalità al primo controllo, non al terzo: e questo si allena meglio giocando davvero. Accettare qualche errore oggi significa ridurlo domani, quando i punti peseranno ancora di più.

Il peso del capitano e l’equilibrio tra presente e futuro

Nella notte in cui i ragazzi si affacciano alla B, il finale è comunque del capitano. L’1-1 porta la firma d’autore di Iemmello, un destro che sblocca la gara e accende lo stadio. È la fotografia dell’equilibrio che il Catanzaro dovrà cercare nelle prossime settimane: senatori a fissare la cornice, giovani a riempirla con corsa, fame e progressione tecnica. «In partite così servono giocate individuali», ha sottolineato Aquilani. In parallelo il tecnico ha chiesto ai suoi «più qualità e personalità», soprattutto nel riconoscere che partita è e nel cambiare rapidamente registro quando il piano A sbatte contro l’intensità avversaria.

Qui si innesta un altro tema non secondario: il fattore-ambiente. Il Ceravolo pieno è una benedizione e un esame; l’onda emotiva che produce può trainare, ma può anche mettere ansia alla mano e al primo passaggio. Far passare i ragazzi attraverso questa pressione fin da subito crea anticorpi. È un investimento che, se accompagnato bene dallo staff, torna con gli interessi nei mesi invernali.

Catanzaro, cosa resta e cosa serve (subito)

Dalla prima serata arrivano due fotografie sovrapposte. La prima: il Catanzaro ha già dentro un’idea e un’anima competitiva. Recuperare una gara del genere alla prima non è scontato. La seconda: il margine di miglioramento è ampio e può essere colmato più con il lavoro che con le alchimie. Servirà alzare la percentuale di uscite pulite, ridurre gli errori sulle seconde palle, sincronizzare meglio i tempi tra chi costruisce e chi attacca lo spazio. E, come ha lasciato intendere lo stesso allenatore, il mercato dell’ultima settimana potrà portare gamba e forza specifica in due/tre zone sensibili del campo, per “pareggiare” la fisicità di certe avversarie.

Intanto, però, il titolo della serata è un altro: Aquilani ha messo la faccia e i giovani hanno messo il corpo. Hanno sbagliato, hanno retto, hanno imparato. Rispoli ha dimostrato di poter essere subito una risorsa tattica affidabile, Frosinini e Verrengia hanno assaggiato davvero il piano superiore, Nuamah non è stato servito benissimo, ma merita continuità. Il resto lo farà la settimana, il lavoro, la capacità di tenere le scelte anche quando la partita si sporca. Il punto di stasera, alla fine, vale soprattutto per quello: perché certifica che il Catanzaro ha deciso come crescere. E — in B — il come è spesso la differenza tra una rincorsa affannosa e un passo che, giorno dopo giorno, si fa più sicuro.

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