Banner rotante desktop
martedì 19 Agosto 2025

Demba Seck, rinascita a Belgrado: doppietta, assist e voto 10

La storia del calcio concede seconde occasioni. A Demba Seck è capitato a Belgrado, con la maglia del Partizan. L’esterno senegalese, di proprietà del Torino, viene da un prestito al Catanzaro chiuso senza acuti. Nella Mozzart Bet SuperLiga ha cambiato marcia. Contro l’IMT ha segnato al 21’ e al 28’, poi ha servito l’assist del 3–0 a Jovan Milošević al 40’. La gara è finita 5–1. Sofascore gli ha assegnato un 10 pieno. Per lui è un segnale forte, anche mentale. Non segnava dal settembre 2021, in SPAL–Vicenza. Quattro anni sono un’eternità per un attaccante esterno.

Un digiuno lungo quattro anni

Il dato pesa. L’ultima rete di Seck era arrivata con la SPAL in Serie B. Poi trasferimenti, spezzoni, qualche occasione. E una stagione al Catanzaro con Fabio Caserta senza continuità. Pochi minuti da titolare, pochi riferimenti nelle catene laterali. La fiducia è scesa, come spesso accade. Il calcio però è contesto e ripetizione. A Belgrado ha trovato un ambiente diverso. Il Partizan gioca verticale, ma con regole chiare. Gli esterni hanno compiti semplici e replicabili. In questo quadro Seck ha riacceso la luce. La doppietta all’IMT non è un episodio isolato. È il punto più alto di un avvio concreto.

In campionato i numeri parlano. Quattro gare, due gol e due assist. Nelle qualificazioni europee ha sommato tre presenze in Conference e una in Europa League, con un assist complessivo. Il campione è ridotto, ma la direzione è nitida. L’ala ha rimesso insieme produzione e scelte. La fiducia è tornata, passo dopo passo.

La gara contro l’IMT: dati, mappe, scelte

La partita racconta tanto del momento. Seck ha giocato 86 minuti. Ha toccato 41 palloni, completato l’85% dei passaggi, mettendo due passaggi chiave. Ha tirato due volte nello specchio, creando una grande occasione. Nel corpo a corpo ha vinto 5 dei 12 duelli a terra. Nessun duello aereo vinto, ma non era la priorità. Ha perso 11 palloni, dato fisiologico per un esterno che prova la giocata. Il bilancio tecnico è comunque netto. Gol, assist e continuità. Il voto 10 non nasce da un lampo. Nasce da una prova completa.

La heatmap chiarisce il quadro. Zona calda sulla fascia destra. Tanti movimenti dall’ampiezza verso l’area. Tagli sul secondo palo quando l’azione si apriva a sinistra. Ricezioni a piede naturale, controllo orientato e diagonale verso la porta. C’è metodo, oltre all’istinto. Non ha forzato il dribbling. Ne ha tentati tre, con uno riuscito. Ha scelto spesso l’appoggio corto. Ha protetto palla con il corpo, sfruttando i 190 centimetri. La squadra ne ha beneficiato. Il Partizan ha potuto alzare il baricentro e restare corto sulle seconde palle.

Perché il Partizan lo esalta

Il sistema serbo lo mette comodo. La catena di destra è coordinata. Il terzino sale a turno, l’interno accompagna, la punta fissa i centrali. A Seck restano tre compiti chiari. Restare largo per inchiodare l’esterno basso. Attaccare la profondità quando il giro palla richiama l’avversario sul lato opposto. Riempire il secondo palo sul cross dalla sinistra. Sono compiti semplici, ma decisivi. Gli danno ritmo e certezze. Quando i compiti sono ripetibili, la tecnica torna pulita. L’azione diventa naturale. Il gol nasce spesso dalla scelta giusta al momento giusto.

La gestione senza palla è migliorata. Seck partecipa alla prima pressione. Oscura la linea di passaggio interna. Guida l’esterno rivale verso la trappola laterale. Sono metri utili. Così il Partizan recupera alto e riparte corto. L’esterno senegalese entra in area con più frequenza e sul tempo corretto. È cresciuto anche nel cross arretrato. Non serve sempre la giocata vistosa. Spesso basta il primo tocco pulito. L’assist per Milošević lo dimostra.

Il confronto con l’esperienza a Catanzaro

La stagione giallorossa è stata complicata. Con Caserta Seck non ha trovato il ritmo. Il Catanzaro cercava altri equilibri. Le catene laterali avevano tempi da registrare. L’ala ha bisogno di sequenze chiare: sovrapposizione, appoggio corto, attacco del corridoio. Se mancano, il talento si sporca. A Catanzaro il senegalese ha alternato posizioni e compiti. L’apprendimento si è fermato a metà. L’impatto non ha retto il peso delle aspettative. Il giudizio è corretto, ma va contestualizzato. La Serie B chiude gli spazi. Chiede precisione difensiva, intensità nelle seconde palle, qualità nella gestione delle transizioni. Non è il terreno ideale per riaccendere un esterno in difficoltà.

Belgrado offre il contrario. Più campo davanti, più ricezioni in corsa, più vantaggi posizionali. Non è un caso se la produzione è salita subito. La continuità d’impiego ha fatto il resto. Tre, quattro, cinque partite di fila cambiano il respiro. Le decisioni diventano istinto. La tecnica si semplifica. È così che si spezza un digiuno di quattro anni. È così che una carriera riprende quota.

Cosa dicono i numeri e dove può ancora crescere

Il pacchetto statistico è incoraggiante. 2 gol e 2 assist in 4 partite di campionato formano una base. Le gare europee aggiungono minuti e responsabilità. Restano margini. Il dribbling va selezionato meglio. Scegliere campo, lato e momento giusto aumenta la resa. Le palle perse possono calare con una gestione più prudente nei primi metri. Il gioco aereo è una frontiera aperta. Con 1,90 di statura, Seck può diventare arma sul secondo palo. Lì si decide una porzione di gare. Un miglioramento su questo punto aumenterebbe il suo valore.

Il capitolo fisico è un alleato. L’ampiezza di falcata aiuta nelle transizioni. La struttura consente di reggere l’urto in duello. Se la condizione resterà alta, l’efficacia non calerà. La ripetizione dei gesti tecnici conta quanto la gamba. Allenare la ricezione di profilo e il primo tocco porterà altri gol semplici. La prestazione contro l’IMT è un manuale in miniatura. Mostra una sequenza che si può ripetere ogni settimana.

Implicazioni per Torino, Partizan e per chi guarda da Catanzaro

Il Torino osserva con attenzione. Un esterno del 2001 che torna a produrre crea opzioni. Rientro, nuova cessione o valore di mercato in crescita. La valutazione intorno ai 750 mila euro è una fotografia datata. Il campo può aggiornare quella cifra. Il Partizan si gode la versione efficace di Seck. Il contributo immediato in campionato e nelle qualificazioni europee è merce rara. Continuità e salute saranno determinanti. Ogni settimana può spostare gerarchie interne e scenari futuri.

Per chi scrive di Catanzaro, il caso offre una lezione utile. Etichettare un talento come “non adatto” è facile. Più difficile è capire perché non ha funzionato. Il contesto è parte della valutazione. Quando la catena funziona e i compiti sono chiari, anche un giocatore in difficoltà cambia faccia. Non cancella il passato, ma apre spiragli. La B resta un campionato duro. Per gli esterni di gamba è spesso un esame severo. La Serbia, oggi, ha dato a Seck una piattaforma diversa. Il suo rilancio lo conferma.

Una notte che può cambiare la rotta

La serata del 5–1 non è una medaglia da esibire e basta. Può diventare un punto di svolta. Doppietta, assist e valutazione 10 non arrivano per caso. Sono l’effetto di scelte semplici, ripetute con precisione. Seck ha ritrovato misura e coraggio. Ha accorciato i tempi tra controllo e conclusione. Ha letto meglio gli spazi senza palla. Sono dettagli che fanno classifica. Ora serve trasformare l’episodio in abitudine. La strada è tracciata.

Il passato recente invita alla prudenza. La stagione è lunga. Gli avversari alzeranno il livello. Anche gli errori torneranno. La differenza la farà la qualità della risposta. Seck ha dimostrato di poter incidere. Il Partizan gli ha cucito addosso un ruolo chiaro. Il Torino monitora. Il Catanzaro prende appunti. Il calcio, spesso, è l’arte dell’incastro tra talento e contesto. A Belgrado, per una notte, l’incastro è stato perfetto. Sta a Demba Seck farlo durare.

Articoli correlati

Ultimi articoli