Il portiere della Cremonese ricorda con affetto la sua esperienza in Calabria dopo la promozione ottenuta con i grigiorossi: “A Catanzaro due anni fondamentali per la mia crescita”
Andrea Fulignati ha appena conquistato, da protagonista, la promozione in Serie A con la Cremonese, superando lo Spezia nella finale playoff. Un traguardo importante, inseguito per un’intera stagione e raggiunto attraverso il percorso più tortuoso, ma anche quello che sa di impresa. Eppure, nel momento più alto della sua carriera recente, il portiere classe ’94 ha scelto di rivolgere lo sguardo al passato. E lo ha fatto con parole cariche di riconoscenza verso una piazza che ha segnato in profondità la sua crescita professionale e personale: Catanzaro.
Le sue dichiarazioni, riportate da PianetaSerieB.it durante la trasmissione “11 in Campo” su LaC News 24, non sono passate inosservate tra i tifosi giallorossi:
“Dedico innanzitutto la vittoria alla mia famiglia, con mio padre che era in tribuna. Lui in questi due anni è rimasto molto attaccato a Catanzaro, così come anche io stesso. Ciò che ho vissuto a Cremona quest’anno lo devo anche al biennio vissuto in giallorosso e per questo non posso che ringraziare la società del presidente Noto”.
Parole sentite, che confermano ancora una volta quanto il Catanzaro sia stato una tappa importante nel percorso di tanti calciatori. Fulignati ha difeso la porta giallorossa in momenti cruciali, contribuendo in maniera significativa al salto di qualità del club, diventato oggi una realtà consolidata nel panorama della Serie B. Quella esperienza, fatta di pressioni ma anche di grande entusiasmo popolare, è rimasta impressa nella memoria e nella formazione mentale dell’estremo difensore toscano.
Dalle difficoltà alla svolta: la rinascita grigiorossa
La stagione della Cremonese non è stata lineare. Partita con l’obiettivo dichiarato della promozione diretta, la squadra lombarda ha dovuto fare i conti con un avvio complicato, reso ancora più pesante dal retaggio della finale persa l’anno precedente. Fulignati non lo nasconde:
“Ci sono stati alcuni problemi all’inizio, anche considerando le ambizioni della piazza. A un certo punto abbiamo capito che la distanza dai primi posti era troppo grande, ma ci siamo ricompattati con il ritorno di mister Stroppa. Non potendo entrare dalla porta principale, ci siamo preparati per tentare l’ingresso dalla porta secondaria. E così è stato”.
Un percorso segnato dalla resilienza, ma anche da una nuova consapevolezza. La Cremonese ha fatto quadrato, ha stretto i denti e ha costruito il proprio capolavoro playoff passo dopo passo. Un successo costruito anche grazie alla solidità difensiva, dove Fulignati ha avuto un ruolo determinante. Il portiere ha evidenziato le prestazioni che più lo hanno reso orgoglioso: la parata su Cassata nello scontro diretto con lo Spezia e quella su Benali contro il Bari, momenti chiave di una stagione in crescendo.
Il peso delle aspettative e la lezione di Catanzaro per Fulignati
Non è un caso che, nella sua disamina, Fulignati ritorni più volte sul concetto di pressione:
“I presupposti erano quelli di arrivare primi o secondi e questo tipo di pressione forse all’inizio ha pesato, anche perché la squadra veniva dalle scorie della finale persa l’anno prima. A livello mentale non era prevedibile quale piega avrebbe potuto prendere la stagione”.
In questo contesto, l’esperienza maturata al “Ceravolo”, dove il calore del pubblico si accompagna spesso a grandi aspettative, è tornata utile. A Catanzaro, Fulignati ha imparato cosa significhi giocare con il peso del risultato e l’importanza di rimanere lucidi nei momenti più difficili. Un’eredità invisibile ma determinante, che oggi porta con sé nel massimo campionato italiano.
Fulignati-Catanzaro: Il ringraziamento che vale più di una promozione
Il calcio è fatto di sliding doors, di uomini e di storie che si incrociano. E quella tra Andrea Fulignati e il Catanzaro resta una delle pagine più sincere della sua carriera. In un momento in cui sarebbe facile dimenticare il passato e guardare solo alla Serie A, il portiere della Cremonese ha preferito guardarsi indietro, rendendo onore a una maglia e a una città che lo hanno formato.
Una testimonianza che riempie d’orgoglio l’ambiente giallorosso e che ricorda quanto sia importante, anche nei momenti più difficili, credere nel lavoro e nei valori sportivi.
Catanzaro, oggi spettatrice della promozione altrui, raccoglie comunque un piccolo ma significativo tributo. Perché anche se il presente si gioca altrove, il cuore resta legato a chi ti ha aiutato a diventare grande.