In un calcio spesso arido di emozioni autentiche, ci sono immagini capaci di raccontare più di mille parole. L’abbraccio tra Pietro Iemmello e Fabio Caserta, al termine della vittoriosa sfida playoff contro il Cesena, è una di quelle. Uno scatto che cristallizza l’intensità di un cammino condiviso, il rispetto reciproco, la fatica, i dubbi superati e il sogno che oggi — più che mai — si può toccare con mano. Due volti simbolo di questo Catanzaro, che non smette di sorprendere, combattere, credere.
L’elogio di capitan Iemmello: “Caserta è una persona vera”
Al termine della gara, davanti ai microfoni, Iemmello ha usato parole che vanno oltre la circostanza:
«Questa squadra è diversa rispetto a quella dell’anno scorso. Completamente diversa. È rimasto un gruppo storico che sa cosa vuol dire giocare a Catanzaro. Siamo stati bravi quest’anno a ripartire da zero. È stato bravo Caserta, è stata una persona vera. Ha formato un gruppo importante».
Un attestato di stima sincero, che descrive in profondità il lavoro fatto da Fabio Caserta, arrivato in estate con il compito non facile di raccogliere l’eredità di una squadra reduce da una cavalcata promozione e da una stagione di entusiasmo incontenibile.
Caserta non ha stravolto: ha ricostruito, ha cucito, ha accompagnato con equilibrio una rosa che aveva bisogno di essere rigenerata senza perdere la propria identità. E Iemmello, che Catanzaro lo incarna come pochi, è diventato il leader silenzioso e poi decisivo. La loro intesa è cresciuta settimana dopo settimana, cementata da fiducia e risultati.
Un gol da attaccante vero e quell’abbraccio che vale un campionato
La rete che ha steso il Cesena porta la firma del numero 9, ma è l’epilogo di un’azione corale, ragionata, lucida. E l’esecuzione è da centravanti puro: tempo perfetto, stacco potente, colpo di testa all’angolino. Un gesto tecnico che da solo vale un biglietto da visita per la semifinale. Ma il momento che ha commosso i cuori giallorossi è arrivato subito dopo: il capitano corre verso la panchina, si getta tra le braccia del suo allenatore. Caserta sorride, stringe forte il suo bomber, consapevole che dietro quel gol c’è molto più di una giocata: c’è la forza di un gruppo che si riconosce, si sostiene, si affida l’un l’altro.
In quello scambio di emozioni c’è la sintesi di un’identità tecnica e umana. C’è un mister che ha sempre protetto la squadra nei momenti di difficoltà. C’è un attaccante che non ha mai smesso di credere nel progetto. E c’è un popolo, quello del “Ceravolo”, che ha risposto con passione, pur senza tutto esaurito, ma con l’intensità di chi sa che adesso viene il bello.
Il sogno continua: “Sappiamo che ci sono corazzate, ma ci crediamo”
Iemmello non si nasconde. Lo dice con la calma di chi ha imparato a non sprecare parole:
«Siamo lì, ci crediamo. Sappiamo che ci sono corazzate ma in quattro partite tutto può succedere».
E ha ragione. Perché il Catanzaro ha trovato nel sacrificio la propria cifra, nella qualità la propria arma, e nell’umiltà la propria forza. Il gruppo c’è, la guida tecnica pure, e quando a spingere sono valori veri, le distanze con le “grandi” si accorciano.
Caserta e Iemmello sono le due facce di questo Catanzaro ambizioso e fiero. E quell’abbraccio, più forte di tante analisi tattiche, più eloquente di mille parole, resterà scolpito nel cuore dei tifosi come simbolo di un sogno che, passo dopo passo, continua a diventare realtà.