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martedì 26 Agosto 2025

L’ex Koutsoupias si racconta: “A Catanzaro grazie a Polito, poi ha capito le mie ragioni”

Nel calcio ci sono giocatori che lasciano il segno con un gol, altri con una giocata, altri ancora con la loro professionalità. Ilias Koutsoupias, centrocampista greco classe 2001, appartiene a quest’ultima categoria. La sua parentesi al Catanzaro è stata breve – appena sei mesi, da luglio 2024 al gennaio successivo – ma le sue recenti parole, rilasciate in una lunga e sincera intervista a GianlucaDiMarzio.com, svelano un retroscena di grande rispetto e gratitudine nei confronti della dirigenza giallorossa, e in particolare del DS Ciro Polito. Ora pilastro del Frosinone, con cui ha appena conquistato una difficile salvezza, Koutsoupias ha aperto l’album dei ricordi, raccontando una carriera fatta di momenti esaltanti, cadute dolorose, sogni svaniti all’ultimo minuto e un legame indissolubile con l’Italia.

La sua ultima stagione è stata un percorso di rinascita. Dopo il grave infortunio al legamento crociato che ne aveva fermato l’ascesa, rimettersi in gioco non era scontato. «Per me è stato un campionato particolare perché rientravo dal crociato», ha spiegato. «Mi aspettavo qualche intoppo ma per fortuna ora sto bene e sono contento di aver raggiunto l’obiettivo della salvezza con il Frosinone. Ho trovato una società seria, con cui mi sono trovato alla grande». Un traguardo raggiunto anche grazie alla fiducia che il Catanzaro, per primo, gli aveva concesso.

«Ringrazio il direttore Polito»: i sei mesi in giallorosso e un addio da professionisti

La storia italiana di Ilias Koutsoupias è indissolubilmente legata a una figura: quella del direttore sportivo Ciro Polito. Fu proprio lui a portarlo per la prima volta in Italia, scommettendo sul suo talento ai tempi del Bari. Un legame di fiducia che si è rinnovato la scorsa estate, quando, nonostante il grave infortunio appena superato, lo ha voluto con sé a Catanzaro, offrendogli un palcoscenico importante per rimettersi in moto. Koutsoupias non lo ha dimenticato e, nell’intervista, ha voluto dedicargli parole di profonda gratitudine.

«Intanto ci tengo a ringraziare il direttore Polito, perché mi ha portato a Bari. Mi ha permesso di giocare in una squadra così grande come il Bari, mi ha portato a Catanzaro nonostante l’infortunio e mi ha permesso di andare via nonostante stessi giocando con continuità». Quest’ultimo passaggio è il più significativo. Nonostante Koutsoupias avesse trovato spazio, collezionando 11 presenze in giallorosso, di fronte all’opportunità Frosinone il DS ha mostrato grande sensibilità. «Mi ha permesso di andare via e ha capito le mie ragioni, quindi ci tengo a ringraziare il direttore Polito». Una testimonianza di professionalità e rispetto reciproco che nobilita entrambe le parti.

Il cuore a Bari e la forza dopo gli infortuni

Sebbene la sua carriera lo abbia portato in tante piazze importanti, è innegabile che Bari occupi un posto speciale nel suo cuore. Un amore viscerale, che va oltre il calcio. «A Bari mi sono sentito subito a casa e ho capito che sarei voluto rimanere più a lungo possibile. Mi sentivo a casa perché Bari somiglia alla Grecia». Un legame che gli ha regalato il momento più bello della sua carriera, un’emozione che non è legata a un gol o a una vittoria. «Il momento più bello della mia carriera non è stato né un gol e né una vittoria, ma Bari-Frosinone di quest’anno. Sono uscito dal San Nicola tra gli applausi, da avversario. Mi vengono i brividi solo a raccontarlo».

È a Bari che ha vissuto anche il momento più difficile, quello dell’infortunio al crociato. Una mazzata arrivata nel suo momento migliore, ma che, col senno di poi, lo ha reso più forte. «La mazzata più difficile è stata quella del crociato a Bari, perché avevo segnato tre gol e stava andando tutto benissimo. Avrei preferito non averli, ma ti dico che questi infortuni mi hanno fatto sentire più forte».

Koutsoupias, sogni e rimpianti: dal Mondiale alla Serie A svanita

Ogni calciatore ha un sogno nel cassetto e un rimpianto. Il sogno di Ilias è chiaro: «Il mio sogno è quello di andare in Nazionale e di poter fare una competizione importante. Il sogno di tutti i bambini è giocarli. So che il 2026 non è facile, ma il mio sogno è fare una competizione con la mia Nazionale».

Il rimpianto, invece, risale al 2021, una ferita che ha richiesto tempo per guarire. Un trasferimento al Cagliari, allora in Serie A, che sembrava cosa fatta. «Non l’ho mai raccontato. Gli ultimi giorni era tutto fatto a Cagliari, tant’è che la mia ragazza e mio padre avevano preparato già i bagagli. L’ultimo giorno di mercato ci sono stati degli intoppi e sono stato costretto ad andare alla Ternana… È normale che per un ragazzo di 19 anni che si trova in Serie A, poi vede svanire tutto, lì per lì lo subisci. Non ti nascondo che per due anni non riuscivo a superarlo».

Oggi, però, Koutsoupias è un giocatore maturo, un uomo che ha superato le difficoltà e che guarda al futuro con fiducia, forte degli insegnamenti ricevuti. Su tutti, quelli di un allenatore inaspettato: «Ti dico Cannavaro, è uno di quelli che a livello umano e di idee calcistiche, al di là della carriera, mi ha migliorato tanto». Mentre il suo presente è a Frosinone, il suo breve ma intenso passato a Catanzaro resta un capitolo importante, caratterizzato da un rapporto di grande stima e professionalità.

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