Ancora oggi, per molti tifosi che hanno avuto l’occasione di godere dal vivo quei campionati spettacolari del Catanzaro, lui rimane uno dei calciatori preferiti, dei più amati dal pubblico giallorosso a distanza di anni. Mediano con grandi doti di continuità e rendimento, Agostino Iacobelli è nato a Torre del Greco (Napoli) il 22 agosto 1963. Anche a lui, all’inizio, non possiamo fare a meno di porre una domanda sulla sua “crescita” da calciatore: “Tutta la mia trafila nelle giovanili l’ho fatta nel Napoli. Ed ho avuto una grande soddisfazione: quella di vincere il campionato Primavera nella stagione 1978/79”.
E dopo i tornei giovanili, arrivano le prime esperienze da professionista: “Dopo aver esordito in Serie A e giocato 12 partite con il Napoli, nel 1983 andai alla Pistoiese, in Serie B. Il campionato fu molto sfortunato ed avemmo parecchi infortunati in squadra. Alla fine scendemmo di categoria, ma onestamente non meritavamo di retrocedere. Segnai alla penultima giornata, nel pareggio contro la Sambenedettese, che si salvò proprio in quella partita, ma ormai i nostri sogni di permanenza nella categoria erano pressochè tramontati”.
Nel 1984, Agostino Iacobelli arriva a Catanzaro, dove resterà per quattro stagioni, con 124 presenze e 2 reti: “Sono stati quattro anni bellissimi, sono stato bene a Catanzaro. Il primo è stato un campionato straordinario, con Gibì Fabbri allenatore. C’erano delle ottime squadre, come il Palermo che fu promosso insieme a noi. Però la nostra era la squadra migliore del campionato, sia come collettivo che come gioco. Senza contare, poi, le qualità tecniche dei calciatori. Il ricordo più bello di quella stagione? Senza dubbio la partita in casa con l’Akragas, che vincemmo 4-0 e ci regalò la promozione. Uno stadio gremito, un’atmosfera irripetibile”.
Dopo la prima stagione trionfale arrivano le prime ombre, seguite però da nuove luci: “Nella stagione successiva l’inizio fu molto sfortunato, con Pietro Santin allenatore, ma a penalizzare la squadra fu il cambio di guida tecnica e tutti i problemi che ne seguirono. Ma l’anno successivo ci fu di nuovo un campionato eccellente, con la guida di Claudio Tobia e soprattutto il ritorno di Massimo Palanca, che fu decisivo, anche se tutta la squadra era perfetta. E anche in quella stagione c’è una partita che non scorderò mai: Catanzaro-Casertana 5-2, l’ultima giornata, che ci regalò il trionfo”.
Ma la stagione più bella in giallorosso, per Iacobelli, è l’ultima, nonostante le tante vicissitudini: “Il Campionato di Serie B 1987/88 è il più avvincente che io abbia mai giocato. E anche il più sfortunato. Grazie agli arbitraggi a nostro sfavore ci hanno rubato almeno quattro vittorie. Ci ricordiamo tutti il gol di Monelli in casa contro la Lazio, a tempo più che scaduto, o la partita a Bologna, con il massaggiatore in campo e nonostante tutto questo Marronaro fu lasciato libero dall’arbitro a segnare indisturbato. E quella partita finì in pareggio solo per il nostro orgoglio di squadra. A Lecce, per esempio, giocammo una grande partita senza meritare di perdere. E fra le tante vittorie di quel campionato ce n’è una in particolare da ricordare: il 2-0 con l’Atalanta, davvero spettacolare, a livello di gol e di gioco”.
E dopo Catanzaro, per Iacobelli non mancano altre belle esperienze da calciatore: “Andai via a malincuore da Catanzaro, perché l’allenatore Burgnich voleva tenermi a tutti i costi, ma c’era già l’accordo per cedermi all’Empoli. A Cremona ho ottenuto una promozione ed ho giocato un campionato di Serie A, ma le ultime soddisfazioni belle da calciatore le ho avute a Piacenza. La prima stagione, quella 1992/93, si concluse con una promozione bellissima perché inaspettata, dal momento che nessuno, all’inizio, poteva aspettarsi un Piacenza che lottava per la Serie A. Senza contare la strana retrocessione in B dell’annata successiva: noi avevamo accettato di giocare a Parma il sabato perché i gialloblu in settimana avevano la finale di Coppa delle Coppe. Pareggiammo 0-0 al Tardini e poi il giorno dopo la Reggiana vinse a San Siro contro il Milan già campione d’Italia. Ma nel campionato successivo riconquistammo la Serie A”.
Un pensiero, infine, non manca per tutti gli altri compagni di squadra in giallorosso, con una dedia in cielo: “Continuo a conservare i rapporti con molti dei miei ex compagni di squadra al Catanzaro, ma ci tengo a riservare un pensiero per Gaetano Musella, che oggi non c’è più e con cui ho iniziato a giocare nelle giovanili del Napoli”.
Dopo alcune stagioni da “vice” di Vincenzo Guerini e altre non troppo fortunate da allenatore “in prima”, dal luglio 2014 Iacobelli è allenatore degli Allievi nazionali della Fiorentina. La prima stagione si è conclusa con un quarto posto in campionato dopo Empoli, Torino e Juventus e l’eliminazione lungo la strada dei playoff in un “girone di ferro” con Inter e Roma (quest’ultima, fresca vincitrice del torneo).
“È stato un ottimo campionato, con una squadra di buoni elementi. E credo di continuare quest’avventura anche per la prossima stagione. Con i giovani si lavora molto bene e qui c’è anche tanta qualità”.