In campo si gioca un derby calabrese ad alta tensione. Ma il vero colpo di scena arriva dalle tribune, con il Locri che sceglie di accogliere la Reggina… in giallorosso.
Nella 32ª giornata del girone I di Serie D, Locri e Reggina si sono affrontate in un match carico di significati sportivi e campanilistici. Al “Giuseppe Raffaele Macrì” il campo ha decretato la vittoria amaranto per 3-2, ma i riflettori – almeno stavolta – si sono accesi ben oltre i novanta minuti. A dominare la scena non è stato il risultato, quanto l’accoglienza che la tifoseria di casa ha riservato a quella ospite.
Il derby e la classifica: vittoria Reggina, ma il Siracusa non molla
La posta in palio era alta: il Locri in cerca di punti vitali per evitare i playout, la Reggina desiderosa di mantenere viva la corsa alla promozione diretta in Serie C. La squadra di Trocini ha fatto il proprio dovere espugnando il campo degli amaranto jonici con una prestazione cinica e concreta. Ma, nonostante i tre punti, il primo posto resta saldo nelle mani del Siracusa, che nel frattempo ha battuto 3-0 il Paternò.
“Locri CZ”: uno striscione, un messaggio, una provocazione
Ma il vero boato – non di gioia, ma di stupore – si è alzato dagli spalti. All’ingresso della tifoseria ospite, gli ultras locresi hanno srotolato uno striscione inequivocabile: “LOCRI CZ”, chiaro riferimento all’amicizia storica con il Catanzaro. E non è finita lì. A completare il quadro, numerose sciarpe giallorosse esposte sugli spalti, come forma di accoglienza provocatoria verso i tifosi reggini, storicamente rivali dei catanzaresi.
Un gesto che ha acceso discussioni e acceso polemiche anche sui social. Perché, va ricordato, Locri è geograficamente in provincia di Reggio Calabria. Ma nel calcio – soprattutto in Calabria – i confini non li decidono le mappe, bensì le passioni.
Un’amicizia solida e antica: Catanzaro e Locri
Il gesto non è casuale. Tra la tifoseria del Catanzaro e quella del Locri c’è un legame consolidato nel tempo. Un’alleanza che ha superato stagioni, categorie e chilometri, e che si rinnova in ogni occasione utile. Anche, e soprattutto, in un derby che dovrebbe dividere e invece unisce – almeno per qualcuno.
A farne le spese è stata la Reggina, accolta con un clima surreale in quella che, geograficamente, dovrebbe essere una trasferta di vicinato.
Quando il tifo diventa identità
La vicenda di Locri è l’ennesima dimostrazione che in Calabria il calcio non è soltanto uno sport. È una fede, un’identità, un’appartenenza che va oltre le logiche razionali. E se la rivalità tra Catanzaro e Reggina è una delle più sentite dell’intero Mezzogiorno, anche un piccolo gesto – come uno striscione o una sciarpa – può trasformarsi in un atto simbolico potente.
Più di una partita
Locri-Reggina resterà impressa negli almanacchi per il risultato e nella memoria collettiva per ciò che è successo sugli spalti. In un calcio dove le rivalità si costruiscono anche a colpi di coreografie e messaggi, il derby calabrese di Serie D ci ha ricordato che il tifo è fatto soprattutto di emozioni, alleanze e provocazioni.
E se per qualcuno Locri è Reggio, per altri – almeno per novanta minuti – è diventata Catanzaro.