In una notte di maggio densa di emozioni e pathos, in cui il Catanzaro ha scritto una nuova, esaltante pagina della propria storia calcistica recente, c’è stato un protagonista indiscusso, un uomo che ha cambiato l’inerzia della gara con un gesto tecnico tanto rapido quanto prodigioso: Mirko Pigliacelli. Il suo intervento determinante sul rigore calciato da Shpendi, intorno alla metà del secondo tempo, ha rappresentato molto più di una semplice parata. Con un volo felino sulla propria sinistra, riflessi da fuoriclasse e una seconda reattività immediata sulla ribattuta, Pigliacelli ha siglato una delle azioni più iconiche dell’intera stagione giallorossa. Un doppio miracolo che ha congelato il tempo, risvegliato l’entusiasmo sugli spalti e riacceso la fiamma del sogno promozione.
Dall’estate del dubbio all’autunno della consacrazione
Quando nell’estate del 2024 approdò al Catanzaro proveniente dal Palermo, in pochi avrebbero scommesso su di lui. Arrivava da una stagione conclusa ai margini del progetto rosanero, praticamente messo alla porta, e con una società che ancora oggi gli copre parte dell’ingaggio. La sfida che aveva davanti era tutt’altro che semplice: sostituire Fulignati, portiere amatissimo dalla piazza giallorossa e trasferitosi alla Cremonese. I paragoni, spesso impietosi, non gli hanno impedito però di iniziare un percorso di crescita e di affermazione, fatto di prestazioni solide, sicurezza tra i pali e una leadership che si è consolidata giornata dopo giornata. Con 13 clean sheets in stagione, è diventato il miglior portiere della Serie B: non solo per numeri, ma per presenza scenica, capacità di comandare la difesa e dare fiducia all’intero reparto.
Il rigore come spartiacque emotivo e tecnico
La sfida con il Cesena è stata uno snodo cruciale della stagione. In uno dei momenti più tesi della partita, con il punteggio ancora fermo sullo 0-0 e il rischio di vedere sfumare l’accesso alla semifinale, un fallo ingenuo ha concesso ai romagnoli la chance dal dischetto. Sul pallone si è presentato Shpendi, già protagonista di precedenti amari per i giallorossi. Tutto lo stadio tratteneva il fiato. Ma Pigliacelli, glaciale, si è tuffato e ha respinto il rigore, prima di superarsi sulla ribattuta con un secondo intervento da manuale. Il “Ceravolo” è esploso, trasformando l’energia della paura in entusiasmo. Di lì a poco è arrivato il gol di Iemmello, che ha mandato in paradiso Catanzaro, spalancando le porte della semifinale playoff.
Palermo, il paradosso di un addio frettoloso
Il calcio, si sa, è fatto anche di contrappassi e rivincite. E quella di Mirko Pigliacelli è una storia di riscatto che si arricchisce di un dettaglio beffardo: poche ore dopo la sua parata decisiva, il Palermo, la squadra che lo ha lasciato partire, è stato eliminato al primo turno dei playoff dalla Juve Stabia. Una stagione, quella rosanero, costellata di difficoltà, polemiche, cambi in panchina e una cronica instabilità proprio tra i pali, con nessun portiere capace di offrire la tranquillità che invece Pigliacelli sta regalando a Catanzaro. I tifosi rosanero, già amareggiati, devono assistere al paradosso: quello di vedere un ex ritenuto non all’altezza, oggi protagonista assoluto in un’altra piazza, con la loro stessa società ancora coinvolta economicamente.
Mirko Pigliacelli: Catanzaro si gode un portiere da Serie A
Nel frattempo, il Catanzaro si gode il proprio numero uno. Pigliacelli è ormai molto più che un portiere: è diventato un simbolo di questa squadra, l’uomo su cui poter contare nei momenti decisivi. Ogni sua uscita, ogni urlo per richiamare l’attenzione della difesa, ogni sorriso dopo una parata importante raccontano di un giocatore che ha ritrovato sé stesso, che ha sposato il progetto giallorosso con professionalità e umiltà.
E adesso, con la semifinale contro lo Spezia all’orizzonte, Catanzaro sa di poter contare su una vera saracinesca tra i pali. Le sue mani sicure sono diventate un manifesto di affidabilità, un punto fermo di un collettivo che ha imparato a soffrire, a stringere i denti e a non mollare mai. Mirko Pigliacelli, da esubero a eroe, è oggi più che mai l’emblema di un Catanzaro che sogna in grande.