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domenica 19 Ottobre 2025

Padova, la neopromossa che non fa paura ma può fare male

Nel mosaico di una Serie B sempre più imprevedibile, la sfida col Padova si presenta per il Catanzaro come una partita cruciale ma tutt’altro che scontata. La formazione veneta, quattordicesima in classifica con 8 punti – appena due in più dei giallorossi – si affaccia al “Ceravolo” con i tratti tipici di una neopromossa ambiziosa e organizzata, reduce dal trionfo in Serie C (86 punti nel Girone A, miglior difesa del torneo) e capace di inserirsi in fretta nelle dinamiche della cadetteria. La posizione di classifica non racconta tutta la verità su una squadra che, pur senza nomi altisonanti, possiede un’identità tecnico-tattica precisa, plasmata dal lavoro di Matteo Andreoletti e votata a un calcio propositivo, spesso coraggioso.

Andreoletti, il metodo e la mentalità

A colpire sin da subito è la solidità intellettuale di Matteo Andreoletti, giovane tecnico che ha costruito un Padova solido e moderno. Il mantra “chi ha la palla sceglie, chi non ce l’ha codifica” fotografa al meglio la filosofia che permea la squadra: una ricerca costante del possesso intelligente, senza forzature ma pronta a verticalizzare quando si aprono spazi. Il 3-5-2 biancoscudato vive sull’equilibrio tra il palleggio basso della linea arretrata e la rapidità nell’attacco della profondità, sfruttando al meglio la qualità dei propri interpreti nella transizione offensiva.

Il pressing alto e organizzato rappresenta uno dei marchi di fabbrica del nuovo Padova: la squadra non teme di alzare il baricentro e di aggredire la costruzione avversaria, ma contemporaneamente accetta il rischio di scoprirsi alle spalle. È in queste situazioni che, soprattutto lontano dall’Euganeo, i veneti si sono dimostrati vulnerabili alle ripartenze, subendo diversi gol da situazioni di campo aperto. Tuttavia, la sensazione è quella di una squadra in crescita, compatta nei momenti delicati, capace di soffrire ma anche di colpire con pochi tocchi.

Bortolussi, il terminale da non perdere mai di vista

Se c’è un uomo simbolo della squadra di Andreoletti è senza dubbio Mattia Bortolussi. L’attaccante, già protagonista della promozione con 16 reti in Serie C, si sta confermando anche tra i cadetti come l’elemento più pericoloso del reparto offensivo. Bortolussi è un attaccante completo, capace di lavorare su tutto il fronte d’attacco, pressare sui portatori avversari, giocare di sponda e attaccare la profondità. Non è solo un finalizzatore: il suo contributo in fase di non possesso e nella manovra d’appoggio lo rende il primo difensore e, al tempo stesso, il terminale privilegiato del gioco biancoscudato. Già per tre volte a segno in stagione, Bortolussi rappresenta il principale rebus per la retroguardia del Catanzaro, specialmente considerata la tendenza della difesa calabrese a soffrire avversari rapidi e fisici.

Tuttavia, la vera notizia all’alba della sfida del “Ceravolo” è l’assenza per squalifica di Capelli, il titolare della corsia di destra. Al suo posto, come annunciato dallo staff patavino, toccherà a Paolo Ghiglione: un profilo esperto, con alle spalle stagioni importanti tra Serie B e Serie A, ma che dovrà trovare rapidamente le misure nel nuovo contesto e contro avversari temibili sulle fasce. Questa variabile rischia di modificare gli equilibri sulla catena laterale, dove il Catanzaro potrebbe provare a colpire con le accelerazioni di Favasuli e le sovrapposizioni di Cassandro.

Padova e le sue vulnerabilità

Oltre alla fascia destra da reinventare, il Padova paga in questo avvio di stagione alcune fisiologiche difficoltà di adattamento alla Serie B. I biancoscudati hanno conquistato solo 8 punti in 7 partite (2 vittorie, 2 pareggi, 3 sconfitte), segnando appena 7 gol ma subendone già 9: un saldo negativo che evidenzia sia la solidità offensiva di Bortolussi e compagni, sia una fragilità attuale nella fase difensiva, specie in trasferta. Proprio lontano dall’Euganeo, il Padova ha raccolto meno della metà dei suoi punti e incassato gran parte delle reti subite.

L’aspetto chiave rimane però l’atteggiamento: raramente la squadra si snatura, preferendo piuttosto rischiare sulle transizioni piuttosto che arroccarsi in difesa, anche quando il risultato la penalizza. In tal senso, la gara del “Ceravolo” rappresenta un test di maturità: se sarà in grado di abbassare i ritmi, di non scomporsi nei momenti di difficoltà e di leggere con intelligenza le fasi di gara, il Padova potrà davvero ambire a qualcosa di più di una semplice salvezza.

Tradizione e precedenti: i numeri non mentono

La storia dei confronti sorride ai biancoscudati, almeno nei numeri totali: 28 partite, 11 successi Padova, 11 pareggi, solo 6 vittorie Catanzaro. Tuttavia il “Ceravolo” è terra tradizionalmente ostica: qui i giallorossi hanno avuto la meglio 5 volte, con 6 pareggi e appena 2 sconfitte subite. Il ricordo della semifinale playoff di tre anni fa è ancora vivo, ma questa volta il contesto è ben diverso: il Padova non arriva col favore dei pronostici, ma con la spavalderia di chi ha tutto da guadagnare.

Sullo sfondo c’è la consapevolezza, per il Catanzaro, di doversi affidare proprio alle motivazioni e alle fragilità degli avversari per invertire una rotta fin qui inferiore alle aspettative. La squadra di Andreoletti non suscita terrore, ma il rischio di sottovalutare una neopromossa solida sarebbe un errore imperdonabile.

Il bivio del match: tra illusioni e prove di forza

Il Padova sbarca a Catanzaro con la leggerezza di chi ha già dimostrato di poterci stare, ma con la fame di chi vuole confermare la sua crescita. Non farà paura, almeno sulla carta, ma ogni match incrociato col destino giallorosso ha insegnato che la Serie B premia solo chi interpreta ogni battaglia col massimo rispetto. E per il Catanzaro, che nel fortino amico deve ancora trovare la chiave per sbloccarsi davvero, la partita contro la neopromossa può rappresentare un’opportunità, non un ostacolo.

In un campionato che si vince prima di tutto sull’approccio, il test Padova sarà rivelatore. Il prossimo match dirà se la differenza la fa il coraggio o l’esperienza.

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