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lunedì 25 Agosto 2025

Pompetti, l’abbraccio del “Ceravolo” e la promessa ai tifosi: “Ci vediamo prestissimo in campo”

L’immagine vale più di mille parole: Marco Pompetti, camicia bianca e stampella, attraversa il perimetro del “Nicola Ceravolo” prima di Catanzaro–Südtirol e saluta la curva. Dalle gradinate parte un’ovazione che diventa coro, un applauso lungo e caldo, di quelli che scaldano il cuore anche a distanza. Il regista giallorosso – fermo dopo l’infortunio rimediato circa un mese fa nell’amichevole col Napoli in un duro contrasto con Luis Hasa – si ferma, ringrazia con la mano alzata e assapora per qualche secondo l’energia di una città intera. È il calcio nella sua essenza: un giocatore che in questo momento non può dare nulla sul campo ma riceve tutto dalla sua gente.

L’abbraccio del Ceravolo

La serata dell’esordio in Serie B ha avuto un prologo dal forte valore emotivo. Prima del fischio d’inizio, con lo stadio sold out, il numero 21 si è presentato a bordo campo: un giro di saluti, sguardi incrociati con i compagni e la tribuna che si alza in piedi. Il boato è spontaneo, sincero, quasi liberatorio. In un gruppo ringiovanito, che dovrà crescere strada facendo, Pompetti è più di un titolare: è una bussola tecnica ed emotiva. L’applauso collettivo racconta proprio questo: l’attesa di rivederlo in cabina di regia, la gratitudine per ciò che ha già dato e la fiducia in quello che tornerà a dare.

Il messaggio social: «È stato emozionante, grazie a tutti»

A fine serata è arrivata anche la conferma, scritta nero su bianco nelle sue storie Instagram«Sentire il vostro affetto ieri è stato emozionante… Grazie a tutti, ci vediamo prestissimo in campo!!». Poche parole, ma pesanti come una fascia di capitano: ringraziamento, responsabilità e promessa. È un passaggio non banale in un momento in cui il Catanzaro sta consolidando identità e certezze: sapere che Pompetti sente addosso il calore del pubblico e vuole accorciare i tempi – compatibilmente con le cure e senza forzature – è un’iniezione di fiducia per l’intero ambiente.

Cosa rappresenta Pompetti per questo Catanzaro

Dal suo arrivo due anni fa, Marco ha aggiunto qualità di primo passaggio, tempi di gioco, letture preventive. È il giocatore che trasforma il possesso in progressione, che alza il baricentro con una verticalizzazione o lo abbassa con lucidità quando serve respirare. In una squadra che con Aquilani sta cercando i propri equilibri – anche puntando su diversi giovani – il rientro del centrocampista significherà aumentare il tasso di personalità nelle uscite palla a terra e nella gestione delle fasi calde. La partita con il Südtirol ha mostrato quanto quelle qualità possano diventare determinanti, soprattutto quando il contesto (vento, aggressività avversaria, ritmo spezzettato) complica il palleggio.

La strada del rientro e la forza di un legame

Dopo lo scontro in amichevole con il Napoli, Pompetti ha intrapreso un percorso di recupero scandito da prudenza e lavoro quotidiano. Il gesto di ieri non è stato una passerella, ma un patto: la squadra lo aspetta, lui sente il gruppo e la città vicini. «Prestissimo in campo», scrive. Tradotto: senza scorciatoie, ma con la fame giusta. Anche perché questa terza stagione consecutiva in B chiama tutti a “alzare l’asticella”, espressione diventata mantra nelle parole dei senatori. Ritrovare il proprio regista, nel tempo e nei modi corretti, è una delle chiavi per farlo davvero.

Il Catanzaro riparte dall’abbraccio al suo numero 21. In attesa che la lavagna tattica torni a riempirsi di linee disegnate dalla sua mano, resta l’immagine di un ragazzo sorridente sotto i riflettori, e di uno stadio che gli sussurra in coro: “Ti aspettiamo, Marco”. Quando tornerà a posare il pallone sull’erba, quel boato diventerà benzina per tutti.

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