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domenica 17 Agosto 2025

Catanzaro, Antonini c’è: 90’ top e numeri da regista difensivo

Nel debutto stagionale di Coppa Italia a Reggio Emilia, finito 1-0 per il Sassuolo, il Catanzaro ha ritrovato una certezza al centro della propria area. Matias Antonini, brasiliano classe ’98 arrivato dal Taranto a gennaio 2024, ha offerto una prestazione che racconta bene la sua parabola: dall’impatto folgorante con Vivarini (4 gol nel finale di stagione in Serie B e attenzioni dalla A), al successivo campionato tormentato da acciacchi con Caserta (21 presenze), fino alla nuova considerazione di Alberto Aquilani, che lo ha rimesso al centro del progetto. Al Mapei Stadium Antonini ha guidato la linea con personalità, mostrando quello che oggi serve a questa squadra: protezione dell’area, letture pulite e una prima costruzione di livello.

Il contesto: compito ad alta difficoltà

Contro un Sassuolo di categoria superiore, con Berardi alla presenza numero 400 e frecce come Laurienté e Fadera, la partita chiedeva decisioni rapide e margine d’errore minimo. L’1-0 firmato Doig nasce da una combinazione da manuale dei padroni di casa; per il resto, la retroguardia giallorossa ha retto, concedendo appena 5 tiri totali e 1 nello specchio. In questo scenario, il contributo del centrale brasiliano è stato dirimente.

La prova nel dettaglio: numeri e sensazioni

La fotografia dei dati (fonte Sofascore) è eloquente: 90’ in campo, 113 tocchi, 90% di precisione nei passaggi (81/90), 7 rinvii difensivi, 3 tiri respinti, 2 intercetti, 1 contrasto vinto su 1 tentato, 2 duelli aerei (1 vinto) e 4 a terra (2 vinti). Una heatmap “accesa” sul centro-sinistra dell’area racconta presenza, coperture e scivolamenti continui. Nel primo tempo, al 4’, è proprio Antonini a murare Berardi in area; nella ripresa si è visto più spesso in impostazione, tentando anche 3 lanci (1 riuscito) per superare la prima pressione neroverde.

Non sono mancati i rischi — 12 palloni persi, fisiologici per un difensore che gioca molti palloni — ma l’atteggiamento è rimasto sempre proattivo: testa alta, linea guidata con Brighenti, distanze tenute e palla giocata con pazienza anche nei momenti di pressione.

Leadership silenziosa e valore tattico

Questa versione di Antonini è preziosa per Aquilani, che cerca centrali in grado non solo di difendere l’area ma anche di iniziativa palla a terra. Il brasiliano offre entrambe le cose: fisicità pulita nei duelli, tempi d’uscita per spezzare le linee e corretta gestione del primo passaggio sul doppio mediano (Petriccione–Pontisso) o sul terzino di parte (Di Chiara). È la base su cui costruire un Catanzaro più corto e coraggioso, in linea con l’idea di gioco del nuovo tecnico.

Cosa resta (e cosa promette)

Il gol incassato — una pennellata di Berardi per l’inserimento di Doig — non intacca la prova del reparto, né quella di Antonini. Restano due immagini: la quantità (clearance, blocchi, intercetti) e la qualità (90% di precisione con oltre cento tocchi). Sono indizi pesanti di una rinascita tecnica e mentale dopo una stagione complicata.

Se il brasiliano manterrà questa soglia di affidabilità, il Catanzaro avrà ritrovato un titolare vero: un difensore che sa difendere e far giocare. In un campionato lungo e spigoloso come la B, vale quanto un acquisto.

La prima al Mapei ha raccontato che la strada intrapresa è quella giusta. Ora la sfida è dare continuità: Antonini come riferimento, il reparto alzando la soglia d’attenzione sulle palle laterali e la squadra tutta nel portare a casa le partite che contano. I segnali, intanto, sono incoraggianti.

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