A 48 ore dalla prima gara ufficiale della stagione, Sassuolo–Catanzaro (venerdì 15 agosto, ore 18:30, Mapei Stadium, Coppa Italia Frecciarossa), Alberto Aquilani si presenta in sala stampa con il passo di chi ha già in mente la rotta. Un mese di lavoro pieno, l’ingresso in una realtà nuova e un gruppo che lo ha convinto sin dal primo giorno: «Sto molto bene – esordisce – perché il mio star bene dipende da quello che vedo dei miei giocatori. Sono seri, umili, ma con ambizione: mi seguono e vogliono migliorare». Un biglietto da visita che racconta la quotidianità del Centro Sportivo e la costruzione di un linguaggio comune, fatto di principi più che di moduli, di identità più che di numeri.
Principi prima dei moduli: dove può nascere il Catanzaro di Aquilani
Senza inseguire etichette, il tecnico spiega la rotta: «Abbiamo lavorato tanto sui principi: quelli restano, poi il modulo può variare in base alle caratteristiche degli interpreti». Le amichevoli hanno dato risposte utili – «magari ne avremmo potute fare una in più per testare alcuni adattamenti» – ma l’allenatore rivendica un metodo: intensità quotidiana, gerarchie da guadagnare, spazio ai giovani meritevoli. E qui arriva un primo nome, Mattia Liberali: «Non è un esterno puro di gamba e strappo. Rende meglio dentro al campo, nello stretto. In questo momento lo stiamo provando largo che viene dentro, ma può interpretare più posizioni». Sull’out di destra, invece, Frosinini e Favasuli hanno messo in “imbarazzo positivo” il tecnico: «Voglio competitività: chi va più forte gioca. Favasuli può adattarsi anche a sinistra; uno può stare più basso, l’altro più alto». È la fotografia di un Catanzaro elastico, capace di scivolare tra linee e ruoli senza tradire la propria idea di gioco.
Mercato, emergenze e leadership: le parole chiave
Il discorso si fa concreto quando si tocca il tema mercato. Aquilani non si nasconde: «La perdita di Pompetti è importante: aveva caratteristiche anche fisiche diverse dagli altri due centrocampisti. In mezzo qualcosa serve, così come un esterno di gamba. Davanti dipende da chi esce: la situazione di Biasci va valutata con onestà. Se rimane convinto e ci dà fiducia, per me Biasci è stimato e considerato». Il principio, però, è chiaro: «O arriva chi ci migliora, oppure restiamo così. Mi interessano giocatori che alzino l’asticella e la competizione interna».
C’è spazio anche per la gestione delle gerarchie emotive. Il riferimento è a Pietro Iemmello: «Lo vedo responsabilizzato e dentro la causa. Conosce il gioco come pochi, finalizza e rifinisce. Da lui mi aspetto qualità ma anche leadership: saper parlare nel modo giusto, essere partecipe nelle due fasi». Parole che pesano, perché assegnano al capitano il doppio compito di guida tecnica e riferimento caratteriale.
Verso il Mapei: «Coraggio, personalità, umiltà. Il risultato conta»
Sul banco di prova con il Sassuolo il tecnico è netto: «Il risultato conta sempre. Ma soprattutto mi aspetto coraggio: andiamo a Reggio Emilia contro una squadra di categoria superiore e con altre ambizioni, ma dobbiamo giocarci la partita, con personalità e l’umiltà di saper soffrire. Affronteremo calciatori di un altro livello: questo non deve toglierci la voglia di provare le nostre cose». Il riferimento va anche alla recente amichevole di prestigio con il Napoli: lezioni utili, ma senza eccessi d’entusiasmo. È la pragmatica misura di Aquilani: «La verità te la danno le partite ufficiali. Il confronto dirà a che punto siamo».
Tra i singoli, una nota su Liberali: «Sta bene, arriva dal Milan e si è allenato con la prima squadra: è pronto a giocare». E una carezza a Marco Pompetti dopo l’infortunio: «L’ho sentito. È carico di voler tornare. Gli ho detto di prendersi il tempo giusto: è giovane, ha una carriera davanti; ciò che conta ora è guarire bene».
L’abbraccio dei tifosi e la sfida da “scommessa”
Ferragosto lontano da casa ma non da soli: a Reggio Emilia sono attesi circa duecento sostenitori giallorossi. Aquilani sorride: «Passione rara: l’abbiamo vista in ritiro e la rivedremo al Mapei. Noi dobbiamo cavalcarla: siamo il loro termometro; se facciamo bene, la temperatura sale».
Sulla grande scommessa stagionale il tecnico non si tira indietro: «100%. È una scommessa anche per me». Poi allarga l’orizzonte: «Catanzaro è diventata una piazza credibile: si viene per i risultati e per il calcio proposto. Quest’anno abbiamo ricominciato: allenatore nuovo, tanti under (8 su 12 innesti). C’è l’incognita della risposta alla Serie B, ma c’è soprattutto entusiasmo e la voglia di giocarcela con tutti. Nessun proclama: l’obiettivo è fare ogni partita meglio dell’avversario. Il risultato poi indirizza umore e settimane, e noi lavoriamo per portarlo dalla nostra parte».
La chiusa
Due giorni alla sfida, poche certezze e una bussola lucida: principi chiari, competizione interna, fiducia nei giovani e leadership dei senatori. Aquilani non promette scorciatoie, ma un Catanzaro capace di riconoscersi anche contro chi, oggi, vive un piano più alto. Il resto lo farà il campo, e quel settore ospiti colorato di giallorosso pronto a spingere la prima rincorsa dell’anno.