Dietro le recenti penalizzazioni inflitte a Brescia e Trapani, che hanno scosso gli equilibri del calcio professionistico italiano, si cela uno scenario complesso e inquietante che coinvolge finanza creativa, criptovalute e presunti crediti fiscali inesistenti. A far luce su questa intricata vicenda è un’inchiesta condotta dal settimanale L’Espresso, che ha rivelato dettagli inquietanti attorno alla figura di Gianluca Alfieri, un giovane di 25 anni al centro di un sistema opaco di compravendita di crediti d’imposta mai realmente esistiti.
Il meccanismo: crediti fasulli, conti esteri e fondi criptati
Secondo quanto ricostruito da L’Espresso, Alfieri avrebbe venduto a più club calcistici crediti fiscali fittizi, incassando pagamenti attraverso Finom, una istituzione di moneta elettronica con sede a Cipro, fondata dall’ex Sberbank Oleg Laguta e registrata presso la banca centrale olandese. Alfieri, spacciandosi per operatore accreditato, ha fornito crediti inesistenti derivanti da cinque società di sua conoscenza (Ng Costruzioni, Siam, Studio Paghe 2000, Honda srl, San Pietro), architettando così una truffa finanziaria travestita da operazione legittima.
Il Brescia, secondo i documenti dello studio Tonucci, avrebbe acquistato 1,47 milioni di euro in crediti fiscali da Alfieri, versando regolarmente il pagamento tra il conto Finom e un secondo conto custodito da un notaio della provincia di Rovigo. I crediti, però, si sono rivelati inesistenti, provocando l’intervento della Giustizia sportiva, che ha immediatamente comminato 8 punti di penalizzazione complessivi: 4 da scontare nella stagione in corso e 4 nella prossima.
Le conseguenze per Brescia, Trapani e gli altri club coinvolti
Non solo il Brescia. Anche il Trapani, neopromosso e ambizioso, è stato travolto dalla bufera con 8 punti di penalizzazione da scontare nella prossima stagione. Il sistema messo in piedi da Alfieri ha coinvolto almeno nove società professionistiche, che nel periodo tra settembre 2024 e febbraio 2025 avrebbero fatto ricorso alla medesima procedura per compensare i versamenti fiscali di Irpef e Inps.
Tra le squadre finite sotto i riflettori, il Taranto è stato addirittura escluso dai campionati. Altre società, come Pescara, Ascoli e Latina, avrebbero invece utilizzato il sistema su scala minore, con cifre più contenute, in attesa che la Guardia di Finanza e la magistratura ordinaria facciano luce su ogni dettaglio.
Giustizia sportiva e giustizia ordinaria: due velocità diverse
Mentre gli organi di giustizia sportiva hanno agito con rapidità per garantire la regolarità dei campionati in corso, la giustizia ordinaria sta ora portando avanti un’inchiesta più ampia e strutturata, con indagini approfondite sulla rete di rapporti, società coinvolte, flussi bancari e legami internazionali. La figura di Alfieri, con sede societaria fantasma in via Monte Napoleone a Milano e documenti bancari falsificati, sarà centrale nel chiarire quanto accaduto e verificare eventuali complicità più ampie.
Il nodo criptovalute e il ruolo di Finom
L’utilizzo di conti legati a istituti digitali internazionali come Finom, con sede a Cipro ma abilitazione bancaria in Olanda, pone interrogativi urgenti sul livello di controllo e sulla tracciabilità delle operazioni. Il ruolo delle criptovalute, anche se non ancora accertato come mezzo diretto di pagamento, appare quanto meno funzionale a facilitare lo schermo finanziario utilizzato per celare il denaro.
Un campanello d’allarme per il calcio italiano
Il caso mette in evidenza le vulnerabilità del sistema sportivo nazionale e la necessità urgente di maggiore trasparenza nei bilanci dei club. L’impiego di strumenti finanziari complessi o poco regolamentati come i crediti d’imposta o le piattaforme fintech potrebbe diventare terreno fertile per operazioni elusive e pericolose. La FIGC, come anche la Lega Pro, sono ora chiamate ad avviare controlli più stringenti e strutturati, prima che si ripetano casi simili.
Legalità, trasparenza e futuro del calcio
Mentre i club colpiti cercano di arginare le conseguenze immediate, il mondo del calcio deve fare i conti con una realtà nuova e allarmante, fatta di finanza creativa, zone grigie e controlli inefficaci. La lezione più importante? Serve una riforma profonda delle regole finanziarie, maggiore etica gestionale e soprattutto il coraggio di denunciare pratiche opache. Perché il calcio italiano, per continuare a essere credibile, ha bisogno prima di tutto di regole chiare e rispetto della legalità.