Meno di 48 ore dopo Sassuolo-Catanzaro è arrivato un altro fischio finale, più emotivo che sportivo. Sui social, Giovanni Scognamillo, padre di Stefano, ha affidato a poche righe il senso di quattro anni e mezzo vissuti in giallorosso. Un saluto carico di riconoscenza, nato durante le vacanze nel quartiere Lido, e reso ancora più nitido dall’esordio del figlio con il Benevento (successo 1-0 sul Guidonia Montecelio in Coppa Italia Serie C). Un addio che sa di arrivederci e che racconta, meglio di tante parole, cosa lascia Catanzaro a chi la abita, la vive e la difende.
Un addio che profuma di famiglia
Non è la solita lettera di rito. Il post di Giovanni ha l’odore delle cucine di casa e dei viaggi in macchina verso il “Ceravolo”: «Pensavo fosse un sogno, sto trascorrendo le vacanze a Catanzaro Lido, stesse persone, stesse abitudini… Poi ho visto la partita e mi sono accorto che il 14 non era accanto al nome di Stefano». Da lì, la realtà: «Andiamo via con il cuore spezzato».
Non c’è retorica, c’è gratitudine. Il papà ringrazia “tutta la tifoseria per il grandissimo affetto”, ammette che “chi non lo ha vissuto farà fatica a capire” e restituisce l’immagine più potente di questi anni: la marea giallorossa a riempire i settori ospiti “indipendentemente dal risultato”. Una fotografia fedele: trasferte fiume, cori senza orologio, l’orgoglio di un’appartenenza.
Quattro anni e mezzo che hanno cambiato tutti
Arrivato a gennaio 2021, Stefano Scognamillo è stato molto più di un difensore: personalità, duello, leadership silenziosa. Con Calabro, Vivarini e poi Caserta, ha attraversato salite e discese, la promozione in B, la Supercoppa di Serie C, i playoff di un anno fa. In totale 169 presenze con il Catanzaro tra campionato e coppe, impreziosite da gol pesanti e da una continuità che lo ha reso simbolo. Per questo l’uscita di scena, consumata un mese fa e sancita dalla nuova pagina con il Benevento, non poteva essere fredda: la città ha risposto come sa, con affetto, e la famiglia Scognamillo ha sentito il bisogno di restituire.
“Abbiamo lottato, pianto e gioito”: il testo che resta
Nel messaggio di Giovanni c’è un passaggio che vale come manifesto: «Abbiamo insieme lottato, pianto e gioito. È stata una grandissima emozione andare in trasferta al Nord e sentirvi cantare per tutti i novanta minuti». Poi l’augurio, che è anche una promessa: «Vi auguro di raggiungere il traguardo che per due anni abbiamo sfiorato. Sperando sia solo un arrivederci».
Sono frasi che toccano corde profonde perché mettono al centro la relazione tra squadra e gente. Non è un “grazie” di circostanza; è il riconoscimento di una comunità sportiva che in questi anni ha ricostruito ambizione, stile e riconoscibilità. E che – non a caso – continua a generare legami anche quando le strade si dividono.
Il presente a Benevento, l’impronta che resta
Ieri, al debutto ufficiale con i sanniti (1-0 in Coppa), Stefano ha ritrovato campo e ritmo in una dimensione diversa, con l’obiettivo dichiarato di riportare il Benevento ai vertici. Ma l’impronta lasciata qui non si cancella. Basterebbero i commenti sotto il post: decine di “Catanzaro resterà casa vostra”, abbracci digitali di compagni e tifosi, l’eco di un rapporto schietto.
È così che funziona lo sport quando lo si vive intero: ci si saluta senza voltarsi, si tifa per chi ha sudato la stessa maglia, ci si tiene stretti con la forza delle storie condivise.
Oltre i colori: il capitale emotivo di un club
Il messaggio dei Scognamillo è uno specchio nel quale il Catanzaro può guardarsi in questa vigilia di campionato. Dentro c’è un capitale che non si compra: identità, appartenenza, reputazione. È il patrimonio che ha sostenuto la corsa degli ultimi anni e che accompagnerà il gruppo di Aquilani nella nuova stagione.
Gli arrivi, le partenze, i contratti: tutto scorre. Restano le persone, i gesti, le parole giuste al momento giusto. Come quelle di un papà che, prima di salutare, ricorda a tutti perché questa città ti entra sotto pelle: “Forza Catanzaro, sempre. La Calabria è giallorossa.”