Ultima giornata da brividi in massima serie: da chi retrocede dipenderanno incroci, derby e nuovi equilibri per il prossimo campionato cadetto. Il Catanzaro osserva da vicino
Il campionato di Serie A arriva al suo epilogo con una coda che promette scintille. Se in vetta tutto è ormai delineato, la parte calda della classifica è ancora un campo di battaglia aperto, dove cinque squadre si giocano due posti per la salvezza, con una retrocessione già scritta – quella del Monza, matematicamente condannato con una giornata d’anticipo – e tanti scenari ancora da comporre. È una corsa disperata, fatta di incroci, differenze reti, nervi saldi e sogni di restare nella massima serie. Ma è anche una corsa che interessa da vicino la Serie B, dove si attendono i verdetti per conoscere i nuovi (o vecchi) avversari in vista del 2025/26.
Tra le più coinvolte c’è il Lecce, che al momento occupa una posizione che equivarrebbe allo spareggio salvezza con l’Empoli. Entrambe a 31 punti, i salentini sfidano in trasferta la Lazio, già certa della qualificazione europea, mentre i toscani affronteranno l’Hellas Verona, squadra attualmente salva con 34 punti, ma tutt’altro che tranquilla. In caso di parità, si profila un drammatico play-out, ma anche una sconfitta potrebbe bastare a uno dei due club, a seconda dei risultati altrui. Un eventuale ritorno del Lecce in B aprirebbe subito la suggestione di un derby infuocato col Bari, rivincita di antiche rivalità pugliesi che infiammerebbe il prossimo torneo cadetto.
A inseguire c’è anche il Venezia, penultimo con 29 punti, che ha bisogno di un’impresa vera e propria sul campo della Juventus per continuare a sperare. I lagunari, autori di una stagione fragile e contraddittoria, non hanno più margini d’errore: solo una vittoria a Torino, e notizie favorevoli dagli altri campi, possono tenerli aggrappati a un miracolo.
L’Hellas Verona, invece, ha il destino nelle proprie mani: vincendo contro l’Empoli sarebbe matematicamente salvo. Ma i veneti, reduci da un campionato in chiaroscuro, sanno bene che un pareggio potrebbe non bastare. La pressione sarà tutta sulle spalle degli uomini di Zanetti, chiamati a una prova di maturità. Attenzione proprio all’Empoli, squadra capace di ribaltare ogni pronostico nel finale delle ultime stagioni: per i toscani, come per i gialloblù, è una finale vera.
E poi c’è il Parma, a 33 punti, inserito nel mucchio sebbene più distante dalla linea rossa. I ducali affronteranno un’Atalanta reduce dalla finale di Europa League e potenzialmente appagata. Ma l’impegno resta proibitivo, e in caso di sconfitta potrebbero essere risucchiati in un vortice pericoloso, se tutti gli altri dovessero fare bottino pieno. Anche per i crociati il margine d’errore è sottile.
Il quadro, insomma, è apertissimo, e in gioco non ci sono solo le sorti delle società coinvolte, ma anche quelle delle squadre che si apprestano a vivere la prossima Serie B. Per esempio, il Bari, reduce da una stagione travagliata e ora obbligato a rilanciare un progetto tecnico-gestionale all’altezza delle aspettative. Sapere se nella categoria scenderanno realtà importanti come Lecce, Verona o Venezia cambia radicalmente la fisionomia del campionato. E anche per una squadra come il Catanzaro, che, semifinale playoff permettendo, punta dichiaratamente a stabilizzarsi ai vertici e alzare l’asticella delle ambizioni, la qualità delle retrocesse può condizionare mercato, strategia e competitività.
A tutto questo si aggiunge il fattore pubblico. Stadi come il “Via del Mare”, il “Bentegodi” o il “Penzo” porterebbero in dote tifoserie calde, piazze storiche e sfide dall’alto richiamo, arricchendo il valore del campionato cadetto sia in termini tecnici che mediatici. Un eventuale Lecce-Bari o Verona-Catanzaro, solo per citare due ipotesi, sarebbero match da copertina, da tutto esaurito, da prima pagina.
La domenica che chiude la Serie A sarà dunque seguita con occhi doppi: quelli di chi lotta per non retrocedere e quelli di chi, già in B, studia i futuri rivali. Perché una stagione finisce, ma un’altra inizia proprio dalle sue ceneri.