Sono trascorse poco meno di 48 ore dall’entusiasmante vittoria conquistata contro il più quotato Spezia di D’Angelo ed è dunque il momento dei bilanci.
Ora, volgendo l’attenzione alla gara contro gli aquilotti liguri, è pertanto doveroso fare delle brevi considerazioni. Innanzitutto, coloro che sostenevano l’episodicità dell’atteggiamento assunto dalla squadra di D’Angelo nella gara d’andata – falli sistematici, perdite di tempo continue e, più in generale, assunzione di comportamenti non confacenti ad una squadra di elevata qualità come, per l’appunto, lo Spezia – sono stati clamorosamente smentiti da quanto accaduto nella partita di ritorno.
Il telecronista stava ancora ricapitolando le formazioni quando, dopo appena 20”, Bandinelli ha ritenuto opportuno falciare Re Pietro Iemmello. Che la regalità del capocannoniere destasse invidia era ipotizzabile, ma non a tal punto da fare un’entrata killer, del tutto priva di senso, dopo pochi istanti dal calcio d’inizio; a meno che il centrocampista spezzino non intendesse lanciare un chiaro messaggio ai calciatori calabresi.
Sul punto, del tutto prive di consistenza le dichiarazioni post-partita di Mister D’Angelo, volte ad evidenziare l’inopportunità della sanzione per il mero fatto che fossero trascorsi pochi istanti di gioco e per non aver redarguito verbalmente il centrocampista bianconero. Una rivisitazione curiosa del regolamento quella secondo la quale, al cospetto di un intervento meritevole dell’ammonizione, l’arbitro dovrebbe arrogarsi il diritto di valutare l’opportunità o meno di comminare la giusta sanzione, in ragione del momento in cui il fallo è avvenuto.
Ad avviso di chi scrive, il direttore di gara – forse avendo studiato quanto accaduto nella partita d’andata (?) – ha preferito dare immediatamente una linea di condotta alla gara, sanzionando un intervento manifestamente da ‘giallo’.
Subito dopo sono saliti sul palco della commedia imbastita dai liguri i fratelli Esposito, calciatori tra i più forti dell’intera categoria e dal sicuro avvenire. Pio ha dato la dimostrazione plastica della famosa “antisportività” di cui si parlava nei giorni antecedenti la gara, cadendo rovinosamente per essere stato colpito con inaudita cattiveria da…nessuno. Rigore concesso e poi giustamente revocato.
Il quadro si completa quando, pochi minuti dopo, il buon Salvatore Esposito, tenta di provocare Bonini simulando un fantomatico fallo di reazione. Cosa possa spingere atleti dalle qualità tecniche conclamate – per dirla in poche parole, calciatori così forti – ad avvalersi di tali mezzucci è un mistero.
Di contro, assolutamente condivisibile quanto asserito da mister D’Angelo con riferimento all’espulsione di Lapadula (giusta solo regolamento alla mano). Quest’ultimo, peraltro, ha dimostrato il proprio spessore scusandosi con Petriccione e non rivolgendo alcuna protesta all’indirizzo del direttore di gara.
Sponda Catanzaro, la vittoria di La Spezia, oltre che chiudere virtualmente il discorso ‘salvezza’, può rappresentare uno snodo fondamentale per la stagione dei giallorossi. Le Aquile hanno condotto con sagacia l’intero incontro, sofferto quando era il momento di farlo e, allo stesso tempo, giocato con coraggio, sfruttando al massimo gli errori degli avversari. Il primo gol di Pittarello rappresenta, poi, la ciliegina sulla torta capace di far acquisire magicità ad una giornata perfetta.
La stessa magia che si respira in Città, che si percepiva a fine gara sotto la curva gremita dai tifosi giallorossi.
Sul web circola un’immagine simpatica che ritrae il buon Pigliacelli con alle spalle un muro, che, ad avviso di chi scrive, si presta ad una duplice interpretazione: da una parte, vuole sottolineare i miracoli compiuti dal portiere del Catanzaro, dall’altra, rimarcare metaforicamente l’invalicabilità del muro giallorosso che si trovava alle spalle dell’estremo difensore delle Aquile.
La frustrazione letta negli occhi dei calciatori liguri, che li ha indotti ad assumere talvolta comportamenti non propriamente consoni, sarà forse da ricondurre al fatto che i giallorossi giocavano in dodici??? Ahinoi, non è dato saperlo!
Ciò che, invece, è possibile affermare senza timore di smentita è che, comunque finirà il campionato, Scognamillo e compagni stanno regalando delle emozioni uniche ai tifosi catanzaresi e, finché indosseranno la gloriosa casacca rossa con numeri gialli e l’Aquila Reale sul cuore, non c’è battaglia in cui verranno lasciati soli.