Il Catanzaro, dopo la vittoria con la Carrarese che aveva segnato un netto passo avanti rispetto alla pessima prestazione di Cesena, gioca due partite i cui primi tempi risultano timidi e inconsistenti. Facciamo riferimento a Cittadella e Cremonese, gare che hanno dato diverse indicazioni, oltre alla possibilità di poterle vincere addirittura entrambe e la squadra non si sarebbe trovata a dover affrontare la trasferta di Salerno con grande apprensione e in campo si è visto.
Eh sì, se i due arbitraggi, al di là dell’opinione che ognuno può avere di Caserta e delle sue scelte, fossero stati all’altezza, il Catanzaro potrebbe avere addirittura dieci punti (calcolo post Salernitana) e proviamo a spiegare il perché. Il risultato della partita di Cittadella è stato falsato dall’incredibile annullamento della rete di Pittarello. Un arbitro che fischia dopo che la palla entra in rete, dimostra come minimo insicurezza se non vogliamo sconfinare nella malafede.
Il signor Feliciani, già recidivo e tutti sappiamo in che senso, ha fischiato sanzionando il nulla, perché quello era un normalissimo contatto di gioco. Il direttore di gara ha negato al Catanzaro la vittoria certa, essendo l’episodio incriminato accaduto al minuto 90. Quindi sicuramente due punti in meno e questo a prescindere dalla prestazione, perché il calcio non è il pugilato, non si vince o si perde ai punti.
Sulla partita con il Cittadella può bastare, abbiamo già trattato l’argomento nel focus sulla gara a suo tempo. Passiamo alla partita con la Cremonese, affrontata con il sistema misto 4 4 2 e 3 5 2, dopo un tentativo timido del famigerato 4 2 3 1 con il Cittadella che nella gara stessa si è trasformato ancora in 4 4 2 e in qualcos’altro che non sempre è chiaro.
Le due partite possono essere accomunate per l’approccio totalmente inadeguato e senza personalità. Stessa cosa era avvenuta a Cesena, dove comunque la gara era stata globalmente negativa, risultato compreso. Ma la partita con la Cremonese ha evidenziato un primo tempo in balia del palleggio e delle ripartenze avversarie, come mai accaduto in precedenza.
E questo anche perché i lombardi sono molto forti tecnicamente, oltre a giocare a memoria e non possono essere affrontati con distanze senza senso tra i reparti, cercando sempre una veloce verticalizzazione non organizzata che offre, perduta palla, il fianco a gente fortissima e con notevole gamba.
Detto questo, nessuna squadra può sopportare senza conseguenze un arbitraggio come quello di Pezzuto. Una partita insufficiente nella lettura in generale e particolarmente avversa al Catanzaro nelle singole decisioni che coinvolgono tutta la terna, il quarto uomo e soprattutto il Var. L’arbitro in campo non vede un calcio d’angolo netto a favore dei giallorossi, con Antov protagonista del colpo di testa che manda la palla fuori e subito dopo di un fallo da ammonizione che essendo la seconda lo avrebbe estromesso dal campo se sanzionata.
Incredibilmente viene ammonito Vasquez al suo posto e la fa franca, tutto ciò impedisce al Catanzaro di giocare l’ultimo quarto d’ora compreso il recupero, con il grande vantaggio della superiorità numerica. Non si sarebbe mai persa quella partita e quindi sarebbero stati dieci PUNTI CERTI in aggiunta al sopra citato gol di Pittarello minuto 90 con il Cittadella.
E chi ci dice che in superiorità numerica la partita non sarebbe stata addirittura vinta? Il calcio, al di là di gioco più o meno fluido, è determinato molto dagli episodi e il Catanzaro nelle ultime due partite pre Salernitana, è stato letteralmente defraudato di tre PUNTI CERTI. Ora lasciamo perdere l’amara dietrologia e analizziamo la conferenza pre Salernitana di mister Caserta.
Innanzi tutto salta agli occhi il piglio totalmente diverso rispetto alle ultime uscite, dove dispensava sorrisi e più serenità. Sabato si è visto un Caserta volutamente determinato, ma in fondo più nervoso e meno sicuro di quello che ha voluto dimostrare. Presentarsi a Salerno con soli sei punti invece dei nove CERTI pre gara, non lo ha aiutato per niente e questo va ribadito. Ma il malcelato nervosismo nasconde anche la frustrazione di non avere ancora trovato la quadra in tante situazioni.
Lui, si sa, vorrebbe attuare il 4 2 3 1 modulo tattico a cui è più legato. La trasferta di Cesena, l’unica partita in cui lo ha praticato per 60 minuti, è stata un vero disastro e successivamente, preso da ansia di risultato non lo ha più riproposto, traendone vantaggi innegabili soprattutto in fase difensiva.
In conferenza pre Salerno, dicevamo, Caserta si sofferma sulle ultime prestazioni e indica una sicura crescita della squadra a prescindere dai risultati alterni e insoddisfacenti per poi sostenere che è orientato con decisione verso il 4 4 2. Il problema è che anche a Salerno si è trattato di un 4 4 2 incerto già nella sua testa e i calciatori lo percepiscono, pur impegnandosi allo spasimo, in campo eseguono il compitino assegnato, soprattutto difensivo e poco di più.
La partita di Salerno è stata davvero priva di contenuti tecnici degni di nota, con due esterni bassi molto frenati, soprattutto Bonini che funge da equilibratore tra difesa a tre e difesa a quattro all’interno della gara. Cassandro è stato molto impreciso ma ha corso moltissimo, soprattutto all’indietro e in fase offensiva ha prodotto davvero poco. Il tema della partita è stato il lancio lungo verso Pittarello, che ha tenuto poche palle e quelle che ha conquistato e difeso, le ha quasi tutte smistate male.
Compagnon ha disputato una partita anonima e D’Alessandro si è sacrificato ad aiutare la linea di centrocampo, piuttosto che offendere. Koutsoupias, che potenzialmente al pari di Compagnon e D’ Alessandro é un calciatore di livello, ha cercato di affiancare Pittarello, isolato a lottare contro la difesa avversaria, quasi come un giocatore di rugby piuttosto che di calcio.
Petriccione e Pompetti hanno sputato sangue in mezzo al campo, con ripiegamenti continui, ma spesso by passati dai lanci lunghi di Pigliacelli e dei difensori in fase propositiva. L’anima della squadra sono stati Brighenti e Scognamillo, di gran lunga i migliori in campo insieme all’ottimo Pigliacelli. Il post gara con le dichiarazioni del mister lo conosciamo tutti ed ha sollevato molte polemiche e contestazioni sui social e tra i tifosi più esigenti in genere.
Ai più non piace la proposta di gioco e il fatto che Iemmello soprattutto, ma anche Biasci e i centrocampisti, non riescano più ad esprimersi su certi livelli. La situazione non è certamente rosea, ma gli umori e le esternazioni di molti non sono minimamente giustificabili. Riteniamo si stia oltrepassando il segno, si rischia di diventare una Cosenza due e questo bisogna fare di tutto affinché non si affermi compiutamente.
Si sono lette e sentite bestemmie calcistiche circa una augurabile esclusione del Capitano a favore di Pittarello. Se si arriva fino a questo punto, non si fa un grande favore alla causa giallorossa, anzi si demoliscono tutte le certezze e Iemmello ne é la pietra miliare. Certezze che non sono poche e si chiamano anche Brighenti, Scognamillo, Antonini, Situm, Petriccione, Pontisso, Pompetti, Brignola, Biasci e appunto lo Zar Pietro.
A loro si deve aggiungere l’attesa crescita di tutti gli altri e in particolare di Bonini, già inserito con discreti risultati, Cassandro già vincitore del campionato scorso e venti presenze con il Como, di Koutsoupias, Coulibaly, D’Alessandro, Buso, Pittarello stesso che può certamente diventare più incisivo insieme a La Mantia entrato nel finale a Salerno.
Concludendo, due concetti sul mister: nelle disamine pre e post gara è sempre molto puntuale nell’esposizione ,lucido e competente. I calciatori gli vogliono bene e lottano anche per lui, ma traspare in maniera chiara che non è ancora entrato professionalmente nella testa dei suoi ragazzi. La sua proposta di gioco risulta incompiuta , oseremmo dire frenante al momento. Di sicuro non brillante e seducente.
Che sia dovuto alla crescita non ancora compiuta atleticamente all’interno della squadra dei nuovi calciatori sopra citati? Lo speriamo vivamente, vorrebbe dire che sarebbe poi tutto risolto una volta raggiunta la migliore condizione. Ma è veramente così? Lo scopriremo strada facendo e già domenica contro il Modena, onde evitare probabilissime drastiche decisioni, c’è una sola possibilità: la vittoria!!!