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sabato 18 Gennaio 2025

“Vi apro la pancia come un capretto”: Daspo di 10 anni per un tifoso del Catanzaro fermato con un coltello al Druso

Il calcio, da sempre occasione di passione e unione, continua purtroppo a essere segnato da episodi che poco hanno a che vedere con lo spirito sportivo. Sabato 12 gennaio, allo stadio Druso di Bolzano, si è verificato un grave episodio che ha portato a conseguenze importanti per un tifoso del Catanzaro. Durante i consueti controlli pre-gara, un uomo di 58 anni, già noto alle forze dell’ordine, è stato trovato in possesso di un coltello di grandi dimensioni e si è scagliato contro gli agenti con minacce pesanti. “Vi apro la pancia come un capretto”, queste le parole pronunciate nei confronti degli operatori di polizia. La risposta delle autorità non si è fatta attendere: un Daspo di 10 anni è stato emesso nei confronti dell’uomo, con misure restrittive aggiuntive per garantire la sicurezza negli stadi.

Il contesto dell’episodio

L’episodio si è verificato poco prima del fischio d’inizio della partita di Serie B tra Südtirol e Catanzaro, valida per la ventiduesima giornata di campionato. All’ingresso dello stadio Druso, le forze dell’ordine hanno fermato un tifoso catanzarese per i controlli di routine. L’uomo, identificato come P.E., 58 anni, portava con sé un coltello nascosto nei pantaloni, dietro la schiena. Alla richiesta degli agenti di consegnare l’arma, il tifoso ha reagito con un atteggiamento provocatorio e minaccioso, apostrofandoli con frasi intimidatorie.

P.E. non è un volto nuovo per le autorità: il suo passato è costellato di precedenti penali che includono furto, estorsione, violenza privata, minacce a pubblico ufficiale e altre condotte criminali. Non era nemmeno la prima volta che riceveva un provvedimento Daspo: nel 2017 gli era già stato vietato l’accesso agli stadi per episodi simili.

La decisione delle autorità

Di fronte alla gravità dell’accaduto, il Questore di Bolzano, Paolo Sartori, ha deciso di adottare un provvedimento esemplare. Il Daspo di 10 anni, massimo previsto dalla normativa italiana, è stato accompagnato dall’obbligo di firma per 5 anni presso la Questura di Catanzaro in concomitanza con le partite della squadra giallorossa. Inoltre, il divieto non si limita agli stadi: l’uomo non potrà accedere a stazioni ferroviarie, autogrill e altri luoghi legati alla logistica dei tifosi durante le competizioni sportive.

La misura è stata emessa per garantire la sicurezza non solo degli eventi calcistici, ma anche dei tifosi che si recano allo stadio per assistere pacificamente alle partite. Le autorità hanno voluto inviare un messaggio chiaro: episodi di violenza e minacce non saranno tollerati.

Le parole del Questore Sartori

Il Questore Sartori ha voluto sottolineare la gravità dell’episodio e l’importanza di misure preventive per garantire la sicurezza negli stadi. “Con tali comportamenti, questi individui hanno messo in grave pericolo la sicurezza e l’ordine pubblico, oltre che l’incolumità delle persone presenti. Non è ammissibile che una minoranza comprometta la tranquillità di chi si reca allo stadio per assistere a un evento sportivo”, ha dichiarato Sartori. Il provvedimento adottato, ha spiegato, mira non solo a punire, ma anche a prevenire futuri episodi simili.

Un secondo caso: Daspo per un tifoso del Frosinone

L’episodio del tifoso del Catanzaro non è stato l’unico a destare preoccupazione. Sempre al Druso, ma in occasione della gara tra Südtirol e Frosinone del 30 ottobre scorso, un tifoso ciociaro, identificato come D.D.S., ha acceso tre fumogeni all’interno del settore ospiti. Questo comportamento, vietato dalla normativa vigente, ha messo a rischio l’incolumità degli altri spettatori presenti.

Anche in questo caso, il Questore Sartori ha emesso un Daspo di 5 anni nei confronti del tifoso, accompagnato dall’obbligo di firma. L’episodio evidenzia ancora una volta come una piccola minoranza possa minare la sicurezza e il clima di serenità durante le partite.

La tifoseria del Catanzaro, conosciuta per la passione e il calore con cui sostiene la squadra, si è trovata nuovamente al centro dell’attenzione mediatica per motivi poco edificanti. Non è la prima volta che un episodio isolato rischia di gettare ombre su una tifoseria che, nella stragrande maggioranza dei casi, si distingue per il proprio comportamento civile. Molti tifosi hanno preso le distanze dall’accaduto, condannando fermamente il gesto e sottolineando che non rappresenta i valori della comunità giallorossa.

Anche il Frosinone ha voluto stigmatizzare l’episodio legato al proprio tifoso, ribadendo l’importanza di rispettare le normative e di garantire la sicurezza durante le partite.

La normativa sui Daspo: uno strumento essenziale

Il Daspo, acronimo di Divieto di Accesso alle manifestazioni sportive, è uno strumento introdotto in Italia negli anni ’80 per contrastare la violenza negli stadi. Negli anni, la normativa è stata rafforzata per includere misure più severe nei confronti dei recidivi e dei comportamenti ritenuti pericolosi.

Nel caso specifico del tifoso del Catanzaro, la durata decennale del provvedimento riflette la gravità dell’episodio e la recidività del soggetto. L’obbligo di firma, inoltre, rappresenta un ulteriore deterrente per evitare che il destinatario del Daspo possa eludere il divieto.

La sicurezza negli stadi: una priorità

L’episodio di Bolzano riporta al centro dell’attenzione il tema della sicurezza negli stadi italiani. Negli ultimi anni, sono stati compiuti passi avanti significativi, ma episodi come quello di sabato dimostrano che la strada da percorrere è ancora lunga. Il lavoro delle forze dell’ordine, spesso messo alla prova da situazioni di tensione, è fondamentale per garantire che il calcio rimanga uno spettacolo accessibile a tutti, famiglie incluse.

Le implicazioni per il Catanzaro

Per il Catanzaro, l’episodio rappresenta un’ombra in una stagione altrimenti positiva sul campo. La società giallorossa non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sull’accaduto, ma è probabile che si dissoci pubblicamente dal comportamento del tifoso, come avvenuto in passato in casi simili.

Gli episodi di violenza e intemperanze da parte di una minoranza di tifosi possono danneggiare l’immagine di un club e mettere a rischio i rapporti con le istituzioni sportive e le forze dell’ordine.

Un appello al rispetto delle regole

Episodi come quelli di Bolzano ricordano l’importanza di sensibilizzare i tifosi al rispetto delle regole e dei valori dello sport. Il calcio è, e deve rimanere, un momento di aggregazione e condivisione, in cui le rivalità rimangono sul piano sportivo.

Le società sportive, insieme alle autorità competenti, possono fare molto per educare e sensibilizzare le tifoserie, attraverso campagne di comunicazione e iniziative che promuovano comportamenti positivi.

L’episodio di Bolzano è un esempio di come una minoranza possa compromettere la sicurezza e il clima di serenità negli stadi. Le autorità, attraverso provvedimenti come il Daspo, dimostrano che la tolleranza zero è l’unica risposta possibile a comportamenti che mettono a rischio l’ordine pubblico. Tuttavia, è fondamentale lavorare anche sul piano educativo, affinché episodi come questi diventino sempre più rari.

Il calcio italiano ha bisogno di tifoserie appassionate ma rispettose, in grado di vivere lo sport come un momento di festa e non come un’occasione per dar sfogo alla violenza.

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