In un’epoca in cui il calcio sembra aver smarrito l’autenticità dei legami, ci sono gesti e parole che riescono ancora a restituirne il valore più umano. È quanto accaduto al termine di Sassuolo-Catanzaro, quando Andrea Ghion, oggi al Sassuolo ma protagonista delle due stagioni d’oro del Catanzaro, ha voluto salutare quella che per lui è stata molto più di una tifoseria: la sua Curva.
Lo ha fatto con una storia Instagram che è subito diventata virale tra i tifosi giallorossi, accompagnata da una frase semplice ma intrisa di emozione:
“Non potevo andarmene senza passare da lì.
Sotto quella curva ci ho lasciato il cuore…
e un pezzo è ancora lì.
Grazie Catanzaro 💛❤️”
Un legame che il tempo non ha scalfito
Ghion, classe 2000, oggi festeggia con il Sassuolo la promozione in Serie A, ma non dimentica dove è esploso, dove ha imparato cosa significhi giocare con la pressione del risultato, ma anche con il calore di una città intera. In due stagioni a Catanzaro, ha collezionato 58 presenze, 2 reti e 9 assist, risultando determinante nella storica promozione in Serie B e nella cavalcata che ha portato le Aquile fino alla semifinale playoff dello scorso anno.
Più che i numeri, a restare impressi sono lo stile, la compostezza, la capacità di incarnare i valori della maglia giallorossa. E forse per questo, nonostante oggi indossi una maglia diversa, quella curva continua a sentirlo uno di loro.
Il ritorno sotto il settore: un rito sincero
Dopo il triplice fischio, mentre il Catanzaro festeggiava l’accesso ai playoff sotto i propri tifosi, Ghion si è diretto verso quel settore ospiti colorato di giallorosso. Un gesto silenzioso, carico di significato, come a voler dire “non vi ho dimenticati”. Non era obbligato a farlo. Ma lo ha fatto, e con il cuore.
E lo ha ribadito con quel messaggio che ha emozionato centinaia di tifosi, diventato in poche ore un piccolo manifesto del legame tra uomo e città. Di quelli che non si dimenticano.
Un esempio per il calcio di oggi
La storia di Andrea Ghion rappresenta un modello raro nel calcio contemporaneo, dove il tempo per affezionarsi – da ambo le parti – sembra spesso troppo breve. E invece, anche in un mondo dove le carriere si muovono veloci e le maglie cambiano con frequenza, c’è spazio per chi sceglie di restare, almeno con il cuore.
Catanzaro non dimenticherà Ghion. E Ghion non dimenticherà Catanzaro. Perché in quella curva, come ha scritto lui stesso, c’è ancora un pezzo del suo cuore.