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mercoledì 1 Ottobre 2025

Carlo Sassi ci lascia a 95 anni: il rigore negato al Catanzaro che fece storia

Ex calciatore ed ex bancario, in Rai dal 1960, Carlo Sassi, nato a Milano il 1 ottobre 1929 e scomparso proprio ieri, a pochi giorni dal suo 96esimo compleanno, per molti rimane famoso per le sue partecipazioni a “Quelli che il calcio” con Fabio Fazio, ma per tutti è celebrato per la moviola, nata ufficialmente il 22 ottobre 1967 alla “Domenica Sportiva”, in collaborazione con il tecnico – anche lui diventato una figura iconica – Heron Vitaletti.

Il primo caso fu un celebre “gol fantasma” di Gianni Rivera in un derby di Milano. Ma ci sono stati altri casi da moviola famosissimi, come il gol del romanista Maurizio Turone (ex del Catanzaro nella stagione 1978-79 e prima ancora nel Genoa e nel Milan) segnato in un Juventus-Roma destinato a fare tuttora storia e polemica. Dalle immagini sembra ancora oggi un gol regolare, ma lo stesso Sassi, dopo tantissimi anni, dichiarò che le immagini furono per così dire “aggiustate” e che in realtà si trattava di fuorigioco.

Sarà stato vero? Ormai nessuno può dirlo e ognuno resterà per sempre della propria opinione. E sarà vero che il canestro dell’Enichem Livorno nella finale playoff del Campionato di Basket 1988-89 arrivò subito dopo la sirena, come esaminato alla “Domenica Sportiva” e non nello stesso istante, come apparso alla stragrande maggioranza dei telespettatori, compresi i tifosi della Philips Milano, rassegnati alla sconfitta, ma alla fine vincitori dello scudetto per una decisione degli arbitri (a maggioranza) negli spogliatoi?
Misteri da moviola, irrisolvibili, ma in ogni caso l’idea di Carlo Sassi oggi è stata ampliata dal VAR, che in certi casi non dissipa nemmeno oggi i dubbi.

E adesso vediamo come Carlo Sassi analizzò i casi da moviola di Catanzaro-Juventus 0-1 del 16 maggio 1982, partita discussa che ancora oggi trascina con sé un mare di polemiche, soprattutto da parte dei tifosi della Fiorentina, scippati di uno scudetto che avrebbero ampiamente meritato o perlomeno dello spareggio. Iniziamo dal rigore decisivo, poi trasformato da Liam Brady: “Vedete Marocchino in azione, siamo al 29’ del secondo tempo. Il suo scatto brucia in velocità Santarini, arriva sul fondo, mette in mezzo, testa di Rossi, palo interno, la palla va verso Fanna e Salvadori. Fanna ha la meglio, Salvadori non riesce a respingere, tiro di Fanna, respinta con il braccio di Celestini.

Torniamo un attimo indietro: Celestini abbassa proprio il braccio per colpire il pallone. Riprende Fanna, Peccenini respinge, ma l’arbitro aveva già fischiato il calcio di rigore”. In realtà, oggi sarebbe un’azione che richiederebbe almeno tre, quattro minuti di controllo al VAR, almeno nella media nazionale. E con fortissimi dubbi, perché il pallone colpisce il petto e poi, quasi fortuitamente, il braccio di Celestini, peraltro attaccato al corpo. Ma a parere delle interpretazioni di oggi, secondo le quali il braccio dovrebbe praticamente sparire e i calciatori dovrebbero quasi giocare da monchi, un episodio del genere potrebbe ancora decidere un campionato lasciando dietro di sé un mare magnum di polemiche durature.

E passiamo a un episodio ancora più controverso, nel primo tempo: “Nel primo tempo, reclamo da parte del Catanzaro: un lancio di Mauro per Borghi, che scatta affiancato da Brio. Ed ecco il braccio destro di Brio, che va a colpire proprio sulla faccia Borghi che finisce a terra. Borghi era in vantaggio, in velocità. L’arbitro in questo caso ha lasciato correre ed eravamo sullo 0-0”.

Un rigore solare, praticamente da manuale. Le immagini, ancora oggi, sono chiarissime. E non parliamo di eventuale VAR, perché, come già specificato in precedenza, oggi non c’è da fidarsi nemmeno della tecnologia applicata all’arbitraggio. Alla Fiorentina fu annullato un gol a Graziani, per un presunto fallo dell’argentino Daniel Ricardo Bertoni sul portiere isolano Corti. Poteva essere spareggio o scudetto ai viola e invece fu un caso mai sopito. Potere della moviola, ed anche di Carlo Sassi.

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