Il calcio è fatto di traiettorie imprevedibili, di scommesse vinte e di altre che, purtroppo, non pagano. E quella di Brian Bayeye con il Torino è una di queste ultime, giunta a conclusione in questi giorni dopo un percorso biennale che non ha replicato l’exploit vissuto in Calabria. Per il Catanzaro, però, il ricordo di quell’operazione resta scolpito come un esempio lampante di intuizione e gestione, una plusvalenza significativa che ha dimostrato la capacità del club giallorosso di valorizzare i propri talenti. Tre anni fa, l’esterno franco-congolese lasciava il tifo giallorosso con un’operazione che portò nelle casse del club circa 700 mila euro, una cifra importante per una società di Serie C, destinata a segnare un punto di svolta.
L’arrivo di Bayeye a Torino nell’estate del 2022 era stato salutato con un misto di curiosità e speranza. Il giovane laterale, classe 2000, aveva mostrato lampi di indubbia qualità e una notevole progressione sulla fascia con la maglia delle Aquile, attirando l’attenzione di diversi club di categoria superiore. Il trasferimento a titolo definitivo nel capoluogo piemontese rappresentava per lui il salto di qualità atteso, la possibilità di misurarsi con il calcio che conta, la Serie A. Le aspettative, tuttavia, si sono scontrate presto con una realtà ben più complessa e competitiva, dove trovare spazio e continuità si è rivelato un ostacolo insormontabile per il pur volenteroso centrocampista.
Bayeye, pochi lampi e l’assist in Coppa Italia
I numeri parlano chiaro e descrivono un’esperienza granata avara di soddisfazioni sul campo per Bayeye. Nelle due stagioni sotto contratto con il Torino, le presenze totali si sono fermate ad appena 4 gettoni, distribuiti tra Serie A (2 apparizioni) e Coppa Italia (2 incontri). Un bilancio esiguo per un calciatore che ambiva a ritagliarsi un ruolo da protagonista. Eppure, proprio in Coppa Italia, è legato il momento più significativo della sua avventura in maglia granata: un assist illuminante per il gol di Adopo che, in un’indimenticabile serata, portò il Torino in vantaggio contro il Milan. Un lampo isolato, una dimostrazione del suo potenziale offensivo, che però non è bastato a sbloccare la sua situazione.
La mancanza di spazio e la necessità di trovare minuti di gioco hanno spinto il Torino a optare per due prestiti. La stagione 2023/2024 ha visto Bayeye tentare l’esperienza all’Ascoli, in Serie B, un passo indietro forse necessario per ritrovare fiducia e ritmo partita. Successivamente, la sua avventura lo ha portato fino al campionato serbo, nelle fila del Radnicki Nis, dove ha concluso l’ultima parte di stagione. Ora, con la fine del suo contratto, si chiude ufficialmente il capitolo Torino per Brian Bayeye.
L’eredità per il Catanzaro: un modello di successo
Per il Catanzaro, l’operazione Bayeye rimane un vanto. Non solo per la plusvalenza economica generata, fondamentale per la sostenibilità e la crescita del club, ma anche come testimonianza di una visione lungimirante sul mercato. La capacità di individuare e valorizzare giocatori come Bayeye, trasformandoli da promesse a risorse concrete per le finanze e il progetto tecnico, è un modello che la società giallorossa ha saputo replicare nel tempo e su cui continua a puntare, come dimostrano le recenti mosse di mercato con giovani come Ervin Bashi.
La storia di Brian Bayeye, dunque, pur terminando in sordina in terra piemontese, resterà per il Catanzaro un capitolo felice e un monito su come il calcio, a volte, sappia offrire opportunità inaspettate a chi sa coglierle al volo. Un’intuizione che ha fruttato e continua a ispirare il percorso di crescita delle Aquile.