Siamo arrivati alla vigilia della quarta giornata di campionato, terza in casa su quattro della squadra giallorossa. Si era parlato di un inizio favorevole perché si sarebbero affrontate tre neo promosse, beneficiando di tre turni casalinghi su quattro. Posto che i luoghi comuni si annullano da sé, il Catanzaro non poteva avere avversari più ostici ad inizio campionato, perché tutti affiatati e coesi avendo cambiato poco, al contrario delle Aquile che sono un cantiere aperto e in piena emergenza.
La prima con il Sassuolo che ha confermato quasi in blocco la squadra della serie A e nonostante la forza tecnico atletica della squadra più forte e ricca che presenta quest’anno la serie casetta, si riesce a mettere in campo una prestazione di livello conquistando in rimonta un meritato pareggio. La seconda sempre in casa con la terribile matricola Juve Stabia che finisce con un pari a reti inviolate.
Primo tempo di grande sofferenza contro una squadra che si è messa a pressare anche le zolle del campo, con giocatori che conoscono il canovaccio a memoria e che atleticamente palesano il vantaggio di una preparazione iniziata undici giorni prima della squadra giallorossa. Ma questo è un gap da scontare con tutti gli avversari, date le note vicende vissute con ex ds ed ex allenatore, che hanno messo la società e la squadra in una condizione di assoluta emergenza temporale.
Si diceva che il primo tempo contro la Juve Stabia è stato pieno di difficoltà tattiche e atletiche. Nonostante tutto si è rimasti coesi e si è colpita anche una traversa su girata di Petriccione. Inizio secondo tempo da incubo, ma dopo il gol annullato alla squadra ospite, mezz’ora di solo Catanzaro con altri due legni colpiti da Pittarello e Pompetti. Pari giusto ma partita che si poteva tranquillamente vincere contro un avversario ormai alle corde e sparito dal campo, avendo dato già tutto.
Infine trasferta di Cesena, in casa di un avversario che gioca a memoria, avendo stravinto in Lega Pro lo scorso anno e si è anche adeguatamente rinforzato. Il Catanzaro registra comunque un significativo passo indietro rispetto alle due precedenti partite e perde nettamente 2 a 0, giocando una partita insulsa con reparti distanti e sfilacciati, vuoti enormi tra centrocampo e difesa, attacco inesistente con lanci lunghi verso un Pittarello isolato, che ha lottato senza costrutto come un leone, avendo Iemmello a venti metri di distanza nella situazione migliore. Comunque sia aspettiamo di vedere quante squadre usciranno indenni dal Manuzzi di Cesena.
Ora ci aspetta il terzo confronto casalingo su quattro contro la Carrarese dell’ex mister Calabro, matricola sicuramente meno attrezzata delle altre due già affrontate, la Juve Stabia addirittura capolista al momento, ma comunque temibile per la nota capacità che ha l’allenatore di schierare un centrocampo robusto, una difesa arcigna ed un contropiede incisivo. Calabro gioca fuori casa con un 3 5 2 attentissimo e robusto, mentre in casa con un più offensivo 3 4 2 1.
Comunque sia a Cremona, dove la sua squadra si è arresa solo al minuto 90 a causa di un rigore subito, è sceso in campo così: Bleve tra i pali; difesa a tre con Illanes centrale e Imperiale e Coppolaro braccetti di sinistra e di destra; centrocampo a cinque con Cicconi quinto di sinistra e Zanon sul lato opposto, al centro Capezzi a dettare i tempi e i dinamici Zuelli e Schiavi ai lati del centrale di centrocampo.
Di punta Panico e Finotto. Conoscendo Calabro andrà in campo pressoché così, perché lui fa netta distinzione tra casa e trasferta, dove normalmente si copre molto di più. Questo vuol dire che il Catanzaro si troverà ad avere molto possesso palla e la Carrarese su indicazione studiata dal loro allenatore, giocherà sugli errori( speriamo solo potenziali) commessi dal Catanzaro per ripartire.
Calabro sa che Iemmello predilige giocare la palla a terra dove è maestro, ma non ama riceverla di spalle con uno o più avversari fisici addosso, perché non tiene quasi mai il corpo a corpo, finendo per perderla, favorendo in zone di campo mortifere eventuali ripartenze. La posizione di Iemmello in questo senso è decisiva, torni a fare centravanti, manovriero finché si vuole, ma il centravanti, altrimenti il Catanzaro perderà l’uomo più importante e decisivo che ha, in zone del campo che fanno stancare e lo espongono a cattive figure sul piano strettamente atletico prima che tattico e tecnico.
Decida il Capitano quando deve sottrarsi alla marcatura indietreggiando, per poi attaccare la profondità e colpire come un cobra. Questo ha sempre fatto con De Zerbi e Vivarini, gli allenatori con cui ha segnato gol e fatto assist a grappoli. E tutti e due questi tecnici molto offensivi, gli mettevano al fianco una punta più fisica o comunque predisposta al sacrificio di correre e prendere calci per lui, vedi Biasci e Ambrosino.
Sapete perché Curcio calciatore di grande qualità, ha giocato poco con Iemmello? Perché non si sacrificava per lui, ma voleva gloria personale. In C si era talmente più forti che quando ha giocato gli è stato consentito. In B questa cosa era irrealizzabile, mentre Biasci e Ambrosino l’avevano accettata totalmente. Ora toccherà capirlo a Pittarello e La Mantia, Biasci lo sa già. Ma soprattutto dovrà capirlo mister Caserta. Il nostro futuro e i nostri agognati successi passano da qui. Stesso dicasi per Pagano, non può fare il fantasista e l’uomo di fatica.
È una mezzala o trequartista e questo deve fare, altrimenti arriva stanco sulla trequarti o davanti alla porta, sbaglia e volano brusii e imprecazioni immeritate. Non sappiamo come Mister Caserta abbia intenzione di procedere con undici uomini offensivi tra esterni, mezze ali e punte che un mercato assolutamente importante, gli ha messo a disposizione. Presumiamo di vedere novità dopo la sosta. Per la partita di domani, si fa strada la conferma della difesa a tre, con uno tra Scognamillo e Brighenti, Antonini e Bonini confermati.
Ci si aspetta forse un turno di riposo a Pagano per far posto come centrocampista avanzato a Pompetti con dietro Petriccione e Pontisso. Per gli esterni bassi si deciderà in base alle condizioni fisiche dei quattro in rosa. In attacco a fianco del capitano, Pittarello o Biasci. Buso farà di sicuro l’esordio tanto atteso, ma molto probabilmente a partita in corso. Si vada a vincere, non c’è alternativa per respirare e lavorare con tranquillità. La squadra può diventare forte e le vittorie non solo aiutano, in una fase del genere sono l’unica cosa indispensabile.