Quando ad agosto è iniziato il campionato, l’obiettivo del Catanzaro era chiaro: consolidare la categoria, senza assilli di vertice ma cercando di affacciarsi, se possibile, alla zona playoff. A distanza di mesi, la realtà racconta di una squadra in piena lotta per un posto tra le grandi, con 48 punti in classifica e la concreta possibilità di giocarsi le proprie carte negli spareggi promozione. Un cammino solido, frutto di lavoro, sacrificio e identità, costruito da Fabio Caserta e dal suo gruppo. Eppure, paradossalmente, oggi il tecnico si trova bersagliato da critiche eccessive, spesso provenienti dalla tastiera di chi sembra aver dimenticato troppo in fretta da dove si era partiti.
Critiche social: tra sfogo e mancanza di equilibrio
Basta scorrere i commenti sui social per rendersene conto: accuse di scarso valore tecnico, insulti personali, giudizi sommari che non tengono conto del quadro complessivo. Una deriva che non risparmia né Caserta né i calciatori, e che si fa sentire anche allo stadio, con cori e mugugni che poco si addicono a una tifoseria passionale ma solitamente capace di sostenere la propria squadra fino all’ultimo respiro.
È naturale che la passione alimenti la delusione nei momenti difficili, ma alcune esternazioni travalicano il diritto di critica sportiva, trasformandosi in attacchi immeritati verso chi, numeri alla mano, ha portato il Catanzaro a livelli che in estate sembravano un sogno.
Un calo che ci sta: analizzare senza dimenticare
Il Catanzaro viene da una flessione di risultati, è vero: ma quanto può essere “normale” nell’arco di una stagione? Una squadra che ha dato tutto per mesi può incontrare momenti di appannamento, fisiologici per chi non ha un organico costruito per dominare. Basterebbe analizzare serenamente il percorso: il Catanzaro ha battuto avversari più attrezzati, ha mantenuto una precisa identità di gioco e ha lottato contro le difficoltà fisiche e mentali di un torneo lungo ed estenuante.
Invece, sui social, sembra che si sia perso ogni senso della misura: si invoca il cambio immediato dell’allenatore, si bolla come fallimentare un progetto che, a conti fatti, è ancora in piena corsa verso traguardi ambiziosi.
L’elogio da Palermo: un altro punto di vista
E mentre a Catanzaro imperversa il malcontento, da Palermo — dopo il successo ottenuto al “Ceravolo” — arrivano parole di rispetto nei confronti della squadra giallorossa. Tifosi e addetti ai lavori rosanero hanno sottolineato come il Catanzaro sia stato un degno avversario, capace di mettere in difficoltà il Palermo, soprattutto nella ripresa. Una testimonianza che conferma quanto di buono fatto da Caserta e dai suoi ragazzi: una squadra viva, competitiva, che non ha mai mollato, neppure nelle difficoltà.
Un gruppo che merita rispetto
Dietro ogni risultato ci sono uomini, prima ancora che calciatori. C’è chi ha stretto i denti per giocare in condizioni fisiche non ottimali, chi ha sacrificato ambizioni personali per il bene della squadra. Caserta ha costruito un gruppo che, pur con i suoi limiti, ha dato prova di attaccamento alla maglia, elemento tutt’altro che scontato nel calcio moderno.
In una stagione che ha già regalato tante emozioni, il Catanzaro merita rispetto. E il suo allenatore, che ha guidato questa crescita con serietà e dedizione, merita fiducia.
Guardare avanti, uniti
La stagione non è finita: mancano ancora quattro giornate più eventuali playoff. È il momento di serrare i ranghi, di sostenere chi ha portato il Catanzaro così in alto, senza farsi travolgere da una cultura della critica fine a sé stessa.
La forza di una tifoseria si vede soprattutto nei momenti difficili. E il Catanzaro, oggi più che mai, ha bisogno del calore e della maturità del suo popolo.
Perché se il traguardo playoff verrà raggiunto, sarà merito di una squadra, di un allenatore e di una città che ha saputo rimanere compatta anche quando sarebbe stato più facile perdersi.