Nella partita tra Catanzaro e Modena, un episodio ha catturato l’attenzione di tifosi e commentatori: il contatto in area di rigore tra Filippo Pittarello e Eric Botteghin nei minuti finali. I tifosi giallorossi hanno subito reclamato un calcio di rigore, ritenendo evidente l’intervento falloso ai danni di Pittarello. Tuttavia, l’arbitro ha lasciato proseguire il gioco, scatenando le proteste del Catanzaro.
Le parole di Gianpaolo Calvarese sull’episodio di Pittarello
A gettare ulteriore luce sulla questione Pittarello è intervenuto Gianpaolo Calvarese, ex arbitro di Serie A, che sul suo sito calvar.it ha analizzato l’episodio in questione. “I padroni di casa reclamano un calcio di rigore per un contatto in area tra Eric Botteghin e Filippo Pittarello. Una situazione che live sembrerebbe da calcio di rigore. Però, andando a vedere l’ultimo replay (e nonostante la qualità delle immagini in B non sia ottimale), la dinamica risulta più chiara e diversa,” ha spiegato Calvarese, suggerendo che la percezione dell’episodio in diretta potrebbe essere stata diversa rispetto alla realtà.
Il replay svela una dinamica complessa
Secondo Calvarese, la visione del replay rivela una realtà più sfumata. Mentre in diretta la situazione appariva nettamente a favore della concessione del rigore, le immagini rallentate mostrano come Botteghin sembri mantenere una posizione corretta, e il contatto con Pittarello possa essere interpretato in modo diverso. L’ex arbitro ha sottolineato anche la qualità non sempre ottimale delle riprese televisive in Serie B, che potrebbe aver influenzato la percezione dell’episodio sia da parte dell’arbitro in campo che degli spettatori.
La frustrazione dei tifosi e la richiesta di chiarezza
Per i tifosi del Catanzaro, l’episodio resta motivo di amarezza, specialmente in una partita equilibrata dove ogni decisione poteva influire sul risultato finale. Le proteste non si sono fatte attendere, con molti a chiedersi se un intervento del VAR, qualora fosse stato utilizzato in modo diverso, avrebbe potuto cambiare l’esito della decisione. Tuttavia, come sottolineato da Calvarese, la soggettività resta una componente intrinseca del calcio, e anche il VAR non sempre può garantire la totale uniformità di giudizio.