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mercoledì 16 Luglio 2025

Aureliano svela il derby: “Tifo Cosenza, espulsione di Caporale corretta. Non avevo visto il fallo di Scognamillo”

L’edizione 2025 di Unical Festa ha ospitato ieri pomeriggio un incontro di grande interesse per gli appassionati di calcio e non solo. Gianluca Aureliano, arbitro internazionale che ha da poco concluso la sua attività, ha preso parte all’iniziativa “Chiacchiere da VAR” nell’aula seminari Technest dell’Università della Calabria. L’evento, che ha visto la partecipazione di figure come Kevin Marulla e gli allenatori Roberto Occhiuzzi, Maurizio Perrellis e Nello Parisi, ha permesso ad Aureliano di analizzare il rapporto tra tecnologia e campo, ma soprattutto di ripercorrere due episodi chiave dell’ultimo, infuocato derby di Serie B tra Cosenza e Catanzaro del 26 dicembre scorso, da lui diretto. Le sue parole, dense di significato e riportate da CosenzaChannel.it, hanno offerto una prospettiva inedita sulle decisioni prese in campo.

Il VAR e le decisioni chiave: Caporale, il rigore di Scognamillo e il protocollo arbitrale

Nel corso dell’incontro, Aureliano ha puntato i riflettori su due momenti che hanno acceso il dibattito nel post-partita del derby giocato al Marulla. Il primo riguarda l’espulsione di Caporale al 21′ del primo tempo, una decisione giudicata da molti eccessiva. L’arbitro ha difeso la sua scelta, spiegando la sua visione dal campo: “Dal campo ho ritenuto che si trattasse di una chiara occasione da rete – ha dichiarato Aureliano ai microfoni di LaC –. Il pallone era giocabile, il portiere (Micai ndr) era fuori dai pali e l’attaccante avrebbe potuto proseguire verso la porta. Il Var valuta solo se ci sono elementi oggettivamente diversi rispetto a quanto visto in campo. In questo caso, non c’erano”. Aureliano ha quindi ribadito la correttezza della sua decisione e l’assenza di motivi per un intervento del VAR o per una on-field review, nonostante le critiche sull’applicazione dei criteri DOGSO (Denying an Obvious Goal Scoring Opportunity).

Diversa è stata la dinamica nel secondo episodio cruciale: il calcio di rigore assegnato al Cosenza al 106′ per un fallo di mano del giallorosso Scognamillo, un penalty poi trasformato da Ciervo che ha permesso ai rossoblù di acciuffare l’1-1 in extremis. In questo caso, l’intervento della tecnologia è stato decisivo: “In quella circostanza – spiega Aureliano – il Var mi ha segnalato un tocco non visto dal campo, coperto dai giocatori. Lì ho rivisto le immagini e assegnato il rigore”. Aureliano ha ribadito che, in entrambi i casi, il protocollo VAR è stato rispettato: “Il Var supporta l’arbitro, ma non può intervenire su decisioni soggettive se non ci sono chiari ed evidenti errori”. Tra le decisioni validate dalla tecnologia, anche il gol annullato a Kouan per un fallo di mano.

Il “sangue calabrese” e la passione per il Cosenza: le parole di Aureliano sull’emozione del derby

Oltre all’analisi tecnica, Gianluca Aureliano ha rivelato un dettaglio che ha aggiunto un’ulteriore sfumatura alle sue parole sul derby. Il fischietto bolognese ha infatti dichiarato le sue origini profondamente calabresi: “Il mio sangue è al 100% calabrese, i miei genitori sono nati e cresciuti a Corigliano”. A questo si è aggiunta una confessione sulla sua “fede calcistica” di seconda mano: “Sono sempre stato un tifoso, seppure di seconda mano, del Cosenza, visto che la mia prima squadra è il Bologna. Quindi ogni volta che ho arbitrato il Cosenza per me è stata un’emozione particolare”. Un’ammissione di tifo che, seppur secondario rispetto alla sua squadra del cuore e professionale nel suo ruolo arbitrale, aggiunge un elemento personale e di contesto alla sua gestione di una partita così sentita.

Un derby sempre vivo nella memoria, tra interpretazioni arbitrali e passioni radicate

Le dichiarazioni di Gianluca Aureliano all’Unical, così come riportate da CosenzaChannel.it, offrono una rara finestra sul processo decisionale arbitrale in partite ad alta tensione come il derby tra Cosenza e Catanzaro. La sua analisi dettagliata degli episodi di Caporale e Scognamillo, unita alla ferma convinzione della correttezza delle proprie scelte e del rispetto del protocollo VAR, getta nuova luce su momenti che hanno generato accesi dibattiti. L’elemento della sua “passione” per il Cosenza, seppur dichiarato e secondario, aggiunge inevitabilmente un tocco umano a un ruolo che per sua natura deve essere imparziale. Le sue parole, pur cercando di fare chiarezza tecnica, sottolineano quanto il calcio, e in particolare un derby, sia intriso non solo di regole e tecnologia, ma anche di emozioni e interpretazioni che, a prescindere dal verdetto del campo, continuano a vivere nella memoria e nelle discussioni dei tifosi.

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