“È bello festeggiare un compleanno quando ci sono gli amici, quando ci sono le persone che ci vogliono bene e quelle che hanno condiviso il percorso di vita che abbiamo fatto e credo che questi 25 anni di vita della Fondazione Città Solidale siano comunque una lunga storia che vede molti di voi già protagonisti di questo cammino”.
Così l’Arcivescovo Claudio Maniago intervenendo presso la Sala Tricolore della Prefettura di Catanzaro, alla decima edizione del Premio Città Solidale, nel venticinquesimo anniversario della costituzione della Fondazione guidata da padre Piero Puglisi.
“Voglio fare gli auguri di buon compleanno alla nostra Fondazione – ha aggiunto il presule – perché questo anniversario non sia nostalgia, oppure che si consumi soltanto in un momento in cui si dice del bene delle cose fatte. Vorrei fare gli auguri invitando la Fondazione ad avere sempre buona memoria, perché ogni istituzione, se vuole realizzarsi ed essere pronta a rispondere alla propria vocazione, ciò per cui è nata e per cui esiste, non deve perdere l’ispirazione iniziale che è sempre un’intuizione e un ideale molto forte che spinge a nascere. Città Solidale ha le proprie radici nella Caritas, quindi nel Vangelo che una volta di più si propone come un progetto di vita che interessa sicuramente i credenti, perché in qualche modo è in quell’ambito che un credente gioca la propria esistenza; è però un progetto che si dimostra molto condivisibile anche per chi non ha un percorso di fede. Questo perché il Vangelo, che nasce da un’esperienza, da un Dio che si è fatto uomo, che ha assunto l’umanità nella sua ricchezza e nella sua povertà, interessa a tutto tondo questo progetto”.
“Auguro inoltre che Fondazione Città Solidale abbia non solo buona memoria delle sue radici – ha sottolineato Maniago – ma anche un occhio al presente. Sono state citate 25 opere che sono l’ultimo frutto di un cammino che nasce dal primo evento, da quel giovane affidato e che si sono moltiplicati cammin facendo. Tanto si è fatto e forse è una piccola goccia; siamo di fronte a un bisogno che si manifesta sempre più provocante, frutto di una società come la nostra che purtroppo lo provoca e quindi trovarsi sempre pronti a rispondere e non è cosa semplice. Ad ogni modo, già queste 25 opere testimoniano un impegno che appartiene a chi ha guidato in questi anni la Fondazione e di chi l’ha costituita”.
“L’occasione oggi – ha detto il presule – è rendere grazie, come ha già fatto il presidente don Piero! Noi credenti, per lo spirito che anima questa Fondazione, non possiamo che ringraziare il Signore che si è come al solito manifestato in tanti volti, in tante mani, in tante persone che hanno reso possibile questa realtà. E poi l’augurio non può che essere quello di guardare al futuro: verrebbe da dire che, per una fondazione come questa, arrivasse il giorno della sua chiusura perché ciò significherebbe che ci troveremmo a vivere in una società dove non ci sarebbero questo tipo di bisogni. Ma noi tutti viviamo in questa storia, in questa stagione della storia e questa dobbiamo abitare. Allora l’augurio è che la Fondazione Città Solidale sia sempre vigile, sempre attenta. Se manterrà le sue radici saprà vivere in questo spirito di gratitudine verso Dio e quindi verso le persone che realizzano questo progetto; saprà essere anche vigile, attenta, perché Città Solidale deve andare là dove c’è bisogno e il bisogno non si programma, il bisogno si manifesta, talvolta in modo imprevedibile, con una richiesta, un grido forte che in qualche modo sconvolge qualsiasi piano, qualsiasi progetto”.
“Lì dove ci fosse emergenza, dove emergesse un bisogno – ha concluso l’Arcivescovo – Fondazione Città solidale deve cercare di esserci con la propria piccola risposta, ma come sempre una risposta che sia segno di un’umanità che si prende cura di se stessa, senza escludere nessuno, promuovendo la dignità a favore delle persone fragili e svantaggiate”.