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domenica 8 Settembre 2024

L’Amarcord del giovedì, di Aurelio Fulciniti: Intervista a Luca Lugnan

Benvenuti alla diciassettesima puntata della rubrica dedicata ai protagonisti e alle partite più significative nella storia dell’US Catanzaro. In questa occasione, rivivremo momenti chiave attraverso la testimonianza di Luca Lugnan, con la riproposizione di un’intervista del 2014.

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Diciotto stagioni da calciatore, dalla Serie B fino all’Eccellenza. Centravanti ambidestro, forte anche di testa nonostante la statura non proprio elevata (1,72), ha girato l’Italia in lungo e in largo, da Palermo su fino a Gorizia. Ha militato in molte squadre (solo a Saronno è rimasto per ben tre stagioni consecutive, ed a Catania per altre due), e a fare il conto delle presenze e dei gol c’è da farsi girare la testa. Noi ci abbiamo provato ed anche con grande successo, per dare l’idea di quanto è riuscito a fare in una carriera così lunga un calciatore così longevo e scrupoloso, a cui è mancata solo una soddisfazione: l’esordio in Serie A. Anche un gol in B non è arrivato, ad essere sinceri, sia pure in appena 13 partite giocate, ma l’emozione di un esordio in A accomuna tutti i calciatori. Ci sono “meteore” del calcio che su una sola “apparizione” in campo hanno costruito storie interminabili da raccontare a figli e nipoti. Ma c’è anche chi ha un curriculum di cui vantarsi a piena ragione e pur senza aver esordito sui grandi palcoscenici del calcio nazionale. È il caso infatti di Luca Lugnan, nato a Udine il 18 gennaio 1969. I numeri, come abbiamo già accennato, parlano da soli: restando solo fra i professionisti, dalla Serie B alla C/2, 401 presenze e 86 gol. La sua migliore stagione come bomber è stata a Prato, torneo di Serie C/2, girone B, 2001/2002, con 29 presenze e 18 gol. Sia pure facendo meno gol, ha lasciato il segno anche a Palermo e Catania, dove è ancora ricordato con stima dai tifosi. Su Youtube è ancora possibile trovare dei video con i suoi gol e le sue giocate, a dimostrazione di un affetto inalterato. Ha avuto come allenatori, fra gli altri, Nedo Sonetti, Gigi Delneri, Francesco Guidolin, Franco Scoglio, Corrado Orrico, Eugenio Fascetti, Eugenio Bersellini e persino (per un breve periodo, agli esordi, stagione di B 1987/88, nell’Udinese, squadra in cui è “cresciuto” nelle giovanili) anche il “giramondo” Bora Milutinovic. Ma, se andiamo a vedere bene il suo curriculum, l’allenatore che ha avuto più spesso in rosa Lugnan è stato Massimo Morgia, il quale ha allenato Lugnan a Viareggio, Palermo e (per due stagioni) anche a San Marino, con validi risultati per il centravanti friulano dal punto di vista realizzativo e di gioco.

Con queste credenziali, uno come Luca Lugnan non poteva che lasciare il segno anche a Catanzaro, dove arriva a trent’anni, nell’ottobre del 2000, in C/2. Un’esperienza che ricorda con simpatia e con un rimpianto, ma di quelli grossi: “Ricordo il pubblico, ma soprattutto i gol, fra i quali la doppietta contro il Castrovillari e quello nella partita in notturna, sempre in casa, col Campobasso. Ma poi è arrivata la finale di playoff di ritorno a Catanzaro contro il Sora che oltre ad essere stata una sconfitta bruciante è anche la più grande e incancellabile delusione della mia carriera da calciatore. Non essere riuscito ad ottenere una promozione è il rimpianto più grande della mia carriera”.

In totale, a Catanzaro, 23 presenze e 8 gol. E compagni di squadra ai quali è sempre legato, con un occhio anche al presente: “Avevamo un gran bell’attacco, con Sergio Di Corcia che fece ben 16 gol e anche Djomansy Kamarà. Ho saputo e letto che c’è la possibilità di un suo ritorno a Catanzaro. Magari, ne sarei davvero felice, per i tifosi ma anche per la squadra, che già ha i mezzi per fare un ottimo campionato ma con un innesto del genere può andare di una spanna sopra le altre formazioni”.

E non poteva mancare una domanda sul “presente” di Luca Lugnan, legato anche ai suoi progetti futuri: “Sto allenando, e anche con ottimi risultati. Ho iniziato da giocatore-allenatore nella Rondinella Firenze e poi sono passato al Portogruaro come allenatore in seconda. La prima stagione in C/2, campionato 2006/2007, ho collaborato con Luciano Zecchini e poi con Attilio Sorbi. Nella stagione successiva, con Manuele Domenicali abbiamo ottenuto la promozione. Poi Domenicali fu esonerato e ottenemmo la salvezza con Alessandro Calori in panchina. Infine, con la Manzanese, in Eccellenza, abbiamo conquistato prima il terzo posto e poi, nella stagione successiva, la Coppa Italia di categoria. Ora sono in attesa di una nuova stagione da allenatore e ho seguito e continuo a seguire diversi corsi di formazione, soprattutto in Friuli e in Veneto. Non si sa cosa può riservare il futuro, chissà che non arrivi addirittura una panchina del Catanzaro. Sembra una frase fatta, ma io ai giallorossi rimarrò sempre legato. Ci ho giocato per una sola stagione, ma una di quelle che è impossibile dimenticare”.

AURELIO FULCINITI

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