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martedì 14 Ottobre 2025

L’ex Mamadou Coulibaly: “Da Catanzaro a Bolzano, il viaggio dalla polvere del Senegal al sogno Serie A”

Mamadou Coulibaly ha raccontato alla Gazzetta dello Sport la sua straordinaria odissea dal Senegal all’Italia, passando per un’esperienza travagliata a Catanzaro nella stagione 2024-2025 con Fabio Caserta in panchina. Il centrocampista senegalese, oggi al Sudtirol, ha ripercorso il viaggio che gli ha cambiato la vita e le tappe di una carriera costruita con sacrificio, senza nascondere le difficoltà vissute in giallorosso dove la continuità gli è mancata.​

A sedici anni, tra le strade sabbiose di Thiès, la sua città natale a 70 chilometri da Dakar, Mamadou Coulibaly decise di partire: “Giocavo a calcio ovunque, prima e dopo la scuola. Per tutti avevo talento, così ho scelto di partire. Volevo cambiare la vita della mia famiglia”. Un viaggio di due mesi attraverso il deserto del Sahara e il Mediterraneo, 11mila chilometri percorsi con la sola compagnia delle parole del padre: “È la mente che gestisce la fatica”. Solo il suo migliore amico Mazur, quello a cui prestò le scarpette Puma prima di una partita, sapeva del suo piano. “Ripensare a quel viaggio mi fa stare male, preferisco non parlarne”, confessa oggi il centrocampista classe 1999.​

L’approdo in Italia di Mamadou Coulibaly e l’esordio con Zeman

L’Italia è diventata la sua seconda casa grazie al Pescara di Zdenek Zeman, che lo lanciò in Serie A a soli 17 anni negli ultimi venti minuti contro l’Atalanta di Gasperini. “Ricordo che durante gli allenamenti camminava e ci parlava con voce roca, dovevamo stargli dietro per capire cosa stesse dicendo. E poi quei gradoni”, racconta Mamadou Coulibaly riferendosi ai leggendari allenamenti zemaniani. In ritiro correva mille metri per dieci volte con i giubbotti zavorrati: “Io andavo forte, dopo un allenamento mi chiese sorpreso: ‘Tu non fai fatica?’. Ero stanco, ma restavo concentrato”.​

Dopo l’esperienza con l’Udinese è arrivata la Salernitana, dove ha realizzato la sua prima rete in Serie B contro il Bologna al Dall’Ara: “Sentire l’Arechi gridare il mio nome è stato incredibile. Purtroppo un infortunio ha condizionato in negativo tutta quella stagione”. È proprio con i granata che ha conosciuto Fabrizio Castori, tecnico con cui aveva già lavorato al Carpi e al Trapani, e che avrebbe ritrovato anni dopo.​

L’annata difficile a Catanzaro con Caserta

Nell’estate 2024 il Catanzaro di Fabio Caserta lo acquista a titolo definitivo dalla Salernitana. Le aspettative erano alte per un centrocampista con esperienza in Serie A e conoscitore della categoria, ma la stagione giallorossa si è rivelata tutt’altro che lineare per il senegalese. In 23 presenze totali, Mamadou Coulibaly ha collezionato appena 3 partite da titolare e 19 da subentrato, per un totale di soli 558 minuti giocati. Un ruolo marginale che ha limitato il suo contributo: 1 gol, 0 assist e 4 ammonizioni rimediati nel corso di un’annata in cui il Catanzaro ha chiuso sesto in classifica con 53 punti, qualificandosi ai playoff per il secondo anno consecutivo.​

La scelta di Caserta di utilizzarlo prevalentemente a gara in corso ha caratterizzato l’intera stagione del centrocampista, che non è mai riuscito a conquistare la continuità necessaria per incidere. Nei playoff, l’esperienza si è conclusa amaramente: dopo aver superato il Cesena 1-0 ai quarti grazie al miglior piazzamento in campionato, il Catanzaro è stato eliminato in semifinale dallo Spezia con un netto 0-2 al Ceravolo e un conseguente 1-2 al ritorno. Coulibaly è rimasto in panchina nelle sfida contro lo Spezia, assistendo impotente all’eliminazione dei giallorossi.​

Il rilancio a Bolzano con Castori

A luglio 2025, svincolatosi dal Catanzaro, Mamadou Coulibaly ha firmato un contratto annuale con opzione di rinnovo con il Sudtirol, ritrovando proprio quell’allenatore che lo conosce meglio di chiunque altro: Fabrizio Castori. “Mi sono subito ambientato. Ho già segnato un gol e servito un assist, devo fare bene per aiutare la squadra. Vogliamo raggiungere la salvezza prima possibile”, ha dichiarato nell’intervista alla Gazzetta. Con i biancorossi altoatesini ha ritrovato fiducia e minutaggio, dimostrando che la mancanza di spazio a Catanzaro non era legata a un calo di forma ma a scelte tecniche.​

Castori, che lo ha già allenato in tre diverse occasioni, conosce perfettamente le sue caratteristiche: dinamismo, capacità di inserimento e mentalità vincente forgiata nelle strade polverose del Senegal. “Ci chiede di andare forte, senza abbassare il ritmo. E di non porci mai limiti”, spiega Coulibaly riferendosi al metodo del tecnico marchigiano. Un approccio che sembra calzare a pennello con la sua storia personale, fatta di ostacoli superati grazie alla forza mentale.​

I sogni ancora da realizzare

Nonostante un percorso già ricco di soddisfazioni – dall’esordio in Serie A con il Pescara alla sfida contro il Milan, la sua squadra del cuore, con la Salernitana – Mamadou Coulibaly guarda avanti con ambizione. “Tornare in Serie A. Magari un giorno avere pure una chance in Premier. In Senegal guardavo sempre il Manchester United in tv. I sogni non hanno confini”, confessa il centrocampista. A 26 anni ha ancora tempo per realizzare questi obiettivi, ma prima deve aiutare il Sudtirol a consolidare la salvezza in Serie B.​

Del Senegal gli mancano le partite con gli amici e il tè bevuto fino a tarda notte, come quando era bambino. Ma l’Italia è diventata casa sua: “Pescara è il primo bel ricordo dopo il Senegal. La città mi ha accolto subito, sono abruzzese d’adozione, ci torno spesso”. La parentesi a Catanzaro, seppur breve e poco continuativa, rappresenta comunque un tassello di una carriera costruita con determinazione, sacrificio e quella forza mentale che il padre gli ha insegnato tra le strade sabbiose di Thiès.​

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