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venerdì 18 Aprile 2025

Iemmello: “A Catanzaro sono il Re e rincorro Palanca. Ho rischiato tutto, ma oggi vivo un sogno”

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L’attaccante giallorosso si racconta alla Gazzetta dello Sport: una carriera di alti e bassi, un ritorno a casa che profuma di riscatto e il sogno di scrivere la storia del Catanzaro.

C’è una frase che a Catanzaro si sente spesso: “È presto per paragonarlo a Palanca”. Eppure, oggi, c’è un attaccante che non solo regge il paragone, ma sta scrivendo un nuovo capitolo di storia giallorossa: Pietro Iemmello. In una lunga intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, l’attaccante si è raccontato senza filtri, parlando del suo passato, delle sue difficoltà e dell’amore sconfinato per la sua città.

Le origini: Fiorentina, Pro Vercelli e la Serie A

La carriera di Iemmello inizia da lontano. Cresciuto nella Fiorentina, gioca in Primavera con Babacar e fa il ritiro con Mihajlovic. È Gilardino, allora centravanti della Viola, a suggerirlo alla Pro Vercelli, dove Iemmello vince la Serie C. “È da lì che è cominciato tutto”, ricorda.

Ma la strada non è sempre stata in discesa. Un carattere istintivo, a volte impulsivo, lo porta a scontri con allenatori e dirigenti. A Lanciano fugge dal ritiro, ma trova comprensione da parte del ds Leone e di D’Aversa. In altri casi, invece, il tempo si perde.

La svolta: De Zerbi, Foggia e la gloria a San Siro

La rinascita arriva a Foggia, sotto la guida di Roberto De Zerbi. Da lì passa al Sassuolo con il ds Angelozzi. “Ero il terzo attaccante dopo Defrel e Matri, ma ho voluto giocarmela”. La scelta paga: segna a San Siro contro l’Inter con il Sassuolo e con il Benevento punisce anche il Milan. Una doppietta che vale quasi la Nazionale: “Angelozzi mi disse che Ventura mi seguiva”.

Poi arriva il trasferimento a Benevento per 7 milioni di euro. Un’occasione importante, ma anche un rimorso: un infortunio al ginocchio lo condiziona a lungo.

Il buio: infortuni, retrocessioni e voci

Nel 2018 nasce Violante, la sua primogenita, ma nel frattempo qualcosa si spegne. In campo arrivano due retrocessioni in Serie C, con Foggia e Perugia, e un’esperienza all’estero a Las Palmas. Il ginocchio continua a tormentarlo, ogni dolore mette in crisi la sua stabilità emotiva e professionale.

Non mancano le voci, anche pesanti: a La Spezia si mormora che sia omosessuale, a Foggia emergono accuse di gioco d’azzardo. “A Foggia ci ho rimesso 250mila euro fidandomi dei dirigenti. Se giocavo a poker o a una macchinetta, che male c’’era?”.

Il ritorno: gennaio 2022, Catanzaro

Nel momento più difficile, arriva la scelta di tornare a casa. “Ho valutato pro e contro. Di pro, in realtà, ce n’erano pochi. Ma sapevo che la stagione vera sarebbe stata quella dopo: e così è stato”. Iemmello torna a Catanzaro da protagonista, vince la Serie C nel 2022/23 segnando 28 reti e oggi è il capocannoniere della Serie B con 16 gol.

In tutto, in maglia giallorossa ha segnato 72 gol tra campionato, playoff e Supercoppa: “Mi dicono che devo raggiungere Palanca…”. Il mito di Camerino è fermo a 119 reti in 331 partite, ma la media realizzativa pende a favore di Re Pietro: uno ogni due partite.

L’amore per la città, la famiglia e il peso della fascia

Catanzaro è la sua città, la sua squadra, la sua famiglia. “A Catanzaro ogni piccolo problema diventa gigantesco, ma era un mio sogno giocare qui”. Il legame con la tifoseria è forte, autentico. “A volte mi vergogno a essere chiamato Re, ma è un grande onore“.

In città non è solo l’attaccante, ma anche un esempio. Insieme al club ha realizzato un campetto, un murale lo ritrae insieme a Palanca. “Lui resta un mito. Io spero che rimanga Iemmello Pietro”.

Anche la vita privata si lega alla Calabria. Lì ha conosciuto sua moglie, l’attrice Giulia Elettra Gorietti: “L’avevo martellata su Instagram, poi mi sono presentato in hotel e l’ho portata su uno scoglio con una grotta. Lì è iniziato tutto”.

Il presente: gol, playoff e un sogno da inseguire

Iemmello non ha mai vinto la classifica marcatori in Serie B, ma oggi è in vetta con 16 gol, seguito da Pio Esposito a 14. “Il tempo c’è, ma attenzione: i gol devono servire per fare i playoff, che non sono ancora sicuri”. A 32 anni, guarda con stima al suo rivale più giovane: “Pio volerà in A, è il futuro della Nazionale. Con lui e Camarda siamo in buone mani”.

Oltre il campo: ironia e leggerezza

Anche fuori dal rettangolo verde, Iemmello non perde mai l’autoironia. Racconta dei messaggi di Andrea Roncato, attore e compagno della madre della moglie: “Mi ha scritto: Catanzaro-Cosenza 4-0, Bologna-Lazio 5-0: la giornata perfetta!”.

Una favola che continua

La storia di Pietro Iemmello non è solo una parabola sportiva, ma un inno alla resilienza, alla scelta del cuore, alla forza del ritorno. Da enfant prodige a talento incompreso, da promessa mancata a Re della sua città. Oggi, più che mai, Pietro è profeta in patria.

E se Palanca è il mito, Iemmello è il presente. Un presente che, giorno dopo giorno, si colora sempre più di leggenda.

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