Il terremoto giudiziario che ha scosso la classifica della Serie B ha ufficialmente preso forma con il deposito delle motivazioni della sentenza del Tribunale Federale Nazionale. Una decisione che ha colpito duramente il Brescia Calcio, penalizzato di otto punti: quattro da scontare nel campionato 2024-2025, e quattro nella stagione successiva. Un colpo che ridisegna il destino sportivo di molte squadre, innescando un domino di effetti che riguarda anche Frosinone, Salernitana e Sampdoria.
Classifica riscritta e calendario stravolto
Il verdetto della giustizia sportiva ha avuto un impatto diretto e immediato sulla classifica. Il Brescia, che fino a pochi giorni fa sperava ancora nella disputa dei playout, è ora ufficialmente terzultimo e retrocesso in Serie C. Il Frosinone, che avrebbe dovuto affrontare la doppia sfida salvezza, guadagna la permanenza senza passare dal campo. Ne beneficia anche la Salernitana, che diventa quintultima e accede ai playout con i vantaggi regolamentari: gara di ritorno all’Arechi, possibilità di salvezza anche in caso di doppio pareggio o risultati identici.
Chi invece si ritrova ora in una posizione scomoda è la Sampdoria, chiamata a giocarsi la salvezza contro i granata da quartultima. Le due sfide, in attesa di ufficializzazione definitiva, sono previste per il 15 giugno a Marassi e il 20 giugno all’Arechi.
Le motivazioni del Tribunale: nessuna truffa, responsabilità diretta
In dieci pagine fitte di osservazioni, il Tribunale Federale Nazionale ha respinto la linea difensiva del Brescia, secondo cui la società sarebbe stata vittima di una truffa orchestrata dal Gruppo Alfieri SPV. Secondo la FIGC, la società lombarda, guidata da Massimo Cellino, aveva i mezzi e il tempo per verificare l’autenticità dei crediti fiscaliceduti da Alfieri. In particolare, il club avrebbe dovuto compiere un controllo più rigoroso sulla validità delle compensazioni per coprire circa 2 milioni di euro di scadenze tributarie a febbraio.
Nessuno sconto, dunque, per una gestione che secondo i giudici è stata almeno negligente, se non peggio. Un elemento chiave che ha portato alla doppia penalizzazione e che rischia ora di diventare un precedente pericoloso in vista di altri casi analoghi.
Strategia Cellino: ricorso all’ultimo minuto
Come già previsto da più fonti legali, l’avvocato Giorgio Altieri, che difende i colori delle Rondinelle, ha confermato la volontà di ricorrere in appello. Ma la mossa del Brescia non si limiterà al contenuto: sarà infatti il tempismo a giocare un ruolo decisivo. Il club intende presentare il ricorso proprio a ridosso della scadenza, fissata per il 6 giugno, con l’obiettivo di allungare i tempi della giustizia sportiva e potenzialmente congelare l’effetto retrocessione.
Il verdetto della Corte Federale d’Appello, atteso tra il 10 e il 12 giugno, sarà cruciale. Secondo indiscrezioni raccolte negli ambienti federali, è molto probabile una conferma della sentenza di primo grado, ma fino ad allora tutto resta in sospeso. Solo una volta chiarito questo passaggio sarà possibile definire con certezza le date e le modalità dei playout. E non è escluso che, in caso di nuovi ricorsi o sviluppi imprevisti, si possa assistere a ulteriori rinvii o addirittura a un nuovo ribaltone.
Un precedente che scuote l’intera categoria
Il caso Brescia rischia di diventare emblematico per il calcio italiano. La vicenda dei crediti fiscali inesistenti ha già travolto anche Trapani e Taranto, e sullo sfondo si muovono altri club che avrebbero utilizzato lo stesso strumento finanziario, pur in misura minore. La credibilità dell’intero sistema è oggi messa in discussione, con la FIGC chiamata a una riflessione strutturale: come evitare che operazioni speculative possano falsare le classifiche e compromettere la regolarità dei campionati?
A questo si aggiunge la necessità di bilanciare i tempi della giustizia sportiva con quelli della giustizia ordinaria, senza che l’una comprometta l’altra. Il rischio che una strategia dilatoria possa congelare tutto il sistema è concreto e la Lega Serie B, insieme alla FIGC, dovrà trovare una soluzione che salvaguardi trasparenza e regolarità.
Tra regolamenti e campo, la verità va ancora scritta
In attesa del responso della Corte Federale d’Appello, resta il caos. La Serie B vive un momento di grande incertezza e le squadre coinvolte si muovono in un limbo giuridico e sportivo che non giova a nessuno. Il rischio è che si torni a discutere più nelle aule dei tribunali che sul campo da gioco, con l’immagine del calcio italiano che esce ancora una volta sfocata e appannata.
Il caso Brescia è solo l’ultima puntata di una stagione tormentata, ma anche un’occasione per ripensare regole, controlli e trasparenza. E soprattutto per restituire ai tifosi, e a tutto il movimento, la certezza che a decidere sia solo il campo.