L’allenatore dei liguri ai microfoni di DAZN (dichiarazioni riportate da TuttomercatoWeb) analizza la semifinale contro il Catanzaro, sottolineando la crescita della squadra e l’orgoglio per un percorso costruito nel lavoro quotidiano. Ora testa alla finale con la Cremonese, con un occhio alla sfida personale con Stroppa
La vittoria dello Spezia contro il Catanzaro, che ha permesso agli aquilotti di staccare il pass per la finale playoff di Serie B, porta la firma collettiva di una squadra che ha saputo affrontare con maturità il peso di una gara decisiva. Lo sa bene Luca D’Angelo, il tecnico dei liguri, che nel post-gara ai microfoni di DAZN ha raccontato le sensazioni del momento, tra consapevolezza e orgoglio.
Spezia, D’Angelo: “Il Catanzaro giocava più leggero, ma noi l’abbiamo gestita con intelligenza”
“La partita dal punto di vista psicologico era più semplice per loro”, ha spiegato D’Angelo. “Il Catanzaro doveva tentare l’impresa, e questo gli permetteva di giocare con maggiore leggerezza. Noi invece eravamo più contratti, consapevoli della posta in palio. A parte il gol su calcio d’angolo, però, abbiamo concesso pochissimo. Hanno avuto più possesso, ma poche vere occasioni da gol”.
Il tecnico ex Pisa ha poi sottolineato l’importanza del pareggio immediato di Aurelio, arrivato appena quattro minuti dopo il vantaggio giallorosso: “È stato fondamentale, perché ci ha tolto i pensieri negativi. Quando prendi gol così presto, con tutto lo stadio che trema, il rischio è quello di crollare mentalmente. Invece siamo rimasti lucidi, spinti da quasi 12.000 tifosi, che hanno creato un’atmosfera eccezionale. Da lì in poi abbiamo visto la finale e non ce la siamo lasciata sfuggire”.
Una risalita costruita sul lavoro e sulla solidità del gruppo
Interrogato sul percorso che ha riportato lo Spezia dalle sabbie mobili della classifica alla lotta per la Serie A, D’Angelo è stato chiaro: “Non ho segreti particolari: abbiamo solo lavorato. L’anno scorso è stato un anno durissimo, complicato dentro e fuori dal campo. Quest’anno siamo ripartiti con entusiasmo, e grazie all’appoggio della gente abbiamo costruito qualcosa di importante. Siamo arrivati terzi, non per caso, ma per il lavoro quotidiano”.
Il tecnico ha poi speso parole di stima per il suo gruppo, citando in particolare Pio Esposito, autore del gol all’andata e rimasto in campo fino all’89’ nonostante fosse diffidato: “Ha mostrato grande maturità per un ragazzo di 19 anni. Ha ancora margini di crescita, soprattutto nella gestione dei cartellini, ma oggi ha dimostrato che può stare a questi livelli”.
“Contro Stroppa sarà battaglia: ma ora giochiamo alla pari”
Lo sguardo si sposta sulla finale contro la Cremonese, e sulla sfida personale con Giovanni Stroppa, avversario già incontrato in passato: “Sarà di nuovo Stroppa contro D’Angelo, come qualche anno fa. Forse è più contento lui per come andarono le cose allora, ma anche io ho avuto le mie rivincite, anche se pochi le ricordano. Sarà una partita vera, da giocare fino all’ultima goccia di energia”.
Conclude con un sorriso e un pizzico di ironia: “Non abbiamo i supervitali, ma abbiamo un gruppo compatto, pronto a dare tutto. E oggi, più che in passato, ci sentiamo alla pari con chiunque”.
Lo Spezia ora sogna la Serie A. E lo fa forte di una mentalità che D’Angelo ha saputo costruire passo dopo passo, tra lavoro silenzioso, gestione sapiente e una squadra che ha imparato a stare insieme. Il Picco ha riscoperto l’orgoglio. E adesso, la Serie A non è più un miraggio, ma un traguardo a 90 minuti di distanza.