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lunedì 28 Aprile 2025

Striscione di protesta degli UC: “La morte non è uguale per tutti”

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È apparso questa mattina uno striscione forte e inequivocabile a Catanzaro, firmato dagli ultras giallorossi, in cui si accusa apertamente la Lega Calcio per la gestione delle gare di campionato dopo la morte di Papa Francesco. “La morte non è uguale per tutti… Lega Italiana figli di pu*****!” recita il messaggio, esposto nel cuore del quartiere dove batte il tifo più caldo della città.

Il contesto: il decesso di Papa Francesco e il rinvio last minute

Papa Francesco è scomparso improvvisamente nella mattinata di lunedì 21 aprile 2025, giorno in cui si sarebbero dovute disputare diverse partite della 34ª giornata di Serie B, compresa Mantova-Catanzaro. La Lega Serie B, poche ore dopo l’annuncio della morte, ha deciso di rinviare tutte le gare in programma nella giornata, generando un effetto a catena sulle squadre e, soprattutto, sui tifosi.

Una scelta contestata: tifosi già in trasferta

La decisione è arrivata a giochi quasi fatti: moltissimi tifosi ospiti erano già in viaggio o erano arrivati nelle città delle rispettive trasferte. Un elemento che ha alimentato la rabbia e l’incredulità dei supporter di tante squadre, compresi quelli del Catanzaro, che si erano mossi in massa verso Mantova.

Per molti, il rinvio improvviso senza considerare le difficoltà logistiche di chi viaggia rappresenta una grave mancanza di rispetto nei confronti di chi sostiene le squadre dal vivo.

I precedenti che fanno discutere

La memoria del tifo organizzato è lunga: in passato, eventi drammatici come la morte di tifosi o di personaggi importanti nel mondo del calcio non hanno portato al rinvio delle partite, ma solo a un minuto di silenzio, e alcune volte neanche. Il paragone con quei casi è inevitabile e alimenta la percezione di una gestione incoerente da parte delle istituzioni calcistiche.

Molti tifosi si chiedono: perché in alcuni casi si continua a giocare e in altri si decide di fermare tutto?

Il senso di ingiustizia percepito

Lo striscione degli ultras del Catanzaro non è solo uno sfogo di rabbia, ma il segnale di un sentimento diffuso: l’idea che le decisioni vengano prese in base a criteri poco trasparenti, o che pesino più le pressioni politiche e mediatiche rispetto al rispetto dei tifosi, da sempre anima pulsante del calcio.

Il calcio e la gestione delle emergenze

Il rinvio last minute delle gare di Serie B apre inevitabilmente una discussione su come le emergenze debbano essere gestite nel mondo del calcio. Se è comprensibile il desiderio di rendere omaggio a una figura mondiale come Papa Francesco, è altrettanto evidente come sarebbe stato necessario trovare modalità più rispettose di chi aveva già investito tempo, denaro ed energie per seguire la propria squadra.

Tantissimi tifosi, infatti, si erano già messi in viaggio, alcuni avevano raggiunto le città avversarie, prenotato alberghi, organizzato trasferte con notevoli sacrifici economici e personali. La decisione improvvisa, giunta a poche ore dal fischio d’inizio, ha causato disagi enormi senza che venissero predisposte soluzioni di supporto o gesti concreti di attenzione nei loro confronti.

La richiesta di una gestione più lungimirante

Quanto accaduto ha messo in evidenza la necessità urgente di protocolli chiari da adottare in occasioni di lutti nazionali o eventi straordinari.

Protocolli che permettano di rispettare le istituzioni e le figure di rilievo, senza però danneggiare ingiustamente chi costituisce il cuore pulsante del calcio: i tifosi.

Non si tratta di scegliere tra il rispetto e la praticità, ma di pianificare decisioni tempestive e ponderate, evitando di agire solo sull’onda emotiva del momento, come purtroppo è accaduto in questo caso.

Tifosi lasciati soli

Il malcontento esploso in molti stadi e città italiane, come testimoniato dallo striscione contro la Lega e la FIGC, nasce proprio dalla sensazione di abbandono vissuta da migliaia di tifosi.

Persone che si sono viste negare non solo la partita, ma anche il diritto a essere informate e tutelate. Una gestione diversa, magari attraverso un rinvio più programmato o iniziative alternative (minuti di silenzio, manifestazioni di cordoglio prima delle gare), avrebbe potuto evitare questo strappo.

Il calcio italiano, già in difficoltà nel rapporto con il suo pubblico, non può permettersi di ignorare episodi come questo.

Serve una riflessione seria e concreta su come bilanciare valori, rispetto e organizzazione, affinché la prossima volta non si commettano gli stessi errori.

Il rispetto per i tifosi deve diventare una priorità vera, non solo un concetto da evocare a parole nelle conferenze stampa.

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