C’è un calcio che non conosce confini. Un calcio che resiste, che non si piega alle logiche del mercato globale, che si alimenta di memoria, identità, fratellanza. Lo striscione apparso nelle ultime ore nel cuore pulsante del tifo catanzarese, fuori dallo stadio “Nicola Ceravolo”, ne è la prova vivente. Un messaggio in tedesco campeggia vicino la biglietteria: “Auf geht’s Salzburg, holen wir die Geschichte zurück!” – “Avanti Salisburgo, riprendiamoci la storia!”. Un tributo chiaro, diretto, sentito, firmato Ultras Catanzaro 1973 e dedicato all’impresa sportiva dell’Austria Salzburg, appena promosso nella 2. Bundesliga austriaca.
Un legame oltre la geografia
Non è la prima volta che la curva giallorossa lancia un messaggio internazionale. Ma stavolta, oltre che un gemellaggio, si tratta di un atto di rispetto e comunanza tra due tifoserie accomunate da un percorso che va ben oltre i risultati sul campo. Austria Salzburg è il simbolo di un calcio popolare e resistente, rifondato nel 2005 da un gruppo di tifosi in risposta alla trasformazione del club storico in Red Bull Salzburg, un’operazione che ne cancellò nome, colori e tradizione. Da allora, gli “irriducibili” hanno ricominciato dal basso, e in vent’anni hanno risalito le categorie fino a tornare oggi nel calcio professionistico. Una storia che a Catanzaro non può lasciare indifferenti, per cultura e sensibilità.
Il messaggio dei tifosi giallorossi, esposto in tedesco e con fierezza nel cuore del quartiere stadio, è un modo per dire “noi siamo con voi”. È un ponte ideale che unisce Maxglan a via Paglia, l’Alpenstraße alla Curva Ovest. È la celebrazione di una vittoria che appartiene non solo a chi ha segnato o parato un rigore decisivo, ma a chi ha scelto ogni giorno di stare dalla parte della storia, della coerenza, della passione autentica.
Gli Ultras Catanzaro e la promozione dell’Austria Salzburg: 72 punti per riscrivere la storia
Sabato 7 giugno 2025 resterà scolpito nella memoria dei tifosi viola. Allo stadio Maxglan, davanti a oltre 1.700 spettatori, l’Austria Salzburg ha battuto per 1-0 il Schwarz nell’ultima e decisiva giornata di campionato, conquistando il primo posto nella Regionalliga West con 72 punti in 30 partite. Tre lunghezze di vantaggio sulla seconda, una stagione vissuta sempre in vetta, culminata in un successo dal valore storico: il ritorno tra i professionisti, in quella 2. Bundesliga lasciata dieci anni fa.
Un risultato frutto di una programmazione attenta e di una visione lucida del futuro. Allenati da Christian Schaider, i bianco-viola hanno saputo costruire una squadra solida, tecnica e determinata, pur con risorse contenute. Ma soprattutto, hanno mantenuto viva un’identità chiara: non piegarsi al compromesso, custodire i valori originari, essere un punto di riferimento per chi crede che il calcio sia prima di tutto comunità e appartenenza.
Quando il tifo è cultura: la visione degli Ultras Catanzaro 1973
Il gesto degli Ultras Catanzaro 1973 non è casuale. Da anni, la curva giallorossa ha dimostrato attenzione e rispetto per quelle realtà calcistiche che si oppongono al calcio-spettacolo confezionato, valorizzando invece progetti territoriali, etici, sostenibili. La vicinanza agli amici di Brescia, la solidarietà per altri club, il sostegno a tifoserie in difficoltà: tutto questo racconta una visione del tifo che è anche posizione culturale. Lo striscione in lingua tedesca per Austria Salzburg è solo l’ultima, coerente tappa di un percorso identitario.
È un invito a non dimenticare. A non cedere alla tentazione del facile successo. A ricordare che il calcio nasce nei campi polverosi e si costruisce sugli spalti, nelle scelte, nei sacrifici. Che il rispetto tra tifoserie non nasce da accordi firmati, ma da affinità ideologiche e battaglie comuni.
In un’epoca in cui il calcio è spesso ridotto a mero prodotto commerciale, l’impresa dell’Austria Salzburg e l’abbraccio simbolico del tifo catanzarese rappresentano un’eccezione felice. Ricordano a tutti che esiste ancora un calcio capace di emozionare, di coinvolgere, di far riflettere. E che certe vittorie, come quella conquistata sabato scorso, hanno un valore che va ben oltre la categoria.
La speranza è che gesti come questo non restino isolati, ma si moltiplichino. Che altri club e tifoserie riscoprano il senso più profondo di questo sport. Perché, come recita un vecchio adagio da curva, “il calcio senza i tifosi è nulla”. E se è vero che ogni curva ha la sua voce, quando queste si uniscono, come in questo caso, la loro eco può diventare universale.