Parlare dei tifosi del Catanzaro significa raccontare una storia d’amore che non conosce pause. Diego Foresti, ex direttore generale giallorosso, l’ha detto chiaramente ai microfoni di Esperia TV: “A Monza il Catanzaro giocava praticamente in casa grazie ai tifosi presenti in trasferta, anche più numerosi di quelli locali.” Un complimento che fotografa perfettamente il fenomeno della tifoseria calabrese, capace di riempire gli stadi d’Italia con un entusiasmo contagioso che va oltre il risultato del campo.
In un momento delicato come quello attuale, con sei pareggi e una sconfitta nelle prime sette giornate, la presenza dei tifosi diventa ancora più preziosa. Non si tratta solo di numeri o di decibel allo stadio: è una questione di identità collettiva, di appartenenza a qualcosa che supera il calcio stesso.
Le trasferte giallorosse: un esercito in movimento
La stagione 2025-26 ha già regalato immagini memorabili. La trasferta di Monza ne è l’esempio lampante: migliaia di tifosi giallorossi hanno invaso il U-Power Stadium, trasformandolo in una sorta di “Ceravolo in trasferta”. Le coreografie, i cori incessanti per novanta minuti, la bandiera giallorossa sventolata con orgoglio hanno fatto da sfondo a una prestazione comunque dignitosa della squadra, nonostante la sconfitta per 2-1.
Non è un caso isolato. Anche a Reggio Emilia contro la Reggiana, oltre che a Genova e a La Spezia, i sostenitori del Catanzaro hanno fatto sentire la loro voce, sostenendo la squadra fino all’ultimo minuto di un pareggio che lascia l’amaro in bocca ma che testimonia la compattezza del gruppo. Le trasferte per i tifosi giallorossi non sono solo l’occasione di seguire la squadra: sono pellegrinaggi di fede calcistica, momenti in cui la comunità si ritrova e si rafforza.
Il Ceravolo: il tempio che deve tornare a ruggire
Se le trasferte sono il fiore all’occhiello di questa tifoseria, il vero cuore pulsante resta lo stadio Nicola Ceravolo. La Curva Ovest è il simbolo di una passione che attraversa generazioni: dai veterani che hanno vissuto le stagioni gloriose in Serie A ai giovanissimi che scoprono oggi il calcio attraverso i colori giallorossi.
Ma il Ceravolo deve tornare a essere un fortino inespugnabile. Con la prossima sfida casalinga contro il Padova fissata per il 19 ottobre, dopo la pausa per le nazionali, il pubblico di casa sarà chiamato a dare quel supporto determinante che può fare la differenza. Come ha detto Foresti, la tifoseria è un valore aggiunto enorme, ma serve che questo valore si traduca in energia positiva anche nei momenti di difficoltà.
I mugugni al primo errore, le contestazioni precoci possono pesare enormemente sui giocatori. È nei momenti difficili che una piazza dimostra la propria grandezza, e Catanzaro ha sempre saputo farlo. Ora serve ritrovare quell’equilibrio tra passione e pazienza, tra pretese legittime e sostegno incondizionato.
Il legame indissolubile tra città e squadra
Il Catanzaro non è solo una squadra di calcio: è l’identità di una città intera. Non esistono molte piazze in Italia dove il calcio rappresenti così tanto per la comunità. A Catanzaro, il giallorosso non è solo un colore: è un simbolo di riscatto, di orgoglio, di appartenenza a una terra che troppo spesso viene raccontata solo per i suoi problemi.
Quando il Catanzaro vince, la città si illumina. Quando perde, c’è delusione ma mai abbandono. I tifosi giallorossi hanno dimostrato negli anni di saper stare accanto alla squadra anche nei momenti più bui, dalla retrocessione in Serie C alla rinascita recente. Questo legame non si spezza, si rafforza nelle difficoltà.
Come hanno dimostrato recentemente gli Ultras Catanzaro 1973 con la visita al reparto di Ematoncologia Pediatrica, la tifoseria giallorossa sa essere molto di più: è solidarietà, è vicinanza, è comunità. Il calcio diventa pretesto per esprimere valori più grandi, e in questo i tifosi del Catanzaro sono maestri.
La chiamata alle armi: tutti insieme per il volo delle Aquile
Il momento è delicato, ma non drammatico. Il Catanzaro ha margini di crescita evidenti, una rosa competitiva e un allenatore che sta cercando la quadratura del cerchio. Serve tempo, ma serve anche il supporto di una tifoseria che ha dimostrato di essere tra le più calde d’Italia.
Le prossime settimane saranno decisive: il ritorno dalle nazionali, la sfida con il Padova, poi un calendario che dirà molto sulle ambizioni stagionali. In tutto questo, i tifosi sono e resteranno il dodicesimo uomo, quello che può fare la differenza tra una stagione anonima e un campionato da ricordare.
Come ha sottolineato Foresti, il pubblico del Catanzaro è unico. Ora serve che questa unicità si traduca in quella spinta decisiva che può portare la squadra fuori dalle secche. Catanzaro merita il meglio, e i suoi tifosi lo sanno. È il momento di dimostrarlo ancora una volta, tutti insieme, con la passione di sempre ma con la consapevolezza che ogni grande impresa parte dal basso, dalla fiducia reciproca, dal sostegno nei momenti difficili.