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mercoledì 16 Luglio 2025

Il “Principino” alla guida delle Aquile: Alberto Aquilani, tra un passato da campione e il futuro del Catanzaro

Il mondo del calcio è un crocevia di destini, dove le traiettorie dei grandi calciatori si incrociano e, talvolta, si trasformano in quelle di promettenti allenatori. È il caso di Alberto Aquilani, un nome che evoca ricordi gloriosi per i tifosi di RomaFiorentina, e che ora è pronto a scrivere un nuovo capitolo della sua storia e di quella del Catanzaro. L’uomo che ha sfidato in campo mostri sacri come Cristiano RonaldoLionel Messi o Ronaldo il Fenomeno, che ha calcato i più prestigiosi palcoscenici d’Europa, si appresta a sbarcare in giallorosso. Porterà con sé un bagaglio di esperienza e una visione calcistica ben definita. Il suo arrivo sulla panchina delle Aquile non è soltanto un innesto tecnico, ma un vero e proprio segnale delle ambizioni che covano nel cuore della città calabrese, desiderosa di consolidare il proprio percorso in Serie B e guardare con fiducia alle sfide future.

Aquilani calciatore: il jolly di centrocampo dal tocco sopraffino

Prima di analizzare il tecnico, è doveroso ripercorrere le tappe della carriera di Alberto Aquilani come calciatore. Un atleta di qualità sopraffina, capace di adattarsi a più situazioni di gioco e di interpretare ruoli diversi nel cuore della mediana. Il suo identikit lo vedeva come il classico esempio di centrocampista versatile, una vera e propria manna per gli allenatori che amavano variare modulo o che si trovavano a fare i conti con gli imprevisti degli infortuni. Aquilani poteva ricoprire il ruolo di centrocampista centrale, di mediano e persino di trequartista. Non soltanto un buon bagaglio tecnico e visione di gioco, ma anche spiccate doti di marcatura, contrasto e abilità difensive lo rendevano un elemento completo.

Lo abbiamo visto all’opera sia come interno, ruolo probabilmente da lui più amato, sia come centrale in un centrocampo a quattro. Non solo: Aquilani ha giocato anche come fantasista dietro le punte o mezz’ala, e in diverse partite ha avuto altresì compiti di regia. In sintesi, era una sorta di jolly, capace di colpire con tiri efficaci da lontano, di smistare il pallone con precisione e di inserirsi con i tempi giusti. Forse il suo unico vero difetto era la corsa, in cui non eccelleva particolarmente. Questa versatilità, unita a un’intelligenza calcistica superiore, lo ha reso un elemento prezioso in ogni squadra in cui ha militato, consentendogli di affrontare e duellare con i giganti del calcio mondiale, come testimoniano le immagini che lo ritraggono in contrasto con campioni del calibro di Cristiano Ronaldo e Lionel Messi.

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Un viaggio tra i grandi club e l’orgoglio della Nazionale

La carriera di Alberto Aquilani è stata ricca di tappe importanti e vanta un illustre passato in Nazionale, avendo militato in tutte le categorie giovanili, dall’Under 15 fino alla selezione maggiore. Il suo percorso inizia e si sviluppa nelle giovanili della Roma, dal 1999 al 2003, seguendo le orme di altri grandi ex come De Rossi e Totti. Il debutto in Serie A avviene giovanissimo, a soli 18 anni, nella stagione 2001/2002, in un Roma-Torino terminato 3 a 1 per i capitolini. Per fare esperienza, data la presenza di grandissimi calciatori nella Roma di quegli anni, nella stagione 2003/2004 viene ceduto in prestito alla Triestina, in Serie B, dove totalizza oltre 40 presenze e segna 4 reti.

Il ritorno alla Roma nel 2004 segna un periodo cruciale per la sua crescita. Nonostante il club vivesse un momento turbolento, Aquilani seppe imporsi, conquistando la fiducia di Luciano Spalletti, che spesso lo schierò al fianco dell’altro talento emergente, Daniele De Rossi. In questi anni, le sue prestazioni sono costellate di momenti memorabili: gol pesanti in partite di alto livello, giocate decisive come l’assist di rabona che propiziò la rete di Francesco Totti in una vittoria contro il Milan a San Siro. Fu un periodo fortunato, nonostante qualche infortunio che lo tenne a riposo più del previsto. Con la RomaAlberto Aquilani conquistò due Coppe Italia (2006/2007 e 2007/2008) e una Supercoppa italiana nel 2007, entrambe a spese dell’Inter. La sua militanza nella capitale fu un susseguirsi di buone prestazioni, giocate di pregevole fattura e le immancabili chiamate in Nazionale, ma anche di problemi fisici che, purtroppo, ne condizionarono in parte la continuità di rendimento.

Nel 2009, a soli 25 anniAquilani intraprese l’avventura in Premier League, approdando al Liverpool, uno dei club più rappresentativi della storia del calcio inglese. Il contratto quadriennale e le ambizioni erano alte. Dopo alcuni problemi a una caviglia, esordì in Coppa di Lega e in Premier, ottenendo subito feedback positivi. Nella sua prima partita da titolare, a Anfield contro il Wolverhampton, fu protagonista di una standing ovation al momento della sostituzione. Quella stagione si chiuse con 26 presenze totali in tutte le competizioni, un bottino discreto per la sua prima esperienza inglese.

Le esperienze successive furono più brevi ma altrettanto significative: nel 2010 passò alla Juventus in prestito con diritto di riscatto, tornando a giocare in Serie A dopo un solo anno. Nonostante 34 presenze totali e un buon rendimento, i bianconeri decisero di non riscattarlo. L’estate successiva, nel 2011, il Liverpool lo cedette in prestito al Milan, ma anche qui Aquilani non trovò una sistemazione definitiva, e i rossoneri non esercitarono il diritto di riscatto.

Il suo periodo più felice dopo la Roma fu con la Fiorentina, dove arrivò a titolo gratuito nel 2012. Qui si distinse rapidamente, grazie a un gioco di squadra che ben si adattava alle sue caratteristiche e a prestazioni maiuscole, condite da gol e assist. La stagione 2012/2013 fu particolarmente prolifica, con 7 reti in campionato, un record personale di realizzazioni in una singola stagione. Con la Fiorentina segnò anche una tripletta nel 2014 contro il Genoa. In totale, tre anni con il club viola, con 15 gol all’attivo.

Il finale di carriera lo vide protagonista di un nuovo cambio di casacca nel 2015, firmando a parametro zero con lo Sporting Lisbona. In Portogallo, sebbene per una sola stagione, collezionò 32 presenze e 5 gol tra campionato e coppe. Nell’estate 2016 tornò in Italia al Pescara, neopromosso, e poi nel 2017 in prestito al Sassuolo. Qui, per un campionato (2016/17), fu anche compagno di squadra di un volto notissimo al tifo giallorosso: Pietro Iemmello. La loro ultima gara insieme fu un Sassuolo-Cagliari 6-2 del maggio 2017, con un gol di Re Pietro su rigore. L’ultima avventura da calciatore fu in Spagna, al Las Palmas, nel 2017, con un contratto biennale che però rescisse dopo un solo anno. Nel giugno 2019Alberto Aquilani annunciò pubblicamente il suo ritiro, per iniziare subito dopo la carriera di allenatore, ancora una volta alla Fiorentina.

Aquilani al Catanzaro: Il credo tattico e le vecchie conoscenze giallorosse nello staff

La transizione da centrocampista raffinato a tecnico attento alle dinamiche di gioco ha visto Alberto Aquilani imporre un suo credo tattico ben preciso. Il sistema di gioco prediletto dal suo Pisa era il 4-2-3-1, con la chiara volontà di “provare a fare la partita e imporre il proprio calcio”. Un’idea audace, che punta sull’aggressività e sulla costruzione dal basso. Davanti al portiere, una linea difensiva a quattro, con due centrali a guidare la retroguardia e due terzini chiamati a un’alternanza nella fase di spinta per supportare l’offensiva.

Nel 4-2-3-1, i due mediani rivestono un ruolo cruciale: uno con compiti più di regista, per tenere uniti i reparti e dettare i tempi di gioco, l’altro con il compito di supportare la difesa, abbassandosi sulla linea dei centrali e recuperando un numero importante di palloni per favorire rapide transizioni offensive. Fondamentale è il lavoro dei quattro giocatori offensivi: gli esterni devono creare superiorità numerica nell’uno contro uno, ma anche alternarsi in ripiegamenti difensivi per evitare di “spezzare la squadra”. Il trequartista centrale, invece, oltre a poter agire da seconda punta, è il fulcro della pericolosità offensiva e può anche abbassarsi, trasformando il modulo in un classico 4-3-3 in base alle esigenze della partita. Infine, la punta, non solo deve essere abile in area, ma anche sapersi muovere su tutto il fronte offensivo per dialogare con i trequartisti e favorire i loro inserimenti. Una filosofia che, come insegnato da Caserta, sarà plasmata sulla predisposizione dei giocatori in rosa, un principio di adattabilità che sarà fondamentale per il suo percorso in giallorosso.

L’arrivo di Aquilani sulla panchina del Catanzaro non sarà solitario. Il tecnico romano porterà con sé due collaboratori già noti al pubblico giallorosso per il loro passato da calciatori: Pasquale Catalano e Cristian AgnelliCatalano ha vestito la maglia delle Aquile nella stagione 2000/01 in C2, un’annata culminata con la sfortunata sconfitta casalinga nella maledetta finale playoff contro il SoraAgnelli, invece, ha militato in giallorosso per solo mezzo torneo, nella seconda parte della disgraziata Serie B 2004/05. Non solo, Agnelli è stato anche compagno di squadra di Pietro Iemmello in più stagioni al Foggia, aggiungendo un altro filo conduttore tra l’attuale capitano delle Aquile e il nuovo staff tecnico. La sua presenza come vice allenatore è già un tassello certo, mentre il resto dello staff verrà delineato con calma, andando a completare il quadro che Aquilani porterà a Catanzaro.

L’arrivo di Alberto Aquilani alla guida del Catanzaro segna l’inizio di una nuova era, un ponte tra il glorioso passato da calciatore e un futuro ambizioso in panchina. La società giallorossa ha scelto un profilo che incarna la gioventù delle idee e la solidità dell’esperienza, puntando su un tecnico capace di esprimere un calcio propositivo e di valorizzare i talenti. I tifosi delle Aquile, sempre attenti e passionali, sono pronti ad abbracciare il loro “Principino”, con la speranza che la sua visione e la sua leadership possano portare il Catanzaro a volare sempre più in alto nel difficile campionato di Serie B. Sarà un percorso intenso, fatto di sfide e di crescita, ma con Alberto Aquilani in panchina, l’entusiasmo è già palpabile e le aspettative sono proiettate verso un futuro ricco di soddisfazioni.

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