Intervistato durante la trasmissione “Il Bianco e Rosso TB Sport” di RadioBari, l’ex esterno del Catanzaro, Andrea Oliveri, ha ripercorso la sua stagione in giallorosso con un bilancio personale. La sua esperienza al Catanzaro non è stata priva di difficoltà, segnando un momento di riflessione per il giovane calciatore.
“Lo scorso anno ho fatto una cavolata. Alla terza giornata sono stato espulso per fallo di reazione. Da lì ho avuto meno spazio. Era un calcio diverso da quello del Bari. C’erano molte rotazioni e il mister voleva che i terzini venissero dentro il campo, quindi mi sono ritrovato spesso a fare la mezz’ala”.
Queste parole sottolineano non solo le difficoltà incontrate da Oliveri nel trovare continuità, ma anche la diversità tattica che lo ha messo alla prova in un ruolo non del tutto familiare.
Dai ricordi all’Atalanta al paragone tra Gasperini e Longo
Nel corso dell’intervista, Oliveri ha parlato dei suoi inizi con la Primavera dell’Atalanta e delle convocazioni per allenarsi con la prima squadra sotto la guida di Gian Piero Gasperini. Un momento fondamentale per la sua carriera, che lo ha visto adattarsi a un ruolo inedito, quello di esterno di fascia.
“Il primo anno in Primavera con Brambilla sono stato convocato per delle sedute con Gasperini. Avevo 17 anni. Fu in quel frangente che, date le mancanze nel ruolo, venni messo per la prima volta in fascia e da lì non mi hanno più tolto”.
Oliveri ha poi tracciato un interessante parallelo tra Gasperini e Moreno Longo, attuale tecnico del Bari, evidenziandone le similitudini:
“Gasperini è la dimostrazione che il lavoro paga. Già nella preparazione ti massacra. È un tecnico completo. Longo è molto simile. Pur essendo giovane, ha carisma e voglia di migliorarsi”.
Queste dichiarazioni offrono uno spaccato dell’impatto che due allenatori di spessore hanno avuto sulla sua crescita professionale.
Un giocatore duttile, pronto a tutto
Uno degli aspetti più interessanti emersi dall’intervista è la straordinaria versatilità di Oliveri, che ha ricoperto diversi ruoli durante la sua carriera, adattandosi sempre alle esigenze della squadra.
“Per esperienza ho fatto tutti i ruoli tranne il difensore, quindi posso giocare ovunque. Se però Longo vuole, gioco anche centrale. Eviterei di giocare in porta”.
Tra le esperienze passate, Oliveri ricorda il suo periodo al Palermo, dove giocava come punta, e al Frosinone, sotto la guida di Fabio Grosso, che lo schierò mezz’ala e mediano. Tuttavia, il calciatore evidenzia come oggi il movimento in campo sia più importante del ruolo specifico:
“Ormai conta il movimento, non il ruolo”.
Questa mentalità, unita alla sua capacità di adattamento, lo rende un elemento prezioso per qualsiasi squadra, capace di rispondere alle esigenze tattiche dei suoi allenatori.
Oliveri: La stagione al Catanzaro e il calcio di mister Vivarini
Ripensando alla stagione al Catanzaro, Oliveri ha evidenziato alcune difficoltà nell’adattarsi alle richieste tattiche di mister Vincenzo Vivarini, che spesso chiedeva ai terzini di giocare in posizione più centrale. Questo approccio, tipico del tecnico giallorosso, si discosta dal calcio più lineare di altre realtà, come il Bari:
“C’era molta rotazione e il mister voleva che i terzini venissero dentro il campo, quindi mi sono ritrovato spesso a fare la mezz’ala”.
Nonostante le difficoltà, l’esperienza a Catanzaro ha rappresentato per Oliveri una lezione importante, sia dal punto di vista tecnico che umano, insegnandogli a gestire situazioni di competizione interna e tattiche complesse.