C’è qualcosa di più di una semplice storia e post Instagram nella frase “Ni scialamu”, postata da Tommaso Cassandro nelle ore successive alla vittoria del Catanzaro contro il Cesena. C’è dentro il cuore pulsante di una città, l’entusiasmo di uno spogliatoio, la connessione sempre più profonda tra i protagonisti in campo e un popolo che vive di passione. In quella breve ma significativa espressione dialettale, accompagnata da una foto col compagno Pompetti e il pubblico del “Ceravolo” in festa, c’è tutta la genuina adesione di un ragazzo arrivato da fuori ma capace, in pochissimo tempo, di abbracciare lo spirito giallorosso.
Un linguaggio che diventa appartenenza
“Ni scialamu” è più di uno slogan. È un modo per dire: ci stiamo divertendo, stiamo vivendo un momento indimenticabile, condividiamo emozioni vere. E se a pronunciarlo è un ragazzo lombardo, che ha imparato ad amare Catanzaro non solo come squadra ma come comunità, allora tutto assume un valore ancora più profondo. Cassandro ha voluto rendere omaggio ai tifosi parlando la loro lingua, metaforicamente e non solo, dimostrando quanto forte sia il senso di coinvolgimento maturato in questi mesi.
Sotto al suo post, piovono cuori, commenti in dialetto, applausi virtuali e tanta gratitudine. In un calcio sempre più globalizzato, questo gesto semplice ma autentico vale come un gol sotto la curva. Un messaggio che rafforza l’identità della squadra e crea un legame ancora più solido con la tifoseria.
Una festa che coinvolge tutti
Cassandro non è nuovo a manifestazioni di entusiasmo spontaneo. Fin dal suo arrivo in giallorosso, ha mostrato voglia, personalità e spirito di adattamento, nonostante prestazioni a corrente alternata. Ma mai come in questa fase cruciale della stagione, ha lasciato trasparire una carica umana contagiosa. In campo, nelle esultanze, nei video del post-gara, si è fatto portavoce della gioia collettiva.
E non è un caso che nella stessa immagine social compaia Pompetti, altro protagonista di questa cavalcata. I due, immortalati con il pugno alzato sotto la curva, sembrano incarnare al meglio lo spirito di questa squadra: compatta, sorridente, affamata. In sottofondo, l’inno del “Ceravolo” e il boato dei tifosi. Tutti uniti in un abbraccio ideale, sotto la scritta che è diventata subito virale: “Ni scialamu!”.
Sogni, sudore e dialetto
Nel calcio servono anche immagini così. Perché raccontano molto più di quanto una semplice cronaca possa dire. Raccontano del potere aggregante di uno sport che si nutre di emozioni. Raccontano di ragazzi che, da sconosciuti, si sono trasformati in beniamini. Raccontano di come un’idea, un sorriso, una frase in dialetto possano rompere le barriere e unire mondi diversi.
“Sono sempre i sogni a dare forma al mondo”, recita la canzone di Ligabue usata in sottofondo nella storia condivisa da Cassandro. Mai scelta fu più azzeccata. Perché questo Catanzaro, con i suoi volti giovani e le sue certezze esperte, ha davvero voglia di continuare a sognare. E se lo fa con leggerezza e senso di comunità, allora sarà più facile per tutti dirsi, ancora una volta, “Ni scialamu!”