Nella gara di questa sera il Catanzaro affronterà la Ternana privo delle parte più calda del proprio tifo: la CMC ha infatti diramato un comunicato in cui spiega le (condivisibili) ragioni per cui non sarà presente nella trasferta in terra pugliese. Il tutto nonostante la conferenza stampa straordinaria tenuta dal Presidente Noto, in cui il patron giallorosso ha fatto il punto della situazione e, contestualmente, gettato acqua sul fuoco, nel tentativo di tranquillizzare la tifoseria.
Indubbiamente lodevoli ed utili sono state le parole della proprietà, la quale, mediante l’illustrazione delle fasi che caratterizzano i procedimenti decisionali, nonché delle criticità che ad essi si accompagnano, ha fugato molti dubbi circa una condotta ostruzionista da parte della Lega di B, ovvero della Federazione. Nondimeno ha assolto da ogni responsabilità l’amministrazione, la quale ha operato al meglio per consegnare uno stadio agibile entro agosto.
Ciò detto, però, rimangono delle piccole perplessità in ordine alle tempistiche con cui sono state assunte ed ufficializzate alcune decisioni (su tutte, la scelta di giocare sul neutro di Lecce) e, sotto altro aspetto, sulla ratio del provvedimento che sposta la sede della prima gara “interna” delle Aquile.
Invero, partendo dall’oggettiva circostanza secondo cui il Catanzaro ha presentato l’intera documentazione propedeutica alla concessione dell’agibilità del Ceravolo in ritardo, rispetto al termine perentorio previsto dalla normativa, non è dato comprendere come mai la lega abbia ufficializzato soltanto in data 24 agosto (poco più di 72 ore prima del calcio d’inizio), e soprattutto a documentazione ricevuta, la sede in cui disputare la partita.
Se vi era un termine perentorio da rispettate, il cui obiettivo è, peraltro, consentire alla società (in particolar modo quella ospite) di organizzare la trasferta, perché attendere fino a 72 ore dall’inizio dell’incontro?
E’ pacifico come tale attesa sia, di certo, non idonea a salvaguardare il legittimo diritto delle squadre di preparare al meglio, da un punto di vista logistico, la trasferta.
In altre parole, il Catanzaro era, oggettivamente, fuori termine, andava tutelata la squadra ospite, qual è il motivo per cui attendere il completamente dei lavori!? A questo punto, verrebbe da pensare che la riunione volta a stabilire in quale impianto giocare sia stata del tutto fittizia.
Al netto delle suddette riflessioni, è evidente come il modus operandi della Lega, sebbene indiscutibilmente lecito ed in linea con la vigente normativa, si sia rivelato manifestamente illogico ed inadatto a garantire quanto la specifica disciplina mirava a tutelare: 1. consentire alle squadre di sapere, con certezza e con congruo anticipo, dove si sarebbe disputata la gara; 2. permettere alle tifoserie di organizzarsi ed agli organi preposti di attivare la macchina volta a garantire l’ordine e la sicurezza pubblica.
Orbene, alla luce di quanto sopra evidenziato – nonché in ragione del fatto che l’agire degli organi sportivi dovrebbe essere orientato a favorire società virtuose (e sane), come il Catanzaro, le quali operano diligentemente ed al fine di adeguarsi a quanto previsto dalla regolamentazione di riferimento – venuto meno l’obiettivo di agevolare l’organizzazione delle squadre, sarebbe stato opportuno che, in deroga alla vigente normativa, si consentisse di disputare la partita al Ceravolo.
Ciò detto, riprendendo le parole dell’Ingegnere Noto, occorre mettere da parte queste, tanto improduttive, quanto inoppugnabili, considerazioni, poiché c’è un campionato da disputare e la prima vittoria da conquistare.
Foto: US Catanzaro 1929