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domenica 26 Gennaio 2025

Cosenza-Catanzaro 1-1: da Compagnon e Bonini segnali positivi, ma deludono in tanti. Le pagelle di Aurelio Fulciniti

Pigliacelli 6 – Fa il suo, con un intervento degno di nota su Ricciardi che rimane nella partita la sua miglior parata. Per poco non riesce a parare il rigore, per una questione di centimetri.
Brighenti 7 – Uno dei pochi migliori in campo. In una partita con tanti assenti ingiustificati in campo, nelle fasi decisive, lui c’è, dall’inizio alla fine. La sua qualità a livello difensivo è indispensabile.

Scognamillo 5 – Rovina un’ottima prestazione con il fallo di mano che regala al Cosenza il rigore e il pareggio su un piatto d’argento, per non dire di platino, per come si erano messe le cose.
Bonini 7 – Partita moto concreta e attenta a livello difensivo, ed oltretutto si rivela anche l’uomo più pericoloso in attacco. Si rende pericoloso più volte e colpisce anche un palo. Lui avrebbe meritato il gol, perché è stato uno dei pochi a cercarlo con insistenza.

Compagnon 7 – Finché resta in campo è di gran lunga il più pericoloso fra gli attaccanti e cerca la porta in più di un’occasione. Anche lui, fra i pochi a rendere in campo, meritava di più. (Dal 70’ Seck 5 – Parte bene, ma nel finale si perde completamente ed è fra quelli che consentono al Cosenza di fare il bello e il cattivo tempo).
Pontisso 6 – Prova a dare suggerimenti in serie, soprattutto sui calci piazzati. A centrocampo fa il suo dovere. Non eccelle, ma prova in tutti i modi a rendersi utile. (Dal 61’ Pompetti 7 – Ancora una volta, tira da fuori area e va a segno, con un gol che poteva essere decisivo e a suo modo storico. Circostanze incredibili gliel’hanno impedito. Ma Pompetti c’è sempre).

Petriccione 5.5 – Dopo una partita lottata su ogni pallone, anche lui nei “tempi supplementari” decisamente non è impeccabile nell’amministrazione della palla e di conseguenza del risultato. Ma in confronto ad altri, le sue colpe sono minime.
Buso 5.5 – Grintoso. Prova a partire nella sua zona di competenza e si fa notare, ma pecca anche di imprecisione. (Dall’85’ Brignola 6 – Fa una grande azione in volata sulla fascia, sprecata in maniera incredibile da un compagno di squadra. Un vero peccato).

Situm 5 – Parte prima a sinistra e poi viene cambiato di fascia. Ma ci ha abituato a partite nettamente migliori di questa. (Dal 61’ Cassandro 5 – Con lui in campo non cambia nulla e nei minuti in cui si poteva chiudere la partita, rimane la mediocrità).
Iemmello 4 – Il grande assente e sicuramente, fra i titolari, il peggiore in campo. Impalpabile, non si rende mai pericoloso. In un derby, non ti aspetti da lui una prestazione così sciatta, spenta e presuntuosa. Il “capolavoro” lo compie nell’azione che porta poi al rigore concesso al Cosenza, quando in piena azione d’attacco passa letteralmente il pallone all’avversario. Non ricordiamo un Iemmello così scadente in campo, da quando è a Catanzaro.

Pittarello 6.5 – induce Caporale al fallo giudicato da cartellino rosso ed entra di prepotenza nell’azione del gol di Pompetti. La sua gara si può riassumere in queste due, importanti circostanze. (Dall’85’ La Mantia 4 – Un ex giocatore, per quello che si è visto in campo. E dire che poteva essere l’azione decisiva per chiudere la gara in positivo. Di “Vai col liscio” preferiamo ricordare quello della Gialappa’s e di “Mai dire gol”, ma il suo avremmo preferito evitarlo e ci auguriamo di dimenticarlo in fretta, anche se non sarà per niente facile).

Allenatore Fabio Caserta 4.5 – in superiorità numerica per 85 minuti circa (recupero compreso, ovviamente) il Catanzaro non riesce a capitalizzare la circostanza favorevole. Leziosi e poco incisivi in attacco, i giallorossi sono stati irriconoscibili, lasciando il Cosenza, quasi sorpreso ma grato di tanti regali natalizi, libero di fare il bello e il cattivo tempo, fino a trovare il quasi insperato pareggio.

Alcuni giocatori sono stati scandalosi come rendimento e atteggiamento nelle fasi decisive, ma questo non assolve Caserta, che ha perso il polso e le redini della squadra. L’ultima nota spetta ai minuti di recupero. La gara sarebbe dovuta finire, cronometro alla mano, al 100’ esatto, mentre al 102’ si è consumata l’azione del rigore. Ecco, quei due minuti non sarebbero dovuti mai esistere, perché non avevano senso.

Ma al di là di tutto, nelle file della squadra sono accaduti episodi certamente non sospetti, ma di sicuro incredibili, fuori da ogni logica e sconcertanti, che mettono in ombra qualsiasi ragionamento su arbitro e minuto di recupero.

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