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sabato 5 Ottobre 2024

L’Amarcord del giovedì, di Aurelio Fulciniti: Intervista a Manlio Zanini

Benvenuti alla ventisettesima puntata della rubrica dedicata ai protagonisti e alle partite più significative nella storia dell’US Catanzaro. In questa occasione, rivivremo momenti chiave attraverso la testimonianza di Manlio Zanini, con la riproposizione di un’intervista di qualche anno fa

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Terzino e mediano, ma con il “vizietto del gol”. E ne segnava anche di molto belli, per la precisione. Manlio Zanini è nato a San Daniele del Friuli (Udine) il 28 maggio 1954. Anche lui fa parte, per natali e per carriera, di quella “Razza Piave” che fino negli anni Settanta ha dato molto al calcio italiano. Fu una generazione di calciatori friulani che per doti tecniche, continuità e dinamismo atletico fece la fortuna di molte squadre.

Il più famoso di questi giocatori, a Catanzaro, è senz’altro Giuseppe “Tato” Sabadini, che dal Milan arrivò ai giallorossi nel 1978, a 29 anni, disputando ancora altre stagioni eccellenti dal punto di vista dell’esperienza e della continuità. E compagno di squadra di Sabadini era proprio Manlio Zanini, che arrivò a Catanzaro nel 1977, a 23 anni: “Ho cominciato nella Triestina in serie C e per 4 anni ho giocato dei buoni campionati, tanto da attirare l’attenzione del Catanzaro. Anche giocando da terzino, segnai diversi goal, ben 15”.

Dalla Triestina in C al Catanzaro, il salto di categoria poteva essere problematico. Ma quelli erano anni di calciatori con grande personalità fin da giovanissimi e Zanini non era da meno. E anche l’impatto con un ambiente diverso, all’inizio si fece sentire, ma certamente non per motivi caratteriali o di abitudine:“Un ambiente super accogliente e fantastico, ma i primi mesi furono difficili, per altri motivi. Partii da casa con mio padre che stava male e lo persi dopo una settimana dall’arrivo a Catanzaro. Pertanto all’inizio  non ero molto sereno. Mi ripresi comunque velocemente”.

In tre anni, Zanini gioca nel Catanzaro 82 partite, segnando 5 gol.“Furono tre anni fantastici. Ottenemmo subito la promozione in Serie A e poi due salvezze nella massima serie che per un esordiente come me sono ancora oggi indimenticabili. La partita che ricordo meglio fu la vittoria a Roma per tre a uno con la tripletta di Palanca in cui feci anche l’assist per il terzo gol”.

Fra i gol, più significativi i due segnati in Serie A, peraltro di ottima fattura, in Juventus-Catanzaro 3-1 e Bologna-Catanzaro 1-1, una delle più belle partite in assoluto giocate dal compianto Massimo Mattolini. L’indimenticato portiere giallorosso in quell’occasione fu tutt’altro che “saponetta” e arrivò anche vicinissimo a parare il rigore calciato da Adelmo Paris che portò in vantaggio i felsinei al 23’ del primo tempo, pareggiato poi da Zanini al 61’. 

Dopo una stagione in Serie B al Lanerossi Vicenza (con due gol, di cui uno molto bello contro il Milan in casa) e un ritorno alla Triestina con una promozione nella serie cadetta, Zanini smette di giocare nel 1985, alla Pro Gorizia. E inizia la carriera da tecnico: “Ho fatto l’allenatore per 25 anni e quasi sempre a livello giovanile, tranne i primi anni in Interregionale, e un anno da “secondo” a Cagliari. Con la Primavera del Padova e quella dell’Udinese ho avuto ottime esperienze e grandi soddisfazioni. Le vittorie non contano, ma valgono molto di più la crescita – sotto la mia guida – di Alessandro Del Piero,Vincenzo Iaquinta e diversi altri ragazzi che sono finiti in Serie A e B ed in Nazionale, oltre ad eccellenti calciatori stranieri come Appiah ed altri che ho cresciuto a Udine. Negli ultimi anni ho vissuto esperienze all’estero allenando negli Emirati Arabi e in  Arabia Saudita, ma con alterna fortuna. Ora sono un allenatore, se mi è permesso il termine, “rottamato”. Fra le “alterne fortune” ci sono due campionati vinti in Kuwait e uno in Arabia Saudita.

E per finire, Zanini ci tiene a dedicare un suo personale pensiero: “Volevo concludere con dei saluti affettuosi ed un immenso grazie ai calabresi per come mi hanno accolto e mi hanno fatto sentire bene quando ero giù”

AURELIO FULCINITI

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