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sabato 8 Febbraio 2025

L’Amarcord del giovedì, di Aurelio Fulciniti: Intervista a Marco Ciardiello

Benvenuti alla decima puntata della rubrica dedicata ai protagonisti e alle partite più significative nella storia dell’US Catanzaro. In questa occasione, rivivremo momenti chiave attraverso la testimonianza di Marco Ciardiello, con la riproposizione di una sua intervista.

Difensore centrale di buon rendimento e dalla spiccata propensione al gol (21 reti segnate in carriera, di cui 6 in maglia giallorossa), Marco Ciardiello è nato a Salerno il 27 settembre 1971 e fra i calciatori che hanno calcato il terreno di gioco del “Ceravolo” negli “anni bui” della C/2 è senz’altro uno dei più apprezzati e ricordati con affetto dai tifosi. 66 partite e 6 gol in quattro campionati, non sono pochi. Ma, intervistandolo, viene spontaneo chiedergli dei suoi primi trascorsi da calciatore: “Sono cresciuto, calcisticamente, nelle giovanili della Salernitana. Fra i miei compagni di squadra c’era Gianluca Grassadonia, buona carriera in Serie A, che oggi allena il Messina. Dopo passo nei dilettanti, ad Agropoli, e infine vengo acquistato dal Palermo, che mi cede in prestito al Savoia, allenatore Gigi De Canio. Ottimo campionato per me e anche per la squadra, che viene promossa. Dopodichè, ritorno al Palermo, in Serie B”.

A Palermo, fra Serie B e C/1, Ciardiello gioca per tre stagioni 72 partite e segna 2 gol. Con qualche “fuori programma” in Coppa Italia, c’è da precisare: il Palermo arriva ai quarti di finale nella stagione 1995/96 ed a tal proposito si ricorda Ciardiello nella partita di andata in trasferta al “Franchi” contro la Fiorentina. Ciardiello si disimpegnò egregiamente e il temutissimo (a ragione) Gabriel Omar Batistuta segnerà solo su rigore il gol della vittoria dei “viola” per 1-0. Poi, nel 1998, passa al Catanzaro e nella squadra giallorossa, allenata all’epoca da Giancarlo Morrone, si distingue subito per la qualità delle prestazioni e il feeling stabilito con i tifosi. La classe e l’abnegazione in campo di Marco Ciardiello cresece a tal punto che, addirittura, spunta una “leggenda metropolitana” che vuole addirittura il Milan interessato al centrale giallorosso, la cosiddetta “diga” della squadra. Anzi, di più, per alcuni il difensore salernitano era già deI rossoneri. La stessa “leggenda” maturò qualche anno più tardi maturò con Giorgio Corona, in predicato (nella mente dei tifosi) di passare alla Fiorentina. Ma diamo la parola a Ciardiello per farci raccontare un po’ di quella prima avventura in giallorosso: “Di quella stagione ho un ricordo bellissimo, anche se arrivai a fine settembre, a campionato già iniziato. Fu un torneo in crescendo, perché non eravamo fra le squadre più accreditate e la società non aveva fatto grossi investimenti per salire di categoria. Un campionato di alto livello, sprecato ai playoff”.

Dopo una stagione al Giulianova e due alla Nocerina, Ciardiello nel 2002 torna in giallorosso: “Nel 2002 ritorno a Catanzaro nel calciomercato di gennaio, come allenatore c’era Massimo Morgia. Un campionato scadente, dal momento che non riuscimmo neanche a qualificarci per i playoff. Nella stagione successiva, finalmente le prime soddisfazioni. Giochiamo un ottimo campionato, e pur perdendo di nuovo i playoff contro l’Acireale veniamo ripescati durante l’estate e quindi promossi in C/1. Della stagione 2003/2004 non potrò mai dimenticare l’ultima partita di Ascoli contro il Chieti che ci diede la promozione, con lo stadio pieno di tifosi giallorossi e la festa che ne seguì. Unico rammarico, quello di aver dovuto saltare quasi tutto il campionato per un infortunio. Ma io e la mia famiglia resteremo sempre legati alla gente di Catanzaro. Mia moglie ha mantenuto molte amicizie, senza contare i miei, di amici, con i quali sono ancora in contatto”. Nello stesso anno 2004, si conclude l’avventura di Marco Ciardiello da calciatore, proprio a Catanzaro, a quasi 33 anni.

E il presente, di Marco Ciardiello? “Oggi vivo a Salerno, la mia città, ed è quasi inutile aggiungere che sono rimasto nel mondo del calcio. Ho allenato le giovanili della Salernitana, della Nocerina e della Casertana, mentre adesso sono coordinatore tecnico della scuola calcio della Polisportiva Nikè di Pellezzano, sempre in provincia di Salerno. In pratica, continuo ad occuparmi di calcio a 360 gradi. E in più continuo a seguire i campionati di calcio, di tutte le categorie. E non manco mai di seguire i risultati delle squadre in cui ho giocato, in particolare il Catanzaro e il Palermo, le squadre in cui ho giocato di più e alle quali rimarrò per sempre legato”. 

AURELIO FULCINITI

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