Nell’edizione odierna della Gazzetta del Sud, emerge la straordinaria storia di Padre Fedele Bisceglia, noto come il “monaco ultrà”, e i suoi desideri profondi per la squadra del cuore, il Cosenza.
Il francescano, 86 anni compiuti lo scorso 6 novembre, ha accompagnato il Cosenza per gran parte della sua storia, diventando il punto di riferimento per generazioni di tifosi rossoblù cresciuti con la passione per la squadra. Il lungo percorso del Cosenza è stato testimoniato dalle emozioni contrastanti di Padre Fedele, che si definisce un ultrà da sempre.
La giornata di domani è particolarmente significativa per il “monaco ultrà”, che esprime emozioni contrastanti in vista della partita contro la Sampdoria. “Da un lato riempie il mio cuore di infinita gioia, dall’altro affiora un po’ di nostalgia”, confessa il francescano. Nonostante gli acciacchi legati all’età, il francescano si augura di essere presente allo stadio “Marulla”, la sua casa, la curva Sud “Bergamini”.
La menzione del leggendario numero otto di Argenta, Sergio Bergamini, suscita ulteriori emozioni in Padre Fedele, che esprime il suo amaro disappunto per il modo in cui la sua morte è stata trattata. Il francescano rivela di essere stato presente in prima persona nella tragica serata a Roseto Capo Spulico, vivendo ore di grande sconforto e sgomento.
Padre Fedele: “Ho ancora due aspirazioni”
Padre Fedele Bisceglia, sempre attento alla sua comunità, condivide i suoi due desideri con la sua proverbiale ironia. “Ho ancora due aspirazioni nella vita. Voglio vivere ancora per vedere il Cosenza in Serie A e poi morire tra i lebbrosi”, dichiara con fervore. Il secondo desiderio, aggiunge, è fattibile, poiché dopo Pasqua tornerà in Madagascar per contribuire ai poliambulatori locali. Il suo impegno per dare il suo piccolo contributo si rinnova, mentre il primo desiderio dipende da vari fattori, ma Padre Fedele non perde la speranza: “Io comunque ci spero perché non è né impossibile né troppo difficile”.