Ieri sera, “O’Rey” Massimo Palanca è stato l’ospite d’onore della trasmissione Passione Catanzaro, un momento emozionante per tutti i tifosi giallorossi che hanno avuto l’opportunità di ascoltare le parole del giocatore più iconico nella storia del club. Durante l’intervista, Palanca ha parlato della sua carriera, del presente del Catanzaro e del suo profondo legame con la città e i suoi tifosi.
Palanca: Un legame indissolubile con Catanzaro
Massimo Palanca ha iniziato la sua avventura nel Catanzaro nel lontano 1974, quando, dopo un grande campionato con il Frosinone, il presidente Ceravolo decise di portarlo a Catanzaro. Da allora, Palanca è diventato un simbolo della squadra calabrese, dove ha giocato per 11 stagioni, contribuendo con 137 gol in 367 presenze.
“Sarei dovuto andare alla Reggina, ma la retrocessione cambiò tutto. Il Catanzaro mi ha accolto a braccia aperte e posso dire che è stata la mia fortuna. Questo legame con la squadra e la città non si scioglierà mai.”
Le sue prodezze, tra cui i celebri gol direttamente da calcio d’angolo, gli hanno garantito un posto d’onore nel cuore di tutti i tifosi. Palanca è stato anche capocannoniere della Coppa Italia nella stagione 1978-1979 con 8 gol in 7 partite, portando il Catanzaro fino alle semifinali.
Il presente del Catanzaro: Le prime impressioni di Palanca
L’intervista è proseguita con una riflessione sull’attuale stato del Catanzaro, ora allenato da Fabio Caserta, e sul progetto di crescita che la società ha avviato dopo il secondo anno in Serie B.
Palanca ha riconosciuto le difficoltà della squadra nelle prime giornate di campionato, sottolineando come sia fondamentale dare tempo ai nuovi giocatori per ambientarsi e al tecnico Caserta per trovare la migliore formazione.
“Il mercato estivo è stato lungo e ogni settimana arrivavano nuovi giocatori. È difficile per un allenatore mettere subito insieme la squadra migliore quando i giocatori devono ancora conoscersi. Fortunatamente ora c’è la sosta che permetterà a Caserta di lavorare con il gruppo.”
Riguardo alla partita contro il Cesena, Palanca ha parlato apertamente delle difficoltà che la squadra ha incontrato:
“Ho visto poca determinazione e grinta, aspetti su cui bisogna lavorare. Ma è solo l’inizio e non dobbiamo né esaltarci per una vittoria né deprimerci per una sconfitta.”
Il ruolo dei tifosi e il supporto indispensabile
Uno degli aspetti più toccanti dell’intervista è stato il riferimento ai tifosi del Catanzaro. Palanca ha lodato il comportamento maturo e appassionato della tifoseria giallorossa, sottolineando come abbiano sempre sostenuto la squadra, anche nei momenti più difficili.
“I tifosi del Catanzaro sono cresciuti tanto. Non ho mai sentito cori contro la squadra, neanche quando le cose non andavano bene. Questo è un segno di maturità e grande passione.”
Ha anche espresso la sua gratitudine per l’affetto che riceve ancora oggi da parte della città e dei tifosi, dimostrando quanto profondo sia il suo legame con Catanzaro.
“Quando scendo a Catanzaro, vedo tanti giovani che non mi hanno mai visto giocare, ma conoscono la mia storia attraverso i racconti dei genitori e dei nonni. Questo è qualcosa che mi inorgoglisce.”
Il futuro: Un appello alla coesione
Massimo Palanca ha chiuso il suo intervento con un appello alla coesione tra società, giocatori e tifosi, ribadendo quanto sia importante rimanere uniti per affrontare le sfide del campionato.
“Questa squadra e questa società vanno sostenute in ogni momento. Dobbiamo sempre essere al loro fianco, sia nelle vittorie che nelle sconfitte. Solo così possiamo vedere il Catanzaro crescere e ottenere i risultati che merita.”
Ha anche evidenziato il ruolo cruciale dei giocatori di esperienza, come Pietro Iemmello, Scognamillo e Petriccione, nell’aiutare i giovani a crescere all’interno della squadra.
Una confessione dolorosa: Mai chiamato dalla società
Uno dei momenti più sorprendenti e commoventi dell’intervista è stato quando Palanca ha rivelato di non essere mai stato coinvolto dalla società, nonostante il suo desiderio di farne parte dopo il ritiro.
“Dopo il mio ritiro, nessun presidente mi ha mai chiamato per offrirmi un ruolo nel club, né come allenatore né in altre funzioni. Questo è un grande rammarico per me, perché avrei voluto restare a Catanzaro.”
Ha sottolineato come, nonostante questa mancata opportunità, il suo amore per il Catanzaro non sia mai diminuito, e che continua a seguire e sostenere la squadra con la stessa passione di sempre.
“Avrei voluto restare a vivere a Catanzaro con la mia famiglia, ma non è stato possibile. Tuttavia, il mio legame con la squadra e con i tifosi non è mai cambiato, e continuerò a sostenere il Catanzaro per tutta la vita.”
Un’analisi del gioco e del calcio moderno
Nel corso della serata, Palanca ha anche espresso il suo punto di vista sul calcio moderno, criticando la crescente attenzione verso gli schemi tattici e i numeri, a scapito della semplicità del gioco:
“Il calcio è un gioco semplice, non serve complicarlo con troppi numeri. Mi dà fastidio quando sento parlare di moduli come se fossero equazioni matematiche. I giocatori devono essere in grado di adattarsi e di giocare con libertà e creatività.”
Infine, ha lanciato un messaggio ai giovani giocatori, incoraggiandoli a imparare dai senatori della squadra e a crescere con umiltà e determinazione.