Jacopo Petriccione, centrocampista del Catanzaro, trasferitosi a gennaio dal Crotone, è rapidamente diventato una figura centrale nello scacchiere della squadra giallorossa. Con il campionato che va verso la conclusione e i playoff alle porte, Petriccione ha condiviso pensieri profondi e personali in un’intervista a Dazn, riflettendo sul suo ruolo, sulle aspettative e sul suo legame emotivo con il calcio e la città di Catanzaro.
Petriccione: “Siamo ancora una rivelazione”
“Non siamo più la rivelazione del campionato? Lo siamo ancora, teniamo questo status fino alla fine,” afferma Petriccione con convinzione. Con l’avvicinarsi dei playoff, l’atmosfera si carica di magia e aspettativa, un mix che secondo il centrocampista contribuisce a rendere questo periodo dell’anno il più entusiasmante. “I playoff si giocheranno in un’atmosfera magica, con gli stadi pieni, tutti sognano la Serie A… Sarà un bel momento, e arrivare dopo tutti questi mesi di sacrificio è bello.”
La passione dei tifosi
“Sicuramente c’è responsabilità. Recentemente sono stato in una scuola, e vedere l’entusiasmo dei bambini ti responsabilizza. – dice Petriccione. Quando vai in campo e quella giornata non va bene io non riesco proprio a uscire, come se mi sentissi in difetto con la gente. Per tanti la partita è il momento più bello della settimana, come lo era per me da piccolo. E’ normale che vuoi dare una sodddisfazione anche alla gente, e qui a Catanzaro lo stadio è sempre sold out, sia in casa che in trasferta. Loro ci hanno sempre applaudito, anche nelle sconfitte, e questa è una spinta che ti spinge a dare meglio durante la settimana”.
“Prima di entrare in campo non ho riti scaramantici. Ascolto solo un pò di musica, video, partite… A Catanzaro si sogna, quando cammini per strada c’è entusiasmo, ti fermano, e ti pregano per provare a realizzare questo sogno. Noi daremo il massimo per provare a coronare un sogno che non è solo il nostro, ma quello di tutta la gente, che non mi aspettavo così. Sapevo che ci fosse passione, ma non immaginavo a questi livelli. Quando andiamo a giocare in trasferta il settore ospiti è sempre pieno, con un’atmosfera incredibile. Questo ci dà una spinta veramente clamorosa”.
La gestione delle pressioni e il contributo sul campo per Petriccione
Arrivato a gennaio quando la squadra si trovava già in zona playoff, Petriccione ha subito dimostrato di poter influenzare positivamente il rendimento del team. “La squadra dopo la stagione scorsa è partita subito bene e ha dimostrato di potersela giocare con tutti, e lo stiamo dimostrando anche ora,” sottolinea. “Ci sono squadre che stanno andando sotto le aspettative? L’importanza di gestire le pressioni in una piazza che investe molto è alta, ma una volta sul campo, questi pensieri devono essere messi da parte per concentrarsi completamente sulla partita”.
Osservazioni sulla partita contro il Pisa
Con una partita cruciale in vista contro il Pisa, Petriccione riconosce che entrambe le squadre hanno molto in gioco. “Loro hanno l’obbligo del risultato, ma anche noi un po’, per arrivare meglio ai playoff. Vogliamo mettere le nostre idee in campo contro qualsiasi squadra, sarà dura per entrambe.”
Affetto per la Serie B e i ricordi di Lecce
Nonostante abbia giocato in Serie A, Petriccione confessa un’affezione particolare per la Serie B, un campionato che segue con interesse per le sue continue sorprese e delusioni. Il soprannome “Modriccione” gli è stato affibbiato durante il suo tempo a Lecce, una città a cui è ancora molto legato. “Sicuramente sono molto legato a Lecce, ce l’ho nel cuore. Oltre al campionato straordinario fatto ho trovato diversi amici, è stata dura andare via. Ora quando è possibile faccio una scappatina lì con mia moglie,” ricorda con nostalgia.
Petriccione e il soprannome “Modriccione”
Petriccione rivela l’origine del suo soprannome “Modriccione”, nato a Lecce dove ha lasciato un’impronta indelebile. “Mi chiamano così da Lecce, perché è stato il primo anno in cui mi sono fatto ricrescere i capelli. […] Arrivato a Lecce ho messo la fascetta e mi sono accorto da solo di questa somiglianza con Modric, poi anche i compagni che ti prendono in giro, e l’anno dopo questa cosa è esplosa.”
La vita personale e la crescita attraverso il calcio
Riflettendo sulla sua carriera e crescita personale, Petriccione esprime gratitudine verso i suoi genitori per averlo sostenuto nel seguire i suoi sogni. “Voglio ringraziare i miei genitori perché, ora che sono padre, capisco quanto sia difficile lasciare andare via un figlio a 14 anni,” riflette. Questo sostegno familiare gli ha permesso di affrontare varie dinamiche di squadra e di adattarsi a diversi ambienti di lavoro.
“Da piccolo vedi quando sei un pò superiore agli altri. Ho fatto tanti provini, ma fino a 14 anni non c’è stata nessuna squadra che ha puntato su di me. Poi ho iniziato la scuola a Gorizia, pensando di rimanere lì tutto l’anno, ma dopo l’estate è arrivata la chiamata del Cagliari, ed è stata una cosa molto veloce, ma anche dura per la distanza. E’ stata difficile per i miei genitori, soprattutto per mia mamma, che veniva spesso a trovarmi, e questo mi è servito. Mio padre da piccolo giocava e siamo cresciuti con il calcio”.
L’esordio in Serie A a San Siro
“Ricorderò sempre quando ho fatto l’esordio in Serie A a San Siro contro l’Inter di Conte, che poi vinse lo scudetto, e l’emozione dei miei genitori per il sogno che si realizzava. Questa è stata l’emozione più bella della mia carriera. Quando sei piccoli sogni stadi come San Siro, e quando poi arrivi in quegli stadi lì, è sicuramente incredibile. Fino al fischio d’inizio l’emozione era incredibile, vedere giocatori come Lukaku, Barella… Poi quando inizia la partita è diverso”.
Il ruolo di Vivarini e l’entusiasmo a Catanzaro
Il legame con il tecnico Vincenzo Vivarini e l’entusiasmo dei tifosi di Catanzaro sono altri elementi che Petriccione valorizza enormemente. “Il nostro gruppo è formato da ragazzi tranquilli. Qui si lavora bene, c’è un entusiasmo incredibile, si scherza, si ride. Lavorare con quest’aria è un vantaggio importante. Sicuramente l’impronta più elevata nella squadra è quella di Vivarini. Lui ha una capacità di farti arrivare la domenica e farti arrivare già pronto. Le idee che ha, per il tipo di caratteristiche che io, sono fantastiche, è un qualcosa in più. Quello che sta facendo da due anni ha questa parte è merito del lavoro”. dice ammirato. Questo supporto e la passione della città rendono ogni partita un’esperienza unica, spingendo il giocatore e la squadra a superare sempre nuovi limiti.
Ecco il video integrale dell’intervista di Petriccione durante il programma “Dazn Talks”, nel quale è intervenuto anche Tommaso Augello, difensore del Cagliari.
Foto: dal profilo Instagram di Jacopo Petriccione