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giovedì 26 Dicembre 2024

Quel numero nove e i suoi compagni – Capitolo X

Di Adriano Macchione

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Il ritorno

E arriva il Mantova, per uno scontro al vertice, il secondo consecutivo per la squadra giallorossa.
Perso per tutto il resto del campionato il bravo Bertuccioli, Seghedoni cerca di correre ai ripari e di
varare un nuovo rassicurante assetto per il Catanzaro. Rientra finalmente Angelo Mammì che
indossa ancora una volta la maglia n. 10 con Musiello n. 9 e Franzon n. 8. Squalificati dopo i fatti
di Bari gli espulsi Marini e Banelli, rientra in difesa il leonino Massari e si rivede in panchina
Barbuto (che poi entrerà al 25° della ripresa al posto di Silipo).
Sugli spalti sono presenti 4.000 spettatori, non molti considerata la caratura della sfida. Sulla
scarsa affluenza di pubblico influiscono però le cattive condizioni meteorologiche. E’ una
bruttissima giornata invernale con tanta pioggia e una “forte foschia che a tratti si è tramutata in
nebbia, rendendo quasi invisibili i giocatori dalle tribune. In un’atmosfera da tregenda, i giocatori
sembravano quasi dei fantasmi”, appunta la “Gazzetta del Sud”.
Fa un freddo cane, insomma. Cosa che forse non avrebbe sopportato neppure Raffaella Carrà, la
più accaldata degli italiana in quel lungo inverno. Imperversa sui teleschermi presentando con
Corrado una fortunata (per lei e per la Rai) edizione di “Canzonissima” che l’ha consacrata
l’ombelico più bello del mondo. Tutti pazzi per Raffaella perché il suo è l’unico che, ben scoperto,
in quell’epoca si vede in tivù. Scandaloso no, ma calamitante per certo. Ancora pochi giorni e poi,
con il 5 gennaio sera, sarebbe arrivata l’apoteosi della finalissima con l’estrazione del biglietto
vincente della lotteria di Capodanno.
Chi l’apoteosi al momento nemmeno se la sogna, il 27 dicembre sera, è invece il Catanzaro.
Purtroppo, dopo quella di Bari, arriva la seconda sconfitta consecutiva, la prima (e poi per fortuna
l’unica) subita in casa.
Il Mantova vince con un gol al 31° del primo tempo nell’unica azione da gol dell’intera partita.
Segna Dell’Angelo con “un tiro galeotto che Pozzani si è lasciato sfuggire come un’anguilla, non
calcolando evidentemente la viscidità della sfera”.
Molte, invece, le occasioni da rete per il Catanzaro. Due vedono protagonista Mammì: al 13° in
mischia supera Da Pozzo ma a porta vuota nessun compagno raccoglie l’invitante pallone. Poi, al
2° della ripresa, è la traversa, beffarda, a dire di no. Alla fine, il rientro del centravanti giallorosso
risulta molto positivo: è tra i migliori dei suoi, “tenendo in allarme tutta la retroguardia

Catanzaro-Mantova (0-1). In un “Militare” avvolto dalla nebbia,
il portiere Mario Da Pozzo (ex giallorosso) respinge su Angelo Mammì.

avversaria con il suo tocco preciso e rapido per l’intero arco della gara”, così come riporta la
“Gazzetta del Sud”.

<<Dovrei reclamare oggi l’oscar della sfortuna. Credo di aver provato e riprovato a sufficienza a
battere Da Pozzo, ma la bravura e la fortuna dell’ex giallorosso mi hanno vietato la grossa
soddisfazione. Particolarmente il tiro dell’inizio della ripresa, che ho calibrato per evitare
l’intervento di Da Pozzo: cosa che mi era riuscita ma il palo si è opposto
>>, dichiara Mammì
negli spogliatoi.

Vari i titoli della “Gazzetta del Sud”: “Il Catanzaro trafitto tra le mura di casa” e poi, nel “pezzo”
sulle interviste, “Troppo fortunati i virgiliani”.
“Sul Catanzaro ha influito l’assenza dei tre titolari”, infine, è uno dei titoli del martedì, con
riferimento alle assenze di Marini e Banelli e dello sfortunato Bertuccioli.
In classifica, in seguito a questa sconfitta, la squadra di Seghedoni perde punti su tutte le squadre
che già la precedevano. Questa la nuova situazione: Mantova e Atalanta 22 punti, Bari 21, Ternana
19, Brescia 18, Catanzaro e Como 16.
Per la compagine giallorossa è un momento sicuramente difficile e sfortunato. Dopo il pareggio
con il Modena e la doppia sconfitta con Bari e Mantova la situazione in classifica è precipitata
vorticosamente e le prime posizioni sono ormai lontane, con il terzo posto a ben cinque punti, mica
noccioline. Anche l’immagine di squadra rivelazione acquisita dopo la partenza al fulmicotone si è
un po’ inevitabilmente appannata. E’ questo il momento più critico del campionato anche perché i
ragazzi di Seghedoni sembrano aver perduto gli stimoli giusti per continuare un torneo di vertice.
Scende in campo, a questo punto, il presidente Nicola Ceravolo. Nervoso, quasi arrabbiato,
convoca in sede tutti i giocatori e anche l’allenatore. Vuole di più, molto di più, dagli atleti e dallo
stesso Seghedoni. Le sue sono parole essenziali ma a chiare lettere, senza preamboli o prosodie
particolari, espressioni tipiche della sua personalità. Quali gli effetti di questa lavata di testa, lo
avrebbero detto le partite seguenti.

Con due sconfitte consecutive sul groppone, il calendario propone per il Catanzaro il 3 gennaio
una trasferta contro il Monza, prima gara del 1971, partita da disputare sul campo neutro di Reggio
Emilia per via della squalifica del terreno di gioco dei brianzoli. Indisponibile Silipo, Seghedoni
conta di lanciare nella mischia un giovane difensore del vivaio: “forse domani nel Catanzaro
l’esordio del giovane Garito II°”, è il titolo della “Gazzetta del Sud” del sabato precedente la
partita. Non per niente la recente Canzonissima ha visto trionfare la canzone “Vent’anni”, cantata
dallo “scugnizzo” Massimo Ranieri, verrebbe da dire. Nel sottotitolo si legge che “Seghedoni
schiererà invece Barbuto se le condizioni del terreno di Reggio Emilia dovessero essere pessime”.
Finisce che Seghedoni li sceglie entrambi e che resta fuori l’immolato Bartoletti. Ma la soluzione
del dilemma si rivela inutile. Alla vigilia della gara, infatti, c’è la possibilità che la stessa venga
rinviata per un’abbondante nevicata. Il problema è che non si sa se si farà in tempo a sgomberare il
“Mirabello” per le fatali ore 14,30 della partita. Il Monza, vista la formazione abbastanza
rimaneggiata del Catanzaro privo di mezza squadra, ha tutto l’interesse affinché la gara si giochi e
fa arrivare dalla Brianza una ventina di spalatori. Ma è una sfida contro il tempo che non da esiti
positivi: lo sgombero c’è ma solo parziale. Molte parti del terreno di gioco rimangono coperte da
una spessa coltre di neve e la gara è rinviata a data da destinarsi. Non scatta, infatti la disposizione
regolamentare del rinvio automatico al giorno successivo negli incontri non iniziati in quanto il
Monza, il mercoledì seguente, è impegnato in Coppa Italia. Un Catanzaro baciato dalla dea
bendata, almeno secondo “Il Tempo” che il giorno dopo titola: “Un po’ di fortuna per il
Catanzaro”.
Chi non si sente fortunato è invece il giovane Garito. Annunciato in formazione, salta il debutto in
Serie B. Siccome il ragazzo non avrà poi altre opportunità per scendere in campo, ecco che perde
l’occasione di scrivere il suo nome nel fiabesco albo d’oro di un campionato che poi diventerà
storico.

In posizione d’attesa

Dopo il rinvio della gara con il Monza, il Catanzaro ricomincia da Caserta. In panchina, squalificato Seghedoni, va il fedele “secondo” Umberto Sacco. La squadra si presenta rimaneggiata in difesa, priva di Marini e Massari. Il tecnico modenese, così, schiera Silipo terzino destro e Barbuto stopper. In panca va Ciannameo (che al 1° della ripresa subentrerà poi a Gori) mentre non c’è Banelli. Le due squadre in campo, si capisce sin dall’inizio, si accontentano del punticino. L’unica azione da gol della partita capita al Catanzaro al 29° del primo tempo. Poi, da ambo le parti, non si registra alcun tentativo per sbloccare il risultato. Eccessivo, in rapporto all’impresa compiuta, il titolo della “Gazzetta del Sud”: “Catanzaro insuperabile”. Poi un bel quadretto negli spogliatoi: “Qui si verifica l’esplosione di gioia appena i giocatori hanno l’occasione di avere tra loro il presidente avvocato Ceravolo che ha accompagnato la squadra insieme col segretario signor Lo Giudice. <<Viva il presidente>>, grida Mammì e tutti gli fanno eco…”. Sembrava a prima vista una gioia fuori luogo, ma evidentemente questo normale pareggio significa che il Catanzaro è uscito dal tunnel della piccola crisi. Se avesse perso, sarebbero stati davvero guai per la classifica. Invece, con il pareggio si ritrova in una posizione di attesa. E i due punti in palio con il Monza potrebbero proiettarlo di nuovo nelle alte sfere della “zona promozione”. La classifica del “dopo Caserta”, comunque, rimane il punto più basso (anche per la gara in meno) toccato dai giallorossi in questo campionato. Questa la situazione: Atalanta e Mantova 24 punti, Bari 22, Brescia 20, Ternana Livorno e Novara 19, Como Perugia e Modena 18, Catanzaro 17, Reggina Pisa Cesena Casertana Arezzo 14, Palermo e Monza 13, Taranto 12, Massese 10 (Livorno e Catanzaro dovevano recuperare una partita a testa mentre il Monza addirittura due).

Mammì gol e ritorna il sorriso

Nicola Ceravolo, dopo il pareggio di Caserta, continua a sferzare i suoi giocatori e anche
Seghedoni gli dona una robusta mano ripetendo in continuazione le parole del presidente.
Poi, ecco la nuova gara, con il Catanzaro impegnato al “Militare” contro l’ostico Livorno, squadra
al quinto posto in classifica (seppure in coabitazione) ma che si presenta in campo privo di ben
cinque titolari..
Nelle fila giallorosse, invece, si annota, dopo quattro turni di assenza, il rientro di Banelli al posto
di Bartoletti, vittima quasi predestinata. Confermato in difesa il prodotto locale Barbuto, in attacco
Ciannameo rileva Musiello, destinato alla panchina e che poi subentrerà a una ventina di minuti
dalla fine a Braca.
E’ una brutta giornata di metà gennaio, lontano s’intravedono i monti coperti di neve. Durante la
notte ha piovuto ininterrottamente e il campo si presenta come una risaia. Per tutta la mattina intere
squadre di operai hanno tappato falle e asciugato acquitrini. Ma il maltempo non ha posa: inizia la
partita e piove, finisce la partita e piove. Senza soste. E per contorno, ecco avvolgenti raffiche di
nebbia “formato valpadana”. Più che giocatori, gli atleti in campo sembrano fantasmi.
Un quadro triste, che ben presto, appena all’11°, è rallegrato da Angelo Mammì, che va a segno e
che alla fine risulterà tra i migliori in campo. Ecco come il gol è raccontato dal “Corriere dello
Sport”. “Un errore di Gori ha spianato oggi la via al Catanzaro. Appena undici minuti e una
presa dolciastra del vecchio portiere, lui un lupo di esperienza, dava a Mammì appostato a pochi
passi come un rapinatore, la palla da ribattere in rete. C’era stata da fuori area, da una trentina
di metri, una bordata di Busatta e Gori parava ma non tratteneva il pallone viscido e permeato di
fango”.

Catanzaro-Livorno (2-1). Parata del portiere ospite Gori.

La gioia, però, dura appena sei minuti. Punizione per il Livorno, batte il terzino Unere, il poco
euclideo Pozzani dispone male la barriera e per giunta si tuffa con un ritardo degno dei treni del
tempo, 1-1 e palla al centro.
Il gol della vittoria dei giallorossi arriva al 21° della ripresa. Cross del funambolo Gori che taglia
tutta la difesa e sul palo opposto, come tante altre volte, va più in alto di tutte le altre la chioma
bionda di Banelli. Il colpo di testa è un proiettile che s’incunea senza scampo all’incrocio dei pali.
A questo punto, nel freddo sempre più polare, il Livorno si scatena all’attacco. Con il Catanzaro
che rischia di finire assiderato. A nove minuti dalla fine, infatti, è il palo a dire di no agli ospiti e
poi, a sette, è Benedetto, che si merita in pieno il suo cognome, a salvare provvidenzialmente sulla
linea. Tutto bene quel che finisce bene, con un po’ di fortuna che è la benvenuta. E per la
classifica, ecco due punti molto importanti: “Una vittoria-rilancio” titola il “Corriere dello Sport”,
e non ha tutti i torti.

A metà del guado lontani dalla “A”

All’ultima giornata del girone d’andata il Catanzaro si reca a Brescia, nella tana di un avversaria
annoverata tra le candidate alla promozione in Serie A. Seghedoni cerca un punto e prepara la gara
a… puntino. Rispetto alla sofferta gara con il Livorno, rimpasta la difesa. Fuori Silipo, conferma
per Barbuto e Benedetto coppia centrale, inserimento di Marini e Bartoletti come nuova coppia di
terzini, spostamento in avanti del poliedrico Banelli ed esclusione di Gori. Dulcis in fundo,
cambiamento quasi totale di tutti i numeri di maglia. In panchina, per il numero 13, la scelta cade
su Musiello.
Dopo una gara attenta e giudiziosa, finisce 0-0.
Quello che esce dal campo è un Catanzaro pago del risultato e anche contento della buona
posizione occupata in classifica al giro di boa del campionato. Nessuno però immagina che proprio
la partita di ritorno con le “rondinelle” bresciane sarà per i giallorossi una vera apoteosi.
Poi, archiviato il buon pareggio di Brescia, il Catanzaro, recupera la gara con il Monza in campo
neutro. Seghedoni schiera la stessa formazione dell’ultima domenica ma il risultato, in questa
nuova avventura, non è confortante. Lo sviluppo dell’incontro, infatti, è molto contraddittorio, il
Catanzaro “fa” la partita e il Monza i gol.
“Il Catanzaro domina e perde ” titola “II Tempo”. E nell’articolo dello stesso giornale, si parla di
un “Catanzaro fortissimo nel primo tempo” e di giallorossi “veri dominatori dell’incontro”.
I momenti clou della partita arrivano tutti nella ripresa. A15° Braca su punizione colpisce la parte
superiore della traversa con il pallone che poi finisce sul fondo, poi, un minuto dopo, va in
vantaggio il Monza con Pepe. Al 33° i giallorossi reclamano un rigore per atterramento di
Musiello (subentrato subito dopo il gol del Monza a Braca) ad opera di Soldo ma l’arbitro dice no.
Poi, al 90°, in contropiede arriva il raddoppio dei padroni di casa con Bertogna a segno su un
preciso cross dell’ala Mondonico.
Dopo questa battuta d’arresto, la classifica si presenta sotto queste vesti: Mantova 28 punti,
Atalanta e Bari 26, Modena 22, Ternana e Brescia 21, Catanzaro, Perugia, Novara, Livorno e
Como 20, Reggina 18, Arezzo 17, Cesena, Monza e Pisa 16, Palermo e Casertana 15, Taranto 14,
Massese 10.
Sono ben sei, dunque, i punti di distacco del Catanzaro dal terzo posto utile per la promozione, alla
quale, a questo punto, non si pensa proprio più. Anzi, a ben vedere, è più vicino il quartultimo
posto buono… per la Serie C, che dista, infatti, di solo cinque punti. Ma pericoli di retrocessione,
in verità, non ne ce sono. Seghedoni, invece, da parte sua continua a fare conti su conti. E’ l’unico
che ancora crede ad un inserimento nella lotta per la promozione in Serie A.

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